Decreti sicurezza: non c’è bis senza ter

Allo stato, queste annunciate “modifiche” cambiano poco o nulla, confermano l’impianto politico dei provvedimenti precedenti, e mettono la maggioranza “giallorossa” in piena continuità con quella “gialloverde”.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La Repub­bli­ca elen­ca nell’edizione odier­na qua­li sareb­be­ro i cam­bia­men­ti che la mini­stra Lamor­ge­se inten­de por­ta­re ai decre­ti sicu­rez­za, a suo tem­po volu­ti da Sal­vi­ni e con­ver­ti­ti in leg­ge dal­la pre­ce­den­te mag­gio­ran­za gialloverde.

L’intento dichia­ra­to sareb­be quel­lo di rece­pi­re le “osser­va­zio­ni” del Pre­si­den­te Mat­ta­rel­la all’atto del­la fir­ma del decre­to sicu­rez­za bis in data 8 ago­sto 2019. Il Pre­si­den­te, a quel­le osser­va­zio­ni cri­ti­che, ave­va tut­ta­via pre­mes­so: “Al di là del­le valu­ta­zio­ni nel meri­to del­le nor­me, che non com­pe­to­no al Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca…”, pre­ci­san­do così come le sue valu­ta­zio­ni fos­se­ro di carat­te­re pura­men­te tec­ni­co, lega­te alla coe­ren­za costi­tu­zio­na­le, a cri­te­ri di ragio­ne­vo­lez­za igno­ra­ti, al rischio di intro­dur­ne altri del tut­to discre­zio­na­li, in un’ottica di com­pa­ti­bi­li­tà del­le nor­me fra loro. Ma in osse­quio al suo ruo­lo alcu­na cri­ti­ca poli­ti­ca era sta­ta sol­le­va­ta sull’impianto nor­ma­ti­vo.

Per­tan­to, pri­ma anco­ra di esa­mi­na­re le pos­si­bi­li modi­fi­che, la stes­sa pre­mes­sa del­la mini­stra infor­ma che l’impianto nor­ma­ti­vo, e quin­di la filo­so­fia poli­ti­ca, la ratio legis, dei due decre­ti Sal­vi­ni riman­go­no immu­ta­ti, sia nel pre­sup­po­sto, pro­teg­ge­re il Pae­se da un’invasione che non esi­ste, che nel­le con­se­guen­ze, limi­ta­re a prio­ri e in varie moda­li­tà i dirit­ti costi­tu­zio­na­li di esse­ri uma­ni che arri­va­no in Ita­lia, non­ché dei cit­ta­di­ni ita­lia­ni, nel­la par­te che li riguar­da, lega­ta a tute­la del “deco­ro” urba­no e dirit­to di manifestare.

Le anti­ci­pa­zio­ni con­fer­ma­no la premessa.

Ridur­re arit­me­ti­ca­men­te l’importo del­le mul­te alle navi del­le ONG, sen­za eli­mi­na­re il pote­re di impe­di­re discre­zio­nal­men­te lo sbar­co di nau­fra­ghi rac­col­ti in mare nel por­to sicu­ro più vici­no, secon­do le con­ven­zio­ni inter­na­zio­na­li, di ran­go supe­rio­re alla leg­ge ordi­na­ria, signi­fi­ca con­fer­ma­re l’illegalità e l’arbitrarietà. Mul­te che riman­go­no ille­git­ti­me indi­pen­den­te­men­te dal­la som­ma richie­sta, come con­fer­ma­to dai prov­ve­di­men­ti giudiziari.

Par­la­re di rispri­sti­no del­la cor­ni­ce nor­ma­ti­va che affer­ma come impre­scin­di­bi­li gli obbli­ghi costi­tu­zio­na­li e inter­na­zio­na­li anche nel­la valu­ta­zio­ne del­le richie­ste di pro­te­zio­ne da par­te dei migran­ti, è una tau­to­lo­gia che non signi­fi­ca nul­la, poi­ché que­gli obbli­ghi non sono sta­ti scal­fi­ti, né potreb­be­ro esser­lo, data la loro natu­ra di nor­ma di ran­go supe­rio­re, dai “decre­ti sicurezza”.

L’unico aspet­to posi­ti­vo potreb­be esse­re rela­ti­vo ai modi e tem­pi di esa­me del­le doman­de, ma è pre­ma­tu­ro valu­ta­re come ciò pos­sa avve­ni­re in un con­te­sto nor­ma­ti­vo in cui tut­ta la pro­ce­du­ra lega­ta alle istan­ze del migran­te è osta­co­la­ta dal pun­to di vista giu­di­zia­rio, ivi com­pre­sa la com­pres­sio­ne pro­ces­sua­le dei suoi dirit­ti con l’eliminazione dell’appello.

Irri­le­van­te anche la que­stio­ne lega­ta alla distin­zio­ne, quan­to ai pub­bli­ci uffi­cia­li, fra tuto­ri dell’ordine pub­bli­co, magi­stra­ti e sem­pli­ci fun­zio­na­ri, come le mae­stre ele­men­ta­ri, segno tan­gi­bi­le dell’ignoranza legi­sla­ti­va gialloverde.

Allo sta­to, quin­di, que­ste annun­cia­te “modi­fi­che” cam­bia­no poco o nul­la, con­fer­ma­no l’impianto poli­ti­co dei prov­ve­di­men­ti pre­ce­den­ti, e met­to­no la mag­gio­ran­za “gial­lo­ros­sa” in pie­na con­ti­nui­tà con quel­la “gial­lo­ver­de”.

Del resto sia un colo­re che il pre­mier sono rima­sti ugua­li, lo stu­po­re dovreb­be arri­va­re osser­van­do chi pri­ma ha cri­ti­ca­to dura­men­te que­ste nor­me, e ora, a quan­to pare, si pre­pa­ra a rati­fi­car­le con un po’ di cipria e belletto.

Ma ormai, dopo la con­fer­ma dei trat­ta­ti con la Libia e quel­la più recen­te sull’acquisto dei cac­cia F35, non ci si stu­pi­sce più di nulla.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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