DCA: ammalarsi non è una scelta, limitare le cure sì

Il 19 gennaio scenderemo nelle piazze italiane insieme alla Fondazione Fiocchetto Lilla e a tutte le associazioni che la sostengono, perché di disturbi del comportamento alimentare si muore oggi più di ieri. E se non facciamo nulla, domani si morirà più di oggi.

Il 19 gen­na­io scen­de­re­mo nel­le piaz­ze ita­lia­ne insie­me alla Fon­da­zio­ne Fioc­chet­to Lil­la e a tut­te le asso­cia­zio­ni che la sosten­go­no, per­ché di distur­bi del com­por­ta­men­to ali­men­ta­re si muo­re oggi più di ieri. E se non fac­cia­mo nul­la, doma­ni si mori­rà più di oggi.

Negli ulti­mi 4 anni, anche a cau­sa del­la pan­de­mia, i casi di per­so­ne che si amma­la­no di DCA sono più che tri­pli­ca­ti e i posti per acce­de­re ai per­cor­si di cura non solo sono rima­sti gli stes­si, ma dimi­nui­ran­no dra­sti­ca­men­te per col­pa dei nuo­vi tagli volu­ti dall’attuale gover­no con l’ultima leg­ge di bilan­cio. Il Fon­do per il Con­tra­sto dei Distur­bi dell’Alimentazione e del­la Nutri­zio­ne, infat­ti, non è sta­to rin­no­va­to e que­sto impli­che­rà un ver­ti­gi­no­so incre­men­to del­le tem­pi­sti­che nel­le liste d’attesa, oltre che peri­co­lo­se inter­ru­zio­ni tera­peu­ti­che per chi è già in cura.

Il Fon­do è sta­to isti­tui­to nel 2021 in segui­to alle richie­ste di sepa­ra­re i DCA dall’elenco del­le malat­tie psi­chia­tri­che nei LEA (Livel­li essen­zia­li di assi­sten­za), affin­ché ci fos­se un bud­get a sé stan­te a dispo­si­zio­ne del­le regio­ni per per­met­te­re loro di dotar­si del­le risor­se neces­sa­rie per affron­ta­re que­ste malat­tie — che non pos­so­no esse­re cura­te sol­tan­to in una cli­ni­ca psi­chia­tri­ca, ma anzi esi­go­no dei repar­ti appo­si­ti. I 25 milio­ni stan­zia­ti ave­va­no per­mes­so ad alcu­ne Regio­ni di orga­niz­zar­si sul ter­ri­to­rio per offri­re alme­no par­zial­men­te del­le rispo­ste e del­le strut­tu­re. Tut­to que­sto ora non sarà più possibile.

Il Gover­no Melo­ni non è inten­zio­na­to a inve­sti­re in que­sta fon­da­men­ta­le tute­la del­la salu­te men­ta­le e fisi­ca. Dopo aver par­la­to impro­pria­men­te e in modo del tut­to deni­gra­to­rio di que­sti distur­bi come di “devian­ze” — ridu­cen­do­li alla stre­gua di capric­ci e pro­po­nen­do sem­pli­ci “solu­zio­ni” asso­lu­ta­men­te inef­fi­ca­ci — oggi sce­glie defi­ni­ti­va­men­te di non inve­sti­re più sul­la vita di inte­re gene­ra­zio­ni e di spaz­za­re via ogni pro­get­tua­li­tà in merito.

I nume­ri par­la­no chia­ro: sono più 4 milio­ni le per­so­ne col­pi­te da DCA e 4000 sono le mor­ti accer­ta­te ogni anno in Ita­lia. Con i nuo­vi tagli ci saran­no sem­pre meno posti per curar­si, meno pro­fes­sio­ni­sti e meno luo­ghi spe­ci­fi­ca­ta­men­te dedi­ca­ti ai per­cor­si di cura di que­sti distur­bi. Non c’è più tem­po da per­de­re, non pos­sia­mo aspet­ta­re ulte­rior­men­te! Sare­mo a fian­co di tut­te le asso­cia­zio­ni che si occu­pa­no del­la tute­la di chi sof­fre di DCA per ricor­da­re che la cura non è un pri­vi­le­gio, ma un dirit­to!

 

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