Politicamp 2016 (=) Dentro la riforma, Reggio Emilia, sabato 16 luglio

La Costituzione, la sua riforma e il referendum vede alternarsi sul palco un vero e proprio dream team di costituzionalisti e politologi: Nadia Urbinati, Gianfranco Pasquino, Andrea Pertici, Roberto Zaccaria e Barbara Pezzini.

La Costi­tu­zio­ne, la sua rifor­ma e il refe­ren­dum vede alter­nar­si sul pal­co un vero e pro­prio dream team di costi­tu­zio­na­li­sti e poli­to­lo­gi. Den­tro la rifor­ma, lezio­ni di dirit­to costi­tu­zio­na­le per un voto con­sa­pe­vo­le il tito­lo del­la mat­ti­na­ta, divi­sa in due ses­sio­ni: docen­ti del­la pri­ma Nadia Urbi­na­ti, con una lezio­ne dal tito­lo Ha anco­ra sen­so vota­re? (Gli elet­to­ri e la rifor­ma), e Gian­fran­co Pasqui­no (Leg­ge ele­to­ra­le e rifor­ma costi­tu­zio­na­le: gli effet­ti del­la com­bi­na­zio­ne). La secon­da ses­sio­ne con il nostro Andrea Per­ti­ci (Come cam­bia il Par­la­men­to), seguo­no Rober­to Zac­ca­ria (Come cam­bia­no le leg­gi) e Bar­ba­ra Pez­zi­ni (Come cam­bia­no le auto­no­mie). Un dibat­ti­to tra pub­bli­co e rela­to­ri segue sia la pri­ma che la secon­da ses­sio­ne. Il video inte­gra­le QUI.

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Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.