È un onore per me portare il saluto di Possibile a questo importante congresso di Europa Verde Lazio. Siamo qui oggi non solo per riaffermare un’amicizia politica, ma per ribadire un impegno comune, concreto e necessario per il futuro della nostra regione.
Viviamo in un tempo segnato da crisi ambientali, sociali ed economiche che colpiscono in modo sproporzionato le fasce più vulnerabili della popolazione. La Regione Lazio, sotto la guida della giunta Rocca, si sta dimostrando incapace di affrontare queste sfide con la visione e la determinazione necessarie. Anzi, assistiamo a un continuo arretramento su temi cruciali come la tutela della salute, la mobilità sostenibile, l’accesso ai diritti e la partecipazione democratica. Noi non possiamo permettere che questo accada nell’indifferenza.
Vogliamo partire proprio da qui, dal nostro impegno per una sanità pubblica accessibile e di qualità. La Regione Lazio soffre da anni di un impoverimento delle strutture sanitarie territoriali, con liste d’attesa infinite e il continuo depotenziamento della medicina di prossimità. La destra continua a favorire il privato a scapito del servizio pubblico, aumentando le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Dobbiamo ribaltare questa tendenza e riaffermare il principio che la salute è un diritto, non un privilegio.
Ma la salute non si difende solo nelle corsie degli ospedali: si tutela nelle città, nei quartieri, nelle case delle persone. L’inquinamento atmosferico, il consumo di suolo incontrollato, l’assenza di un piano serio per la mobilità sostenibile sono elementi che incidono direttamente sulla qualità della vita e sulla salute pubblica. Invece di investire su trasporto pubblico efficiente e accessibile, vediamo un sistema ferroviario regionale sempre più in difficoltà, con tagli al servizio e infrastrutture obsolete. Dobbiamo mettere al centro del dibattito un piano regionale per la mobilità sostenibile, che garantisca collegamenti efficienti e a basse emissioni, riducendo la dipendenza dall’auto privata.
Non possiamo parlare di futuro senza parlare di giovani. Siamo la regione della precarietà diffusa, dei tirocini gratuiti, dell’accesso negato al diritto allo studio, di una formazione spesso scollegata dal mondo del lavoro. Servono politiche attive per garantire a chi studia e lavora qui di poter costruire il proprio futuro con dignità. Ma non solo: vogliamo una regione che dia spazi di partecipazione reale ai giovani, non solo come destinatari di politiche decise altrove, ma come protagonistə di un cambiamento vