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Mentre prosegue, ogni venerdì, lo sciopero (Skolstrejk for Klimatet) di Greta Thunberg, davanti al Riksdag, il Parlamento svedese, per chiedere al proprio Paese di rispettare gli accordi di Parigi sul Clima, in provincia di Venezia si è acceso il (classico) dibattito sull’inquinamento dell’aria e sui valori astronomici delle polveri sottili. Stavolta a tenere viva la discussione, oltre ai ‘panevin’ o ‘bruxa a vecìa’ (i tradizionali falò di inizio anno), è stata la rete indipendente di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria messo in campo dal Forum dell’Aria, la rete a cui aderisce il comitato Possibile Salese insieme ad altri comitati e associazioni ambientaliste che insistono nel territorio.
Queste centraline low cost vengono da lontano, dopo un lungo percorso di avvicinamento che ha portato l’insieme della associazioni e comitati a chiedersi come incoraggiare le amministrazioni locali, la Città Metropolitana e la Regione ad adottare politiche differenti, smuovere la coscienza dei cittadini, sensibilizzare rispetto a tematiche considerate spesso ‘volatili’, perchè invisibili agli occhi, temporanee (passato l’inverno passerà anche l’emergenza), largamente sottovalutate ma tragicamente reali, misurabili, quantificabili nei danni ambientali e alla salute (i risultati pubblicati sulla rivista Pnas dicono che in Italia ogni anno sono circa 60mila i decessi evitabili per patologie dovute a sostanze contaminanti nell’ambiente). Non è un caso se, lo scorso maggio, l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre i periodi di superamento, oltre ad aver violato la normativa UE in materia di omologazione delle autovetture. Insieme ad Ungheria e Romania siamo stati deferiti per i livelli elevati di PM 10 in 28 zone di qualità dell’aria comprese le regioni Lazio, Piemonte, Lombardia e Veneto.
Purtroppo le manifestazioni, le richieste e gli inviti ai Comuni sulle buone pratiche da seguire e le iniziative tematiche non avevano, o solo parzialmente, sortito l’effetto e la mobilitazione che si auspicava, sia da parte della cittadinanza che delle istituzioni. Serviva uno strumento di pressione costante: quale meglio di misurare in proprio la qualità dell’aria? La differenza tra il sapere di respirare aria di pessima qualità e avere la prova provata con dei dati scritti nero su bianco è abissale.
Va detto che, parallelamente alla nostra esigenza, le centraline ufficiali, quelle gestite dall’Arpav, si stavano via via riducendo, arrivando ad assegnare, nell’accordo di Bacino Padano, delle centraline di riferimento a comuni che distano anche più di 20 km. Esemplare il caso del Comune di Spinea che puntualmente la stampa bollava come uno dei peggiori del Veneto per la qualità dell’aria, il motivo era presto spiegato: a differenza dei comuni limitrofi non era più inquinato ma semplicemente l’unico ad avere una centralina e a pubblicarne i dati.
Perciò dal 2017 sono stati presi contatti con il progetto di citizen science per il monitoraggio dell’aria — Che Aria Tira? — di Firenze, la prima rete indipendente di centraline low cost che varie associazioni e organizzazioni hanno sviluppato con filosofia open in modo da condividere i dati su una piattaforma online. L’obiettivo era quello di cominciare nell’autunno del 2018, quindi nel maggio scorso ci siamo recati in ‘pellegrinaggio’ a vedere di persona le centraline e chiarire alcuni aspetti tecnici. L’interesse della rete fiorentina era quello di allargarsi ed è quello che sta succedendo, in quasi tutte le provincie della Toscana e, da ottobre ad oggi, in Veneto col Forum dell’Aria. Tante richieste di partecipazione, condivisione, allargamento del progetto, stanno arrivando dalle altre province venete. Progetti di nuove centraline, altri sensori da integrare a quelle esistenti, sono già in rampa di lancio. Nel frattempo, a Santa Maria di Sala, il risultato tangibile è quello che ci rivela la nostra centralina (l’abbiamo chiamata Margherita Hack): dal 30 dicembre in cui è stata attivata, ogni singolo giorno, il valore limite di media giornaliera delle PM 10 e 2,5 consentito dalla legge, è stato superato. Un filotto di 12 sforamenti in 12 giorni, spesso con valori doppi, tripli o quadrupli rispetto al limite. Una vera emergenza sanitaria che, per questo Comune, non prevede alcuna azione emergenziale obbligatoria da parte dell’Amministrazione. Nessuna limitazione, nessuna allerta come per i comuni limitrofi ai grandi centri urbani. Col paradosso che la stessa centralina che fa scattare le limitazioni a Mestre a S.Maria di Sala, invece, lascia tutto invariato perchè così dice l’accordo di Bacino Padano. Adesso grazie alla rete indipendente contiamo di esercitare una più incisiva opera di persuasione delle istituzioni locali, iniziando da subito a chiedere ai sindaci di affrontare l’emergenza e di adoperarsi per modificare, implementare gli accordi su vasta scala, un problema che richiede azioni strutturali in tutta la pianura padana. L’aver trovato un modo di quantificare, di dare un nome a ciò che sembra ineluttabile lo rende un problema meno insormontabile di quello che era fino a ieri.
Con Margherita è #Possibile affrontare i cambiamenti climatici, innescare mobilitazione, sensibilizzare l’opinione pubblica, partendo dal proprio contesto/territorio, allargando sempre più gli orizzonti. Dal locale al globale la battaglia è la stessa, per la salute nostra, dell’ambiente, di tutto il pianeta Terra. La timidezza vista a Katowice si fa passare anche a partire da S.Maria di Sala, Mirano, Spinea, Mira, Pianiga, Mestre. Ovviamente #PrimaDelDiluvio
Qui tutte le informazioni su ‘Che Aria Tira?’: http://www.cheariatira.it/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]