Con l’arrivo in Senato della discussione sull’autonomia differenziata si compie un altro passo verso l’approvazione di un DDL che aumenterebbe le disuguaglianze tra le regioni del nord e del sud.
Si tratta di un provvedimento che ha come obiettivo il trasferimento di competenze alle regioni e, soprattutto, permetterebbe a queste di trattenere il gettito fiscale che non sarebbe più redistribuito a livello centrale.
Fermo restando che in fatto di sanità le competenze sono già in gran quantità in mano alle regioni, il tema delle risorse è un punto che metterebbe in difficoltà il nostro vessato sistema sanitario.
L’autonomia differenziata coi suoi LEP di fatto ridurrebbe le risorse di regioni come Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria, fondi che andrebbero a regioni come Lombardia, Veneto e Emilia Romagna.
I dati della mobilità sanitaria ci dicono che nel 2021 sono stati spesi 4,25 miliardi (GIMBE) per la mobilità sanitaria, per lo più verso le regioni cosiddette virtuose del nord, tuttavia, se venisse approvata la riforma, questo fenomeno aumenterebbe, di fatto spolpando i sistemi sanitari di regioni già in sofferenza, causando quindi la migrazione dei professionisti sanitari in cerca di condizioni di lavoro e stipendi migliori.
In un paese normale le disuguaglianze andrebbero ridotte, non aumentate, ma alla destra al governo va bene così.
Gruppo Salute Possibile