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Per il decimo mese consecutivo si è registrato un calo degli sbarchi di migranti. Dal 1° luglio ad oggi sono arrivate 95.600 persone in meno rispetto all’anno precedente, un colpo straordinario ai trafficanti di esseri umani. Naturalmente nulla è mai acquisito una volta per tutte, ma i numeri ci dicono che quei processi possono essere governati. È innegabile che qualcosa stia cambiando.
Così Marco Minniti,Ministro dell’Interno, ieri alla cerimonia per i 166 anni della fondazione della Polizia di Stato.
Proviamo ad esaminare in dettaglio queste dichiarazioni.
“Sono arrivate 95.600 persone in meno rispetto all’anno precedente”: questo numero deve essere messo in contraddittorio col report annuale del Centro Astalli presentato al Teatro Argentina a Roma pochi giorni fa, secondo il quale “L’effetto delle misure introdotte nel corso del 2017 per ridurre il flusso degli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo centrale implica che i migranti siano trattenuti in Libia più a lungo e che possano essere soggetti a detenzione in condizioni critiche, anche più volte, nel caso in cui siano intercettati in mare e riportati in Libia. Il 40 per cento di chi arriva dalla Libia soffre per le violenze e i traumi subiti.”
Dunque, stando ai numeri, almeno 38.240 di quelle “persone in meno” sono state trattenute in Libia e sottoposte a quelle torture e trattamenti disumani e degradanti che l’art. 3 della CEDU vieta e che costituiscono violazioni dei diritti umani fondamentali tali da giustificare il diritto di asilo ai sensi dell’art. 10 comma 3 della Costituzione italiana.
“Un colpo straordinario ai trafficanti di esseri umani”: Francesca Mannocchi, su Middle East Eye, il 25 agosto 2017 scrive che “Gruppi armati stanno ricevendo ricompense per fermare le imbarcazioni in Libia, in cambio di aiuti, hangar aerei e grandi somme di denaro […] Agenzie di intelligence europee stanno negoziando con il comune di Sabratha, che parla per conto delle milizie locali che hanno ricevuto una cifra di cinque milioni di dollari per bloccare i migranti nell’area per almeno un mese e non permettere che imbarcazioni in gomma vengano sospinte verso l’Italia. […] Una persona ben informata ha sostenuto di aver ricevuto il resoconto di una riunione a Sabratha tra i funzionari dell’intelligence italiana e dei membri della milizia Anas Dabbashi.”
Poiché l’Italia ha pagato le milizie libiche per trattenere i migranti in un paese, la Libia, che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati, a seguito di questo minimo fact checking, le dichiarazioni del Ministro Minniti andrebbero riformulate nel modo seguente:
Per il decimo mese consecutivo si è registrato un calo degli sbarchi di migranti. Dal 1° luglio ad oggi sono arrivate 95.600 persone in meno rispetto all’anno precedente, un colpo straordinario ai trafficanti di esseri umani, nel senso che essi ci guadagnano più di prima, perché riempiamo i loro campi di concentramento in Libia e li paghiamo per trattenere lì i migranti. Naturalmente nulla è mai acquisito una volta per tutte, ma i numeri ci dicono che quei processi possono essere governati e il modo che abbiamo scelto per governarli ha come prezzo la violazione di diverse norme costituzionali ed internazionali poste a tutela dei diritti umani. È innegabile che qualcosa stia cambiando: la nostra sinistra di governo ha scelto di scimmiottare la destra sul terreno dei diritti umani e dell’immigrazione e infatti la destra, alle ultime elezioni, ha vinto.
Per qualcuno — molti supponiamo, purtroppo — questo è accettabile: che donne, minori e soggetti vulnerabili siano vittime di tratta e di schiavitù e sottoposti a torture e trattamenti disumani e degradanti lontano dal suolo italico è un prezzo da pagare se vogliamo limitare i flussi d’ingresso.
Ma è una discorso sbagliato e pericoloso, perché non è in corso nessuna invasione (appena 0,5% è il numero dei migranti che chiedono protezione nel nostro paese rispetto alla popolazione italiana) e perché rinunciamo a indagare (e cercare di risolvere) le cause di questo esodo (il nostro rapace sfruttamento economico neocolonialista, il sostegno a regimi dittatoriali, guerre dove sui civili piovono proiettili fabbricati in Italia, uno stile di produzione e di vita che genera pericolosi mutamenti climatici…).
Una sinistra che voglia dirsi coerente, seria e responsabile, combatte le battaglie giuste e necessarie, per evitare che sulla pelle dei più deboli si facciano le prove generali sulla riduzione della democrazia per tutti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]