[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1496056254374{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Alla Profilglass di Fano lavorano 850 persone. È un’azienda sana che, in controtendenza con la crisi di molte industrie, continua a crescere, tanto che ha già fatto investimenti per diversificare la produzione di profilati in alluminio nel settore navale con la previsione di 150 assunzioni circa. Totale 1000 dipendenti.
Profilglass si trova nella zona industriale di Bellocchi, il sito produttivo del nostro territorio. Accanto a Profiglass lavorano tanti altri imprenditori, più o meno grandi, e la maggior parte delle famiglie, di Fano e zone limitrofe, dipende dalla stabilità economica di questo luogo.
Eppure, qualche giorno fa, abbiamo appreso dai giornali che Profilglass rischia di veder compromesso il proprio sviluppo perché Terna, società pubblica che fornisce energia elettrica alle industrie, chiede all’azienda di contribuire alla messa in opera di una nuova centralina con un contributo di circa 15 milioni di euro.
Allora noi di Possibile ci siamo attivati subito. Assieme all’Onorevole Beatrice Brignone abbiamo ascoltato il racconto di Profilglass, studiato il piano energetico, capito come potevamo intervenire fattivamente, e deciso di presentare un’interrogazione alla Presidenza del Consiglio e al Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, per sapere come è possibile che l’unica società pubblica di fornitura di energia alle industrie del nostro territorio possa mettere in crisi il futuro di tante persone, con il rischio di una delocalizzazione delle attività produttive.
Nel frattempo, però, Profiglass e Terna si sono incontrati; pare abbiano raggiunto una mediazione che mette d’accordo entrambi; perciò rimaniamo disponibili a intervenire qualora fosse necessario.
Non è finita qui. Interessante, infatti, è che la questione energetica di Profilglass abbia svelato, ossia proprio portato alla luce, alcune serie “assenze” della politica. Già, perché mentre Profiglass chiedeva allo Stato di poter aumentare la produzione, all’amministrazione comunale di Fano chiedeva contemporaneamente di attivare uno studio ambientale, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Università di Urbino, capace di rilevare il tasso di inquinamento dell’intero sito. Studio, tra l’altro, precedentemente già sollecitato dal Comitato fanese Ambiente Salute e Territorio, con tanto di definizione di protocollo, tempi, metodi e mezzi per la ricognizione delle emissioni nocive. Profilglass si dichiarava disposta a finanziare l’intera ricerca ambientale, purché promossa e portata avanti dalle Istituzioni, a garanzia dell’indipendenza dell’iniziativa e della attendibilità dei risultati.
Il silenzio su questo tema ha regnato fino a quando l’Assessore all’Ambiente del Comune di Fano, sollecitato da Possibile, ha risposto sostenendo che lo studio il Comune lo fa da solo, con i soldi suoi, e senza coinvolgere direttamente nessuno dei soggetti interessati.
Ecco, per noi la politica non si fa così.
Il tema dell’Ambiente è uno dei grandi temi della Sinistra (non a caso l’Assessore di cui si parla si erge a quasi unico paladino dei valori della Sinistra a Fano); la promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro è uno degli obiettivi primari delle politiche sanitarie della Sinistra; la partecipazione, la trasparenza, il coinvolgimento di una comunità devono costituire la prassi politica della Sinistra.
La mappatura ambientale di Fano è un diritto della città e richiede un’azione congiunta di tutti gli attori interessati, nessuno escluso: imprenditori, comitati, cittadini, istituzioni, istituti di ricerca. L’obiettivo è il bene comune di un territorio e la tranquillità dei suoi abitanti.
Noi di Possibile ci impegneremo con determinazione affinché la zona industriale di Fano abbia il suo studio ambientale capace di garantire non solo gli imprenditori che investono e i lavoratori che producono, ma un’intera comunità.
Marta Costantini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]