Diamo all’Italia la possibilità dell’onda verde. Il momento è ora

C’è una sola vera que­stio­ne e un solo vero moti­vo per impe­gnar­si e un solo vero moti­vo per anda­re a vota­re: pre­ten­de­re il con­tra­sto, imme­dia­to e glo­ba­le, muo­ven­do dall’Europa, ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci per tra­sfor­mar­li nel­la più gran­de oppor­tu­ni­tà di ripre­sa eco­no­mi­ca e ridu­zio­ne del­le dise­gua­glian­ze.

Una sfi­da che non può esse­re bana­liz­za­ta da nes­su­no. A Sud, ma anche tan­te altre zone del Pae­se, nel­le ulti­me ore si sta facen­do l’ennesima con­ta dei dan­ni all’agricoltura a cau­sa dell’emergenza cli­ma­ti­ca e non basta­no più misu­re tam­po­ne. Biso­gna pre­ten­de­re un cam­bio com­ple­to di paradigma.

Quei dan­ni all’agricoltura non solo solo dan­ni alle col­tu­re ma riguar­da­no tut­ti noi: le nostre eco­no­mie, i prez­zi dei pro­dot­ti, la qua­li­tà del cibo e quin­di la nostra salute.

C’è una que­stio­ne più gran­de di que­sta? Esi­ste un’altra sfi­da che con­tie­ne, come una matrio­ska, tut­te le altre?

Lo san­no benis­si­mo anche gli impren­di­to­ri cro­to­ne­si col­pi­ti lo scor­so autun­no da una vio­len­ta trom­ba d’aria che solo per cir­co­stan­ze for­tui­te non ha lascia­to vit­ti­me oltre ai dan­ni economici.

Mi è capi­ta­to nei gior­ni scor­si di par­la­re con qual­cu­no di loro e il pro­ble­ma se lo pon­go­no ecco­me e allo stes­so modo scru­ta­no nel­la soste­ni­bi­li­tà la stra­da per usci­re dal­la stagnazione.

Poi inve­ce sfo­gli i gior­na­li e leg­gen­do i com­men­ti poli­ti­ci ti accor­gi che è la soli­ta sto­ria: tu indi­chi la luna e qual­cu­no guar­da il dito.

Ha fat­to bene Pip­po Civa­ti a evi­den­zia­re la dif­fe­ren­za tra le can­di­da­tu­re rispon­den­ti al pro­get­to e altre asso­lu­ta­men­te incom­pa­ti­bi­li. Chia­ri­te le respon­sa­bi­li­tà e la giu­sta distan­za restia­mo per lot­ta­re e occu­pa­re uno spa­zio che non lascia­mo né ai fasci­sti né ai popu­li­sti e pro­se­guia­mo nel dare anche all’Italia la pos­si­bi­li­tà di aggan­ciar­si a quell’ “onda ver­de” che sta tra­vol­gen­do altri Sta­ti Mem­bri dell’Unione, rico­no­scen­do nel­la pro­po­sta e nel lavo­ro dei Ver­di Euro­pei la stra­da giu­sta per il futu­ro del­le gene­ra­zio­ni pre­sen­ti e quel­le future.

C’è una ragio­ne se que­sto Pae­se rima­ne bloc­ca­to, qua­si iner­me di fron­te alle sfi­de glo­ba­li e quel­la ragio­ne risie­de in una poli­ti­ca che anche quan­do si pro­po­ne per slo­gan come cam­bia­men­to, fini­sce per par­la­re solo di se stes­sa e a se stes­sa. Sen­za più con­si­de­ra­re che il suo com­pi­to è quel­lo di dare rispo­sta alle que­stio­ni che inte­res­sa­no i cit­ta­di­ni, indi­ca­re solu­zio­ni che pos­sa­no cam­bia­re le loro vite.

Man­ca­no 10 gior­ni alle ele­zio­ni euro­pee ma soprat­tut­to man­ca­no solo 11 anni al col­las­so cli­ma­ti­co irre­ver­si­bi­le. E di ele­zio­ni nel mez­zo non ce ne sono tantissime.

Il momen­to è ora, ce lo chie­do­no i milio­ni di gio­va­ni in tut­to il mon­do che stan­no ani­man­do le piaz­ze da mesi.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.