Di Maio senza idee sulla crisi di Bekaert

Neanche in questo caso ci si è posti il problema di come gestire il licenziamento dei lavoratori, quali strumenti di supporto dare loro a disposizione. Sono stati così rapidi a chiedere spiegazioni in Europa, il ministro e il suo staff, quanto sono stati inefficaci e privi di idee al tavolo delle trattative.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Lo steel­cord è un filo di accia­io usa­to per costi­tui­re la fit­ta tra­ma metal­li­ca che avvol­ge la  car­cas­sa degli pneu­ma­ti­ci. Pirel­li ha pro­dot­to steel­cord sino al 2014. Il suo sta­bi­li­men­to di pun­ta era situa­to a Figli­ne, comu­ne del­la cit­tà metro­po­li­ta­na di Firen­ze. A mag­gio del 2013, l’annuncio: Pirel­li non ritie­ne più par­te del suo ‘core busi­ness’ la pro­du­zio­ne di que­sto mate­ria­le. L’avvio del tavo­lo del­le trat­ta­ti­ve al MISE ha deter­mi­na­to uno stal­lo dura­to sino alla ven­di­ta di tut­to il com­par­to steel­cord di Pirel­li alla mul­ti­na­zio­na­le Bekaert. La riu­nio­ne al MISE in cui vie­ne comu­ni­ca­to l’avvio del nego­zia­to esclu­si­vo con la mul­ti­na­zio­na­le bel­ga, lea­der mon­dia­le del set­to­re, è del gen­na­io 2014. Bekaert suben­tra a Pirel­li il mese suc­ces­si­vo. Nel cor­so del 2014 Bekaert rile­va anche gli sta­bi­li­men­ti Pirel­li a Izmit (Tur­chia), a Sla­ti­na (Roma­nia), a Suma­re’ (Bra­si­le), a Yan­z­hou (Cina). Pirel­li è usci­ta da que­sta atti­vi­tà per­ché a suo avvi­so non pre­sen­ta ade­gua­te dimen­sio­ni com­pe­ti­ti­ve e suf­fi­cien­te mar­gi­na­li­tà.

Al mini­ste­ro si svol­go­no altre riu­nio­ni perio­di­che con la nuo­va pro­prie­tà, alme­no due: il 1 dicem­bre 2016, il 13 Luglio 2017. In entram­be, la socie­tà bel­ga ha deli­nea­to, alla pre­sen­za dei fun­zio­na­ri del mini­ste­ro, i pia­ni indu­stria­li dedi­ca­ti allo sta­bi­li­men­to di Figli­ne. Sono ben tre i pro­get­ti asse­gna­ti al Dipar­ti­men­to R&D di Figli­ne, rite­nu­to all’altezza del­le sfi­de di carat­te­re glo­ba­le: accan­to a que­sti nuo­vi pro­get­ti, «il team R&D di Figli­ne rima­ne il cen­tro di svi­lup­po di tut­ti i pro­dot­ti lega­ti alla Pirel­li e con­ti­nue­rà a for­ni­re il sup­por­to tec­ni­co agli impian­ti del­la ex Pirel­li», annun­cia­no i ver­ti­ci di Bekaert.

Nel 2017 ven­go­no rive­la­ti al tavo­lo del MISE le enti­tà degli inve­sti­men­ti per l’anno suc­ces­si­vo: 2 milio­ni di euro in ricer­ca e svi­lup­po, 950mila euro di inve­sti­men­ti per lo sta­bi­li­men­to di Figli­ne. Pirel­li con­ti­nua ad esse­re clien­te di Bekaert: la con­fer­ma degli accor­di com­mer­cia­li «gra­zie alla recen­te sot­to­scri­zio­ne di un nuo­vo accor­do, che va ben oltre il 2017 (cin­que anni)», è ripor­ta­to sul ver­ba­le di incon­tro pres­so il MISE, 13 Luglio 2017). I livel­li occu­pa­zio­na­li sono con­fer­ma­ti, i sin­da­ca­ti sono tran­quil­li. Tut­to sem­bra pro­ce­de­re nel sen­so del­la sta­bi­liz­za­zio­ne dell’azienda nel sito di Figli­ne. I volu­mi di steel­cord atte­si per il 2018 sono pari a 11.500 tonnellate.

In que­sta fase sono tut­ti pre­sen­ti al tavo­lo del­le trat­ta­ti­ve: i rap­pre­sen­tan­ti del­le orga­niz­za­zio­ni sin­da­ca­li, il sin­da­co di Figli­ne, la Regio­ne Tosca­na, il Mini­ste­ro del­lo Svi­lup­po Eco­no­mi­co. Tut­ti, tran­ne Di Maio, ovviamente.

Il 20 Luglio 2017, set­te gior­ni dopo l’incontro al MISE, sul sito del­la mul­ti­na­zio­na­le com­pa­re un comu­ni­ca­to in cui si ammet­to­no le dif­fi­col­tà del grup­po: «Men­tre la doman­da di volu­mi nei mer­ca­ti auto­mo­ti­ve e del­lo steel­cord rima­ne for­te, l’effet­to nega­ti­vo sul­la mar­gi­na­li­tà di una serie di fat­to­ri che han­no pesa­to sul­la nostra red­di­ti­vi­tà a par­ti­re dal­la secon­da metà del 2017, sem­bra esse­re più inci­si­vo e più dura­tu­ro di quan­to pre­vi­sto» (sito di Bekaert). A pesa­re mag­gior­men­te, la vola­ti­li­tà dei prez­zi del­le bobi­ne dei cavi in accia­io e l’incertezza sul­le poli­ti­che com­mer­cia­li (l’effetto Trump?). Solo un mese pri­ma, Bekaert ave­va cedu­to par­te del­la pro­prie­tà del­lo sta­bi­li­men­to bra­si­lia­no di Suma­ré a Arce­lo­mit­tal, colos­so indu­stria­le mon­dia­le ope­ran­te nel set­to­re del­l’ac­cia­io. La ten­den­za era già nega­ti­va a metà 2017, ma al MISE nes­su­no sape­va, nes­su­no ha domandato.

