[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1508409624660{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]«La Padania è un feudo leghista fondato sullo smog»: una volta sancita la cialtronesca autonomia (che non esiste) ex referendum farsa del 22 ottobre potremo finalmente dirlo con chiarezza. C’è una cosa, infatti, che accomuna chi risiede a sud della Alpi e a nord del Po, e che può senza dubbio caratterizzare la “specialità” lombarda: questa cosa si chiama inquinamento da polveri sottili, un nemico poco visibile proprio nel momento in cui gli siamo più vicini, ma che causa centinaia, migliaia di morti ogni anno.
In questi giorni è tornato a essere più visibile e percepibile. Non è necessario recarsi nello spazio. Di giorno il cielo è grigio: una cappa nasconde il sole e nasconde le Alpi. Di sera l’aria si fa pesante. Ai piani alti della macroregione c’è chi invoca la pioggia, senza rendersi conto che i problemi stanno ai loro piedi e che, in definitiva, i problemi sono loro.
Sono loro che, in particolare negli ultimi venti anni, hanno pianificato e incentivato uno sviluppo urbanistico scellerato, fatto di grandi autostrade incomplete, deserte e costose, di un sistema ferroviario non ancora integrato, di opposizione a qualsiasi strumento per ridurre il traffico veicolare (pensiamo alla battaglia su Area C, a Milano). Sono loro che hanno fatto pochissimo per il trasporto pubblico locale e per la conversione ecologica dell’economia, fatta di autoproduzione energetica e efficientamento. Sono loro che hanno consumato suolo a ritmi vertiginosi dimenticandosi che il suolo immagazzina carbonio e svolge un sacco di altri servizi ecosistemici.
Sono sempre loro che ora ci chiedono di votare un referendum per chiedere maggiore autonomia su una miriade di materie tra le quali figurano la tutela dell’ambiente e della salute, oltre che le grandi reti di trasporto. Vogliono più competenze per fare peggio di così, dopo aver imposto scelte e costruito infrastrutture inutili sulla pelle delle comunità locali.
Domenica, invece di votare alle consultazioni padane, scegliamo una domenica senz’auto (e senza cialtroneria).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]