Dal “NO” al “NOi” per la Costituzione

Per recuperare un’occasione altrimenti perduta è necessario mettere da parte questa revisione (attraverso un “no” al referendum) e presentare insieme, con il contributo di tutti, con un dibattito che parte proprio domenica a Firenze, un’alternativa. Una riforma capace di restituire davvero la sovranità al popolo. Dal “NO” al “NOi” per la Costituzione.

Dome­ni­ca 14 feb­bra­io pros­si­mo, a Firen­ze (Piaz­za de’ Ciom­pi 11, pres­so il cir­co­lo ARCI), gra­zie all’organizzazione del Comi­ta­to Aria nuo­va, Pos­si­bi­le orga­niz­za, con Ste­fa­no Mer­li­ni (costi­tu­zio­na­li­sta dell’Università di Firen­ze) e Andrea Per­ti­ci (costi­tu­zio­na­li­sta dell’Università di Pisa) una pri­ma gran­de discus­sio­ne sul­la COSTITUZIONE, anche in vista del refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le in cui i cit­ta­di­ni saran­no chia­ma­ti a espri­mer­si sul­la revi­sio­ne pro­po­sta e soste­nu­ta dal gover­no. Anche nell’ottica di offri­re un’alternativa. Per­ché que­sto è sem­pre l’obiettivo di Pos­si­bi­le.

Que­sta la pre­sen­ta­zio­ne di Andrea Pertici:

Il testo di revi­sio­ne costi­tu­zio­na­le che pro­ce­de ver­so l’approvazione defi­ni­ti­va da par­te del­le Came­re non è sta­to pra­ti­ca­men­te mai discus­so nel merito.

L’obiettivo da por­si, anche in vista del refe­ren­dum, è anzi­tut­to quel­lo di spie­gar­ne i con­te­nu­ti, per­ché i cit­ta­di­ni, fino­ra total­men­te esclu­si (di que­sta rifor­ma non par­la­va nep­pu­re nes­sun pro­gram­ma elet­to­ra­le), pos­sa­no pro­nun­ciar­si in modo con­sa­pe­vo­le.

E quin­di biso­gna chie­der­ci: a cosa ser­ve que­sta rifor­ma? Risol­ve dav­ve­ro i pro­ble­mi di fun­zio­na­men­to del­le isti­tu­zio­ni che da alcu­ni anni sono emer­si? Ridu­ce dav­ve­ro i costi del­la poli­ti­ca? E, in defi­ni­ti­va, poi­ché il cuo­re di tut­to l’impianto è la eli­mi­na­zio­ne dell’elezione a suf­fra­gio uni­ver­sa­le dei sena­to­ri: era dav­ve­ro tut­ta col­pa del Senato?

Per rispon­de­re a que­ste doman­de è neces­sa­rio guar­da­re den­tro la rifor­ma e offri­re un’alter­na­ti­va.

Voglia­mo par­ti­re pro­prio recu­pe­ran­do in sede pub­bli­ca quel dibat­ti­to che non si è svol­to duran­te la fase di appro­va­zio­ne par­la­men­ta­re, in vista del voto dei cit­ta­di­ni nel refe­ren­dum oppo­si­ti­vo: lo stru­men­to che la Costi­tu­zio­ne offre alle mino­ran­ze per con­tra­sta­re, oltre la sede rap­pre­sen­ta­ti­va, la sua revi­sio­ne. E che, inve­ce, in tota­le fro­de all’articolo 138, il gover­no vor­reb­be tra­sfor­ma­re in un voto sul gover­no, in un plebiscito.

Emer­ge­ran­no così i pun­ti più discu­ti­bi­li del­la rifor­ma: la biz­zar­ra com­po­si­zio­ne del Sena­to, non più elet­to dai cit­ta­di­ni; l’affastellamento di fun­zio­ni incer­te per la secon­da Came­ra; il sem­pre più mac­chi­no­so pro­ce­di­men­to legi­sla­ti­vo (reso più com­ples­so anzi­ché sem­pli­fi­ca­to); la man­ca­ta valo­riz­za­zio­ne degli isti­tu­ti di par­te­ci­pa­zio­ne popo­la­re; l’indebolimento del­le auto­no­mie ter­ri­to­ria­li e del­le fun­zio­ni di garanzia.