Un anno dopo la cri­si è con­cla­ma­ta: la com­bi­na­zio­ne di una serie di fat­to­ri ha fat­to scen­de­re l’E­BIT (Ear­nings Befo­re Inte­rests and Taxes) del 37%, a 111 milio­ni di euro. La deci­sio­ne di chiu­de­re Figli­ne vie­ne annun­cia­ta alla stam­pa il 22 giu­gno 2018: «A cau­sa di una strut­tu­ra dei costi signi­fi­ca­ti­va­men­te più ele­va­ta rispet­to ad altri impian­ti di rin­for­zo del­la gom­ma Bekaert nel­l’a­rea EMEA, l’im­pian­to non è sta­to in gra­do di gene­ra­re una per­for­man­ce finan­zia­ria­men­te soste­ni­bi­le» (sito di Bekaert).

Tre­cen­to­di­ciot­to lavo­ra­to­ri ver­so il licen­zia­men­to. Il know how del dipar­ti­men­to R&D disper­so. La Dire­zio­ne di Bekaert diser­ta il pri­mo incon­tro davan­ti al mini­stro Di Maio. Uno schiaf­fo­ne. Al comu­ni­ca­to del MISE, duris­si­mo, segue una nuo­va con­vo­ca­zio­ne. Di Maio davan­ti alle tele­ca­me­re e ai tac­cui­ni dei gior­na­li­sti pare mol­to sec­ca­to e gri­da: la scel­ta di Bekaert «è un insul­to allo Sta­to […] Mai visto un’a­zien­da così arro­gan­te, tro­ve­re­mo stru­men­ti di moral suasion». 

Ma nel­la riu­nio­ne del 30 luglio, alla pre­sen­za del Vice Capo di Gabi­net­to, Gior­gio Sorial, l’ex par­la­men­ta­re 5 Stel­le mem­bro nel­lo staff di Di Maio, Bekaert insi­ste con l’avvio del pia­no di licen­zia­men­ti a fron­te di debo­li impe­gni da par­te dell’azienda mede­si­ma (pro­se­cu­zio­ne del­le atti­vi­tà sino al 31 dicem­bre 2018 e pro­mo­zio­ne di pro­get­ti di rein­du­stria­liz­za­zio­ne per il sito di Figli­ne pre­sen­ta­ti da ter­ze par­ti che non sia­no con­cor­ren­ti di Bekaert). Dinan­zi alla rispo­sta con­tra­ria del­le orga­niz­za­zio­ni sin­da­ca­li, che inve­ce chie­do­no la sospen­sio­ne dei licen­zia­men­ti, le rap­pre­sen­tan­ze isti­tu­zio­na­li non han­no da offri­re alcu­na con­tro­pro­po­sta all’azienda. Dove sono gli stru­men­ti di ‘moral sua­sion’ anti­ci­pa­ti dal mini­stro? Dov’è fini­ta quel­la durez­za osten­ta­ta a parole?

Il tavo­lo fra le par­ti pro­se­gue lon­ta­no dal MISE, pres­so le sedi del­le isti­tu­zio­ni loca­li. Il 3 ago­sto i rap­pre­sen­tan­ti CISL annun­cia­no la sospen­sio­ne di licen­zia­men­ti sino al 3 set­tem­bre (lune­dì). I sin­da­ca­ti chie­do­no l’apertura (sacro­san­ta) del­la cas­sa inte­gra­zio­ne straor­di­na­ria, ma dal gover­no non una paro­la su que­sto. Nel frat­tem­po, i lavo­ra­to­ri han­no occu­pa­to l’azienda e impe­di­to il tra­sfe­ri­men­to dei mac­chi­na­ri in Roma­nia. «Fer­mia­mo que­ste impre­se», ave­va det­to il mini­stro Di Maio, «c’è tan­ta sof­fe­ren­za in tut­ta Italia».

Nell’audizione alla Came­ra del 18 luglio, il mini­stro ha spie­ga­to all’aula di aver già pre­sen­ta­to «un’in­ter­ro­ga­zio­ne alla Com­mis­sio­ne Euro­pea affin­ché ven­ga fat­ta chia­rez­za su even­tua­li vio­la­zio­ni del­le diret­ti­ve UE da par­te del­la Bekaert per capi­re qua­li sia­no le azio­ni con­cre­te che la Com­mis­sio­ne inten­de por­ta­re avan­ti per risol­ve­re il pro­ble­ma del­le delo­ca­liz­za­zio­ni sel­vag­ge e dei para­di­si fisca­li pre­sen­ti tut­t’og­gi in Euro­pa […] Con il Decre­to Digni­tà por­re­mo un gran­de fre­no ai com­por­ta­men­ti alla Bekaert che si veri­fi­che­ran­no in futu­ro, ossia alle delo­ca­liz­za­zio­ni.» (MISE, 18 luglio 2018). Nean­che in que­sto caso ci si è posti il pro­ble­ma di come gesti­re il licen­zia­men­to dei lavo­ra­to­ri, qua­li stru­men­ti di sup­por­to dare loro a dispo­si­zio­ne. Sono sta­ti così rapi­di a chie­de­re spie­ga­zio­ni in Euro­pa, il mini­stro e il suo staff, quan­to sono sta­ti inef­fi­ca­ci e pri­vi di idee al tavo­lo del­le trat­ta­ti­ve.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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