Chi eleggerà i futuri (si spera di No) Senatori, spiegato bene

Spiace, spiace davvero che nel nostro paese ci siano Costituzionalisti che scivolano nella retorica governativa arrivando ad affermare - testualmente - che «sarà un Senato in realtà eletto direttamente dai cittadini».

Spia­ce, spia­ce dav­ve­ro che nel nostro pae­se ci sia­no costi­tu­zio­na­li­sti che sci­vo­la­no nel­la reto­ri­ca gover­na­ti­va arri­van­do ad affer­ma­re — testual­men­te — che «sarà un Sena­to in real­tà elet­to diret­ta­men­te dai cit­ta­di­ni». E’ suf­fi­cien­te l’a­na­li­si logi­ca per ren­der­si con­to che non è così, dato che l’art. 57, così come rifor­ma­to dal­la pro­po­sta che vote­re­mo dome­ni­ca, reci­ta che «I Con­si­gli regio­na­li […] eleg­go­no, con meto­do pro­por­zio­na­le, i sena­to­ri fra i pro­pri componenti».

whatsapp-image-2016-12-01-at-08-59-18
Il pro­fes­sor Fran­ce­sco Cle­men­ti smon­ta bufa­le che non lo sono.

Per scru­po­lo, sono anda­to a cer­ca­re le bene­det­te defi­ni­zio­ni sul dizio­na­rio Trec­ca­ni, e ho trovato:

Elèg­ge­re  1. Ele­va­re a un gra­do, a una cari­ca, a una digni­tà, a un pub­bli­co uffi­cio attra­ver­so ele­zio­ni: e. i depu­ta­ti, i senatori;

E allo­ra mi sono chie­sto che saran­no mai, que­ste elezioni:

Ele­zio­ni Le ele­zio­ni sono pro­ce­du­re attra­ver­so le qua­li si scel­go­no una o più per­so­ne per una o più cari­che median­te una votazione.

E che saran­no mai, que­ste votazioni?

Vota­zió­ne 1. L’atto, il fat­to e il pro­ce­di­men­to di vota­re, come for­ma­zio­ne ed espres­sio­ne del­la pro­pria volon­tà o scel­ta da par­te dei com­po­nen­ti un cor­po elet­to­ra­le o un orga­no collegiale.

Tut­to que­sto rin­cor­rer­si di defi­ni­zio­ni per riba­di­re un con­cet­to che dovreb­be esse­re scon­ta­to anche per uno stu­den­te di Scien­ze Poli­ti­che al pri­mo anno, e cioè che un’e­le­zio­ne pre­ve­de l’e­ser­ci­zio di un voto attra­ver­so il qua­le si espri­me libe­ra­men­te la pro­pria volon­tà. Di con­se­guen­za, i Con­si­gli regio­na­li deter­ran­no il pote­re elet­ti­vo dei Sena­to­ri, per­ché così è scrit­to in Costi­tu­zio­ne: in alcun modo si può pen­sa­re che saran­no i cit­ta­di­ni a eleg­ge­re diret­ta­men­te i Senatori.

Fac­cia­mo un esem­pio mol­to con­cre­to. Una deci­na di regio­ni eleg­ge­ran­no due Sena­to­ri: un sin­da­co e un con­si­glie­re regio­na­le. Sup­po­nia­mo che in Ligu­ria (una di que­ste) si pre­sen­ti­no alle ele­zio­ni regio­na­li due sole liste, A e B, e che la lista A vin­ca con il 55% dei voti espres­si. Sup­po­nia­mo anche, però, che il can­di­da­to con­si­glie­re Ros­si, record­man di pre­fe­ren­ze, appar­ten­ga alla lista B, e che sie­da per­ciò nei ban­chi del­la minoranza.

Come ver­rà scel­to l’u­ni­co senatore/consigliere regio­na­le ligu­re? Ver­rà elet­to «con meto­do pro­por­zio­na­le», quin­di tra la mag­gio­ran­za? Ver­rà elet­to tenen­do con­to del­le «scel­te espres­se dagli elet­to­ri», lad­do­ve si inten­da (ma così non è det­to) l’e­spres­sio­ne del­le pre­fe­ren­ze? O, anco­ra, ver­rà scel­to sul­la base «dei voti espres­si e del­la com­po­si­zio­ne del Con­si­glio»? I vir­go­let­ta­ti sono tut­ti con­te­nu­ti nel mede­si­mo arti­co­lo del­la rifor­ma e apro­no a una serie di dif­fe­ren­ti inter­pre­ta­zio­ni che por­ta­no a con­clu­sio­ni dif­fe­ren­ti, dato che deli­nea­no meto­di dif­fe­ren­ti e per cer­ti aspet­ti in con­trad­di­zio­ne uno con l’altro.

Ed è qui che tor­na in gio­co il nostro ragio­na­men­to ini­zia­le. La nuo­va (si spe­ra di No) Costi­tu­zio­ne — riba­dia­mo — dice che «I Con­si­gli regio­na­li […] eleg­go­no, con meto­do pro­por­zio­na­le, i sena­to­ri fra i pro­pri com­po­nen­ti». Si trat­ta di un prin­ci­pio mol­to sem­pli­ce: saran­no i Con­si­gli regio­na­li, con una libe­ra espres­sio­ne di voto, a deci­de­re qua­le con­si­glie­re regio­na­le ligu­re andrà a Roma. E ci dispia­ce per il signor Ros­si, ma ci sono buo­ne pro­ba­bi­li­tà che la scel­ta non rica­drà su di lui, ma su un con­si­glie­re (vero­si­mil­men­te quel­lo che ha otte­nu­to più pre­fe­ren­ze) del­la lista di maggioranza.

Potreb­be­ro veri­fi­car­si altri casi, ancor più con­tro­ver­si, come quel­lo di un can­di­da­to con­si­glie­re record­man di pre­fe­ren­ze ma che non ven­ga elet­to con­si­glie­re regio­na­le, per­ché nel suo col­le­gio elet­to­ra­le il par­ti­to cui appar­tie­ne non ottie­ne seg­gi. E’ un’e­ven­tua­li­tà nep­pu­re così remo­ta, dato che i siste­mi elet­to­ra­li regio­na­li sem­pli­fi­ca­no mol­to il qua­dro poli­ti­co per assi­cu­ra­re un’am­pia mag­gio­ran­za ai Pre­si­den­ti di Regio­ne, che godo­no di un’in­ve­sti­tu­ra diret­ta dai cittadini.

Soste­ne­re che il Sena­to sarà elet­to diret­ta­men­te dai cit­ta­di­ni è — sem­pli­ce­men­te — fal­so. Lo capi­sce anche lo stu­den­te di cui sopra, che dopo aver dato l’e­sa­me di Scien­za Poli­ti­ca si rivol­ge­reb­be sen­za dub­bio ai nuo­vi padri costi­tuen­ti, per fer­mar­li, e chie­der­gli: «ma come dia­vo­lo vi sta venen­do in men­te di sovrap­por­re due siste­mi elet­to­ra­li diver­si?». E’ un Sena­to mai visto.

Nota a mar­gi­ne e di colo­re. Lo stes­so pro­fes­sor Cle­men­ti soste­ne­va, nel­l’a­pri­le 2014, che fos­se neces­sa­rio tene­re fer­ma «l’e­leg­gi­bi­li­tà indi­ret­ta, altri­men­ti l’elezione diret­ta non potreb­be che tra­dur­si in un neces­sa­rio e ine­lu­di­bi­le allar­ga­men­to dei pote­ri e del­le com­pe­ten­ze, a par­ti­re dal­la par­te­ci­pa­zio­ne diret­ta al rap­por­to fidu­cia­rio con il Gover­no tra­mi­te il voto di fidu­cia. Un effet­to deci­sa­men­te da evi­ta­re». Se l’e­le­zio­ne fos­se dav­ve­ro diret­ta, stan­do a quan­to soste­ne­va Cle­men­ti, dovrem­mo riscri­ve­re mez­za rifor­ma, in pra­ti­ca. Ma diret­ta non è. 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.