I dati sulla cannabis (quelli veri)

L'annuale relazione della European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA), che ha l’obiettivo di fornire dati agli Stati membri sulla situazione dell’utilizzo di droghe al loro interno e quindi una solida base dati per poter effettuare politiche sulle sostanze stupefacenti, ci conferma ancora una volta l'urgenza di una legge che regolamenti l'utilizzo della cannabis.

For­se non tut­ti san­no che esi­ste dal 1993 una agen­zia decen­tra­liz­za­ta (per­ché ha sede a Lisbo­na) del­la comu­ni­tà Euro­pea, chia­ma­ta Euro­pean Moni­to­ring Cen­tre for Drugs and Drug Addic­tion (EMCDDA) che ha l’obiettivo di for­ni­re dati agli Sta­ti mem­bri sul­la situa­zio­ne dell’utilizzo di dro­ghe al loro inter­no e quin­di una soli­da base dati per poter effet­tua­re poli­ti­che sul­le sostan­ze stu­pe­fa­cen­ti, non sul­la base di opi­nio­ni, ma su nume­ri. Nel­la sua mis­sion, infat­ti, si leg­ge: “è sta­ta crea­ta per for­ni­re infor­ma­zio­ni fat­tua­li, ogget­ti­ve, affi­da­bi­li e com­pa­ra­bi­li riguar­dan­ti le dro­ghe, il loro uti­liz­zo e le con­se­guen­ze dell’utilizzo”.

Ogni anno l’EMCDDA pub­bli­ca un reso­con­to dei loro stu­di e quel­lo del 2016 (che pote­te tro­va­re in ver­sio­ne com­ple­ta qui) è par­ti­co­lar­men­te inte­res­san­te, per diver­si moti­vi, e lo è soprat­tut­to per quei pae­si, come il nostro, dove il Par­la­men­to sta discu­ten­do (o meglio: dovreb­be far­lo) una pro­po­sta di leg­ge sul­la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis, che è la pro­po­sta di leg­ge sot­to­scrit­ta dal mag­gior nume­ro di par­la­men­ta­ri da quan­do esi­ste la Repub­bli­ca Ita­lia­na, ma nono­stan­te que­sto è fer­ma da tempo.

Vedia­mo i pun­ti salien­ti del­la rela­zio­ne 2016 riguar­do la can­na­bis, e valu­tia­mo assie­me quan­te fal­si­tà ci dico­no quei poli­ti­ci ita­lia­ni con­tra­ri alla lega­liz­za­zio­ne, che fan­no fin­ta di non vede­re que­sti dati e anzi dico­no mol­to spes­so l’esatto con­tra­rio di quel­lo che l’evidenza dimostra.

La pri­ma cosa inte­res­san­te è la sin­te­si iniziale:

La stra­te­gia euro­pea in mate­ria di dro­ga deve con­tem­pla­re un insie­me di que­stio­ni poli­ti­che più vasto e più complicato.

Cosa si inten­de per “più vasto e com­pli­ca­to”? For­se di non limi­tar­si ad una sem­pli­ce poli­ti­ca proi­bi­zio­ni­sti­ca su tut­te le dro­ghe, ma comin­cia­re a capi­re qua­li sia­no le vere poli­ti­che di ridu­zio­ne del dan­no per chi ne fa uso? O for­se di distin­gue­re i mer­ca­ti del­le cosid­det­te dro­ghe, distin­guen­do quel­lo sostan­ze che non pro­vo­ca­no assue­fa­zio­ne fisi­ca (come la can­na­bis), da quel­le che inve­ce sono distrut­ti­ve del­la per­so­na, sia fisi­ca­men­te che psichicamente?

Le altre affer­ma­zio­ni — che dovreb­be­ro esse­re scon­vol­gen­ti per i vari Gio­va­nar­di, Gaspar­ri e Lupi di tur­no, quan­do mini­miz­za­no l’impatto eco­no­mi­co nega­ti­vo che la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis avreb­be sul­le eco­no­mie mafio­se, o addi­rit­tu­ra dico­no che ne trar­reb­be­ro un van­tag­gio -, sono queste:

In ter­mi­ni di valo­re, la can­na­bis rap­pre­sen­ta la quo­ta più ampia del mer­ca­to euro­peo del­le sostan­ze illecite.

E poi:

La pro­du­zio­ne di tale sostan­za è diven­ta­ta una del­le prin­ci­pa­li fon­ti di red­di­to per la cri­mi­na­li­tà organizzata.

Altra que­stio­ne che il rap­por­to affron­ta è il dispen­dio di ener­gie per le for­ze di poli­zia e giu­di­zia­rie nel con­tra­sto al mer­ca­to ille­ci­to del­la can­na­bis, basti pen­sa­re che di tut­ti i seque­stri effet­tua­ti nel 2014 in Euro­pa il 78 % era rela­ti­vo a can­na­bis e suoi deri­va­ti e sol­tan­to il 22% era rela­ti­vo a tut­te le altre droghe.

Mol­to inte­res­san­te a riguar­do anche il dato ten­den­zia­le dei seque­stri di pian­te, poi­ché essi ven­go­no con­si­de­ra­ti come para­me­tri­ci del­la “quo­ta di auto­pro­du­zio­ne” di quel­la nazio­ne (poi­ché ven­go­no inclu­si nel­la sta­ti­sti­ca sia i pic­co­li seque­stri di 3 pian­ti­ne che quel­li del­le pian­ta­gio­ni ille­ga­li mafio­se). Sia­mo pas­sa­ti da 1,5 Mln di pian­te seque­stra­te nel 2002 a 3,4 Mln nel 2014, a dimo­stra­zio­ne del­la con­ti­nua cre­sci­ta del feno­me­no, e del fat­to che mol­ti con­su­ma­to­ri, pro­prio per non finan­zia­re la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta con l’acquisto di can­na­bis mafio­sa, pre­fe­ri­sco­no rischia­re col­ti­van­do­si le pro­prie pian­te in casa (ed infat­ti nel­la nostra pro­po­sta di leg­ge è ben con­tem­pla­ta l’autoproduzione).

E per valu­ta­re ulte­rior­men­te l’importanza di una rego­la­men­ta­zio­ne di que­sto mer­ca­to baste­reb­be sof­fer­mar­si un atti­mo a leg­ge­re i dati con­te­nu­ti in que­sto gra­fi­co, dove si può veri­fi­ca­re che un abi­tan­te su quat­tro dell’Unione Euro­pea ha nel cor­so del­la vita uti­liz­za­to la can­na­bis, men­tre nell’ultimo anno sono sta­ti cir­ca 22 Milio­ni.

Non cre­do che sia quin­di pos­si­bi­le trat­ta­re la que­stio­ne come mar­gi­na­le, o addi­rit­tu­ra addi­ta­re i con­su­ma­to­ri da “mala­ti”, a meno che non si voglia defi­ni­re mala­to anche chi fuma le siga­ret­te o si beve un bic­chie­re di supe­ral­co­li­co la sera.

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