Il decreto-bis approdato in Consiglio dei Ministri è un vero e proprio manuale di incostituzionalità.
Come al solito si usa lo strumento eccezionale del decreto-legge governativo in assenza dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza previsti dalla Costituzione: la pistola fumante che sbugiarda le cattive intenzioni di Capitan Disumano è l’attribuzione in via strutturale del potere di inibire l’ingresso alle navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica al Ministro dell’Interno, spogliandone il ministro naturale, che è quello delle infrastrutture e dei trasporti.
Si tratta di materia ordinamentale, di stretta competenza parlamentare, su cui sarebbe d’obbligo un serio ed approfondito dibattito pubblico e invece basta il gabinetto (in senso tecnico) del ministro dell’interno per riscrivere le regole.
Ma l’incostituzionalità più flagrante emerge dal merito del provvedimento: la punizione con sanzioni amministrative pecuniarie abnormi (da 10.000 a 50.000 euro) di comandante, armatore e proprietario delle navi usate per salvare – doverosamente – vite umane in mare è l’ultimo capitolo, il più sporco e indecente, della guerra alle ONG (e ai diritti umani) inaugurata dal codice Minniti nel 2017 e proseguita con la “chiusura dei porti” e il “sequestro di persona con salvacondotto ministeriale” di Salvini.
Ovviamente un decreto-legge non può far venir meno gli obblighi internazionali che derivano dalle Convenzioni di Amburgo, di Montego-bay, di Ginevra, dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dalla stessa Costituzione italiana: le navi delle ONG avranno tutto il diritto e tutto il dovere — come ogni nave che incorra in un naufragio o in persone che versino in stato di pericolo in mare — di intervenire per mettere in salvo i naufraghi e condurli nel porto sicuro più vicino.
Ma se il decretaccio-bis fosse approvato, la loro libertà di azione, finalizzata al salvataggio di vite umane, sarebbe minacciata, ritardata e ostacolata dalle interferenze del ministro dell’interno.
Il finanziamento di operazioni di polizia sotto copertura, poi, solo per il contrasto del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è sintomatico dello scopo elettoralistico della norma: quelle risorse, 500.000 euro per il 2019, 1 milione di euro per il 2020 e 1 milione e mezzo di euro per il 2021 andavano piuttosto destinate alla lotta al lavoro nero, allo sfruttamento lavorativo e sessuale, al caporalato, alla riduzione in schiavitù, al traffico di esseri umani.
Con la modifica di alcune norme della Legge 152/1975 (Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico) si inaspriscono pene e si introducono nuove fattispecie di reato per limitare il dissenso in occasioni di manifestazioni in luogo pubblico.
L’ulteriore stretta securitaria riguarda l’art. 131 bis del codice penale, che fino ad oggi prevedeva che nei reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale.
Se il decreto-bis sarà approvato, per i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale non si potrà mai escludere la punibilità nemmeno quando si tratti di fatto di lievissima entità, che non abbia cagionato alcun danno e del tutto occasionale.
Oltre alla esclusione della non punibilità per speciale tenuità del fatto, i reati di resistenza, violenza e minacciata sono aggravati se commessi in occasione di manifestazioni pubbliche ed è prevista la reclusione da 1 a 5 anni per il reato di danneggiamento commesso durante pubbliche manifestazioni.
Infine, è prevista l’istituzione di un fondo di premialità per le politiche di rimpatrio che dovrebbe finanziare intese bilaterali con paesi che accettino la riammissione di cittadini stranieri irregolari, a scapito delle misure di rimpatrio volontario e assistito già decapitate col primo decreto Salvini.
Insomma, lo stato di polizia è servito: con una grave limitazione delle libertà di tutti i cittadini in occasione di manifestazioni pubbliche e con una ulteriore iniezione di disumanità e cinismo sul tema dell’accoglienza e della protezione internazionale.