Cento piazze, cento città, migliaia di volti, di ragazze e di ragazzi. Per chiedere più diritti, quindi anche più doveri. Per dirlo con una sola parola: uguaglianza. Possibile ha aderito compatta, e dove era consentito ha sventolato la sua bandiera lampone con il simbolo dell’uguaglianza (=), in un paese dove 7.513 coppie dello stesso sesso unite da un legame affettivo di tipo coniugale (dati Istat) sono inesistenti di fronte alla legge.
Per questo eravamo in piazza sabato, per chiedere matrimoni egualitari e adozione anche da parte dei single e gli stessi diritti per tutte le coppie.
E per chiedere più diritti siamo nati e ci battiamo ogni giorno in ogni piazza “Possibile”. L’abbiamo fatto accanto a Max Fanelli per la calendarizzazione della Legge di iniziativa popolare per il diritto all’eutanasia, l’abbiamo fatto in una lunghissima estate referendaria. Nelle piazze, nelle strade, con i nostri banchetti e i quesiti e le petizioni da firmare. Migliaia di firmatari abbiamo coinvolto per il “Fine vita”, per la tutela delle coste, per la difesa della Costituzione, del lavoro e della scuola pubblica.
Nell’estate scorsa dicevamo “Basta divano”, e continuiamo a dirlo ancora oggi, perché le disuguaglianze sono ancora troppe, e ancora più assurde sono le motivazioni che le sorreggono. E per combatterle bisogna alzarsi dal divano, abbandonare tv e social network e stare in piazza, incontrarsi, confrontarsi, scontrarsi.
Nei giorni scorsi abbiamo lanciato online la nostra petizione per la calendarizzazione della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, presentata dall’intergruppo parlamentare. E alle cento piazze arcobaleno proponiamo di scendere nella grande “piazza verde della legalizzazione” per fare di quella petizione una Legge di iniziativa popolare per la Cannabis legale. Possibile con la sua rete di comitati, con i suoi banchetti e la petizione da firmare c’è.