Tut­te ragio­ni che spin­go­no a dire NO a que­sta rifor­ma ma anche a lavo­ra­re da subi­to insie­me – con i cit­ta­di­ni, da ren­de­re pro­ta­go­ni­sti, come nel­la fase costi­tuen­te – per un’alternativa che rispon­da alle neces­si­tà che real­men­te si pon­go­no: una ridu­zio­ne del nume­ro dei par­la­men­ta­ri in entram­be le Came­re (col­le­ga­ta a una ridu­zio­ne del­le inden­ni­tà, con rispar­mi rea­li, e al supe­ra­men­to di immu­ni­tà espres­sio­ne di una sta­gio­ne pas­sa­ta), un supe­ra­men­to del bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio, che man­ten­ga un pro­ce­di­men­to legi­sla­ti­vo ordi­na­to e anzi più effi­cien­te, un aumen­to di pote­ri di con­trol­lo dei cit­ta­di­ni – attra­ver­so i pro­pri rap­pre­sen­tan­ti (real­men­te elet­ti) – sul gover­no; una valo­riz­za­zio­ne e respon­sa­bi­liz­za­zio­ne del­le auto­no­mie; un raf­for­za­men­to dei pote­ri di garan­zia (da sepa­ra­re dal­la poli­ti­ca). E que­sto sem­pre tenen­do pre­sen­te che le dif­fi­col­tà isti­tu­zio­na­li dell’Italia sono lega­te più che alle pre­vi­sio­ni costi­tu­zio­na­li al siste­ma dei par­ti­ti e alla inca­pa­ci­tà di que­sti ulti­mi di rap­pre­sen­ta­re quel­lo stru­men­to di par­te­ci­pa­zio­ne alla deter­mi­na­zio­ne del­la poli­ti­ca nazio­na­le pre­vi­sto all’articolo 49 del­la Costi­tu­zio­ne. In que­sto sen­so ser­vi­reb­be una leg­ge sui par­ti­ti poli­ti­ci, una nuo­va leg­ge sul­la par­te­ci­pa­zio­ne popo­la­re, una diver­sa leg­ge elet­to­ra­le (per entram­be le Camere).

Si trat­ta di pro­po­ste che sono sta­te al cen­tro del­le ini­zia­ti­ve di Pos­si­bi­le sin dal­la sua fon­da­zio­ne (e che pri­ma era­no sta­te por­ta­te avan­ti da Civa­ti e gli altri par­la­men­ta­ri poi rico­no­sciu­ti­si nel movi­men­to). Da que­ste nasce­va­no i refe­ren­dum per l’abrogazione dell’Italicum pro­po­sti la scor­sa esta­te e che avreb­be­ro fat­to sal­ta­re quel­lo che è ormai comu­ne­men­te defi­ni­to il “com­bi­na­to dispo­sto” tra la revi­sio­ne costi­tu­zio­na­le e il siste­ma elet­to­ra­le, per toglie­re peso e voce ai cit­ta­di­ni.

L’impegno sol­tan­to più recen­te di altre asso­cia­zio­ni e movi­men­ti per evi­ta­re che que­sto acca­da pone ades­so al cen­tro dell’attenzione la rifor­ma costi­tu­zio­na­le, che, per come for­mu­la­ta, rap­pre­sen­ta la per­di­ta di un’occasione, finen­do per non risol­ve­re le que­stio­ni aper­te. Ed è pro­prio per recu­pe­ra­re un’occasione altri­men­ti per­du­ta che è neces­sa­rio met­te­re da par­te que­sta revi­sio­ne (attra­ver­so un “no” al refe­ren­dum) e pre­sen­ta­re insie­me, con il con­tri­bu­to di tut­ti, con un dibat­ti­to che par­te pro­prio dome­ni­ca a Firen­ze, un’alternativa. Una rifor­ma capa­ce di resti­tui­re dav­ve­ro la sovra­ni­tà al popo­lo. Dal “NO” al “NOi” per la Costituzione.

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