Da Lione un solo grande slogan: “Choose Courage” (e la rivoluzione generazionale)
La parola d’ordine del Congresso dei Verdi Europei che si è tenuto a Lione dal 2 al 4 febbraio è stata: CORAGGIO.
Coraggio di fare scelte ecologiche e sostenibile nette. Coraggio di combattere apertamente la destra radicale e ogni forma di fascismo. Coraggio di lottare per la democrazia, i diritti e le libertà Coraggio di rivendicare le sfide che in questi anni hanno visto gli European Greens in prima fila per salvare il pianeta, unendo giustizia climatica e giustizia sociale.
Ma oltre tutto questo, Coraggio, in quei tre giorni, è stato anche abbracciare senza riserve la rivoluzione generazionale. Abbiamo ascoltato la voce di tantissime persone giovani che da ogni angolo di Europa si impegnano quotidianamente e saranno in corsa alle prossime elezioni europee.
La prima, italiana, Benedetta Scuderi, co-portavoce della FYEG, che era anche candidata per il ruolo di lead candidate in rappresentanza di un’intera generazione e del Sud Europa. Non ce l’ha fatta ma Terry Reintke, che insieme a Bas Eickhout, condurrà la campagna elettorale in tutta UE, ha 36 anni, attivista queer e transfemminista, in prima linea ai Pride dei Balcani e alle manifestazioni per i diritti delle donne nell’Europa dell’Est, già volto del gruppo parlamentare Greens/EFA, racconta di una politica che sembra ancora anni luce distante in Italia. Basta guardare ai numeri delle persone under 35 candidate ed elette nelle scorse tornate elettorali. Un disastro che immobilizza una generazione rendendoli troppo spesso spettatori passivi, sempre più frequentemente anche lontani dall’esercizio del diritto di voto o, di fatto, impossibilitati, come nel caso dei fuorisede.
A Lione, invece, i giovani c’erano ed erano protagonisti. Avevano spazi politici e anche quando quegli spazi erano condivisi prendevano parola, come nel caso degli emendamenti al manifesto politico, per rappresentare che loro, noi, siamo in prima linea perché politica è, anche, futuro e quel futuro siamo noi. E sono candidate, candidati, candidat*. Per noi di Possibile è stato sentirsi, finalmente, a casa.
Quei giovani hanno racconto le loro storie, di attivismo, di backlash, delle loro identità, spesso migranti, femministe, queer. Hanno condiviso gli attacchi ricevuti, da parte dei competitor politici e, anche, purtroppo, dei propri stessi partiti. A riprova che dobbiamo combattere il cis-etero-patriarcato sempre, anche in quei partiti che si dichiarano progressisti. Lo ha ribadito con forza Wanja Kaufmann – giovane candidata svedese che è una forza della natura – vittima in prima persona di quelle pratiche che i nostri partiti devono assolutamente rigettare ed eliminare. Lo ha confermato Zuzana Pavelková, giovane candidata per i Verdi della Repubblica Ceca, attaccata per il suo attivismo, perché donna, addirittura perché ha i capelli corti, il che la rende non “realmente” una donna. Sembrano storie distanti e slegate e, invece, in un panel tutto fatto da persone giovani, donne, migranti e LGBTQIA+, si è costruito un raccolto collettivo che si è trasformato in rabbia e forza condivisa.
E così le persone giovani a Lione hanno ribadito che scegliere il Coraggio significa scegliere di abbracciare totalmente le nostre battaglie generazionali e farlo cercando la propria “squad”, significa avere visibilità e rappresentanza perché la nostra generazione è stanca di essere rappresentata da qualcuno che intende parlare per noi.
Coraggio è, quindi, anche Rivoluzione Generazionale. E in Italia ne abbiamo un enorme bisogno.