Chi eleggerà i futuri (si spera di No) Senatori, spiegato bene

Spiace, spiace davvero che nel nostro paese ci siano Costituzionalisti che scivolano nella retorica governativa arrivando ad affermare - testualmente - che «sarà un Senato in realtà eletto direttamente dai cittadini».

Spia­ce, spia­ce dav­ve­ro che nel nostro pae­se ci sia­no costi­tu­zio­na­li­sti che sci­vo­la­no nel­la reto­ri­ca gover­na­ti­va arri­van­do ad affer­ma­re — testual­men­te — che «sarà un Sena­to in real­tà elet­to diret­ta­men­te dai cit­ta­di­ni». E’ suf­fi­cien­te l’a­na­li­si logi­ca per ren­der­si con­to che non è così, dato che l’art. 57, così come rifor­ma­to dal­la pro­po­sta che vote­re­mo dome­ni­ca, reci­ta che «I Con­si­gli regio­na­li […] eleg­go­no, con meto­do pro­por­zio­na­le, i sena­to­ri fra i pro­pri componenti».

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Il pro­fes­sor Fran­ce­sco Cle­men­ti smon­ta bufa­le che non lo sono.

Per scru­po­lo, sono anda­to a cer­ca­re le bene­det­te defi­ni­zio­ni sul dizio­na­rio Trec­ca­ni, e ho trovato:

Elèg­ge­re  1. Ele­va­re a un gra­do, a una cari­ca, a una digni­tà, a un pub­bli­co uffi­cio attra­ver­so ele­zio­ni: e. i depu­ta­ti, i senatori;

E allo­ra mi sono chie­sto che saran­no mai, que­ste elezioni:

Ele­zio­ni Le ele­zio­ni sono pro­ce­du­re attra­ver­so le qua­li si scel­go­no una o più per­so­ne per una o più cari­che median­te una votazione.

E che saran­no mai, que­ste votazioni?

Vota­zió­ne 1. L’atto, il fat­to e il pro­ce­di­men­to di vota­re, come for­ma­zio­ne ed espres­sio­ne del­la pro­pria volon­tà o scel­ta da par­te dei com­po­nen­ti un cor­po elet­to­ra­le o un orga­no collegiale.

Tut­to que­sto rin­cor­rer­si di defi­ni­zio­ni per riba­di­re un con­cet­to che dovreb­be esse­re scon­ta­to anche per uno stu­den­te di Scien­ze Poli­ti­che al pri­mo anno, e cioè che un’e­le­zio­ne pre­ve­de l’e­ser­ci­zio di un voto attra­ver­so il qua­le si espri­me libe­ra­men­te la pro­pria volon­tà. Di con­se­guen­za, i Con­si­gli regio­na­li deter­ran­no il pote­re elet­ti­vo dei Sena­to­ri, per­ché così è scrit­to in Costi­tu­zio­ne: in alcun modo si può pen­sa­re che saran­no i cit­ta­di­ni a eleg­ge­re diret­ta­men­te i Senatori.

Fac­cia­mo un esem­pio mol­to con­cre­to. Una deci­na di regio­ni eleg­ge­ran­no due Sena­to­ri: un sin­da­co e un con­si­glie­re regio­na­le. Sup­po­nia­mo che in Ligu­ria (una di que­ste) si pre­sen­ti­no alle ele­zio­ni regio­na­li due sole liste, A e B, e che la lista A vin­ca con il 55% dei voti espres­si. Sup­po­nia­mo anche, però, che il can­di­da­to con­si­glie­re Ros­si, record­man di pre­fe­ren­ze, appar­ten­ga alla lista B, e che sie­da per­ciò nei ban­chi del­la minoranza.

Come ver­rà scel­to l’u­ni­co senatore/consigliere regio­na­le ligu­re? Ver­rà elet­to «con meto­do pro­por­zio­na­le», quin­di tra la mag­gio­ran­za? Ver­rà elet­to tenen­do con­to del­le «scel­te espres­se dagli elet­to­ri», lad­do­ve si inten­da (ma così non è det­to) l’e­spres­sio­ne del­le pre­fe­ren­ze? O, anco­ra, ver­rà scel­to sul­la base «dei voti espres­si e del­la com­po­si­zio­ne del Con­si­glio»? I vir­go­let­ta­ti sono tut­ti con­te­nu­ti nel mede­si­mo arti­co­lo del­la rifor­ma e apro­no a una serie di dif­fe­ren­ti inter­pre­ta­zio­ni che por­ta­no a con­clu­sio­ni dif­fe­ren­ti, dato che deli­nea­no meto­di dif­fe­ren­ti e per cer­ti aspet­ti in con­trad­di­zio­ne uno con l’altro.

Ed è qui che tor­na in gio­co il nostro ragio­na­men­to ini­zia­le. La nuo­va (si spe­ra di No) Costi­tu­zio­ne — riba­dia­mo — dice che «I Con­si­gli regio­na­li […] eleg­go­no, con meto­do pro­por­zio­na­le, i sena­to­ri fra i pro­pri com­po­nen­ti». Si trat­ta di un prin­ci­pio mol­to sem­pli­ce: saran­no i Con­si­gli regio­na­li, con una libe­ra espres­sio­ne di voto, a deci­de­re qua­le con­si­glie­re regio­na­le ligu­re andrà a Roma. E ci dispia­ce per il signor Ros­si, ma ci sono buo­ne pro­ba­bi­li­tà che la scel­ta non rica­drà su di lui, ma su un con­si­glie­re (vero­si­mil­men­te quel­lo che ha otte­nu­to più pre­fe­ren­ze) del­la lista di maggioranza.

Potreb­be­ro veri­fi­car­si altri casi, ancor più con­tro­ver­si, come quel­lo di un can­di­da­to con­si­glie­re record­man di pre­fe­ren­ze ma che non ven­ga elet­to con­si­glie­re regio­na­le, per­ché nel suo col­le­gio elet­to­ra­le il par­ti­to cui appar­tie­ne non ottie­ne seg­gi. E’ un’e­ven­tua­li­tà nep­pu­re così remo­ta, dato che i siste­mi elet­to­ra­li regio­na­li sem­pli­fi­ca­no mol­to il qua­dro poli­ti­co per assi­cu­ra­re un’am­pia mag­gio­ran­za ai Pre­si­den­ti di Regio­ne, che godo­no di un’in­ve­sti­tu­ra diret­ta dai cittadini.

Soste­ne­re che il Sena­to sarà elet­to diret­ta­men­te dai cit­ta­di­ni è — sem­pli­ce­men­te — fal­so. Lo capi­sce anche lo stu­den­te di cui sopra, che dopo aver dato l’e­sa­me di Scien­za Poli­ti­ca si rivol­ge­reb­be sen­za dub­bio ai nuo­vi padri costi­tuen­ti, per fer­mar­li, e chie­der­gli: «ma come dia­vo­lo vi sta venen­do in men­te di sovrap­por­re due siste­mi elet­to­ra­li diver­si?». E’ un Sena­to mai visto.

Nota a mar­gi­ne e di colo­re. Lo stes­so pro­fes­sor Cle­men­ti soste­ne­va, nel­l’a­pri­le 2014, che fos­se neces­sa­rio tene­re fer­ma «l’e­leg­gi­bi­li­tà indi­ret­ta, altri­men­ti l’elezione diret­ta non potreb­be che tra­dur­si in un neces­sa­rio e ine­lu­di­bi­le allar­ga­men­to dei pote­ri e del­le com­pe­ten­ze, a par­ti­re dal­la par­te­ci­pa­zio­ne diret­ta al rap­por­to fidu­cia­rio con il Gover­no tra­mi­te il voto di fidu­cia. Un effet­to deci­sa­men­te da evi­ta­re». Se l’e­le­zio­ne fos­se dav­ve­ro diret­ta, stan­do a quan­to soste­ne­va Cle­men­ti, dovrem­mo riscri­ve­re mez­za rifor­ma, in pra­ti­ca. Ma diret­ta non è. 

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