Gli inguaribili ottimisti del Pd e del Miur, convinti che la mobilità dei docenti dell’infanzia, primaria e secondaria avrebbe finalmente confermato o riportato nella provincia di residenza molte delle migliaia di docenti assunti lontano dai propri cari, dovranno ricredersi. E velocemente.
Al di là dei numerosi e vergognosi errori relativi alla mobilità che giorno dopo giorno saltano fuori, restano comunque moltissimi i docenti che in questi giorni hanno saputo che a settembre dovranno prendere servizio a centinaia di km da casa, in attesa della ‘chiamata per competenze’ dei Dirigenti.
Lontano dalle proprie famiglie. In barba a qualsiasi promessa ricevuta. Ecco alcuni dati. Sono centinaia i docenti che dalla Sicilia, Calabria e Campania dovranno trasferirsi al Nord. Su 366 docenti assunti in provincia di Benevento, ad esempio, ben il 27% dovrà trasferirsi in Lombardia e il 10% nel Lazio. Quasi tutti i docenti assunti in fase B ad Ascoli Piceno si sono visti assegnare una sede negli ambiti di Rovigo.
Emblematico è il caso della Puglia dove il numero dei docenti costretti a muoversi sta assumendo proporzioni preoccupanti. Sono infatti oltre un migliaio, ovvero il 90% degli assunti a tempo indeterminato, al momento, quelli costretti a partire.
Un vero e proprio esodo che vede complessivamente coinvolti oltre 8 mila docenti in tutta la penisola. Quale la ragione? La risposta è tutta nell’algoritmo utilizzato dal Miur per gestire la mobilità. E mentre migliaia di docenti chiedono che venga reso pubblico per verificare che tutto sia effettivamente andato come da regolamento, dal Miur nessuna risposta. Solo la certezza che tutto sia andato come doveva. Ma non è così. In Campania, ad esempio, su poco più di mille operazioni di mobilità, sono stati registrati oltre 400 errori.
Non rimane che chiedere a gran voce sia la pubblicazione dell’algoritmo che la ripetizione delle operazioni di mobilità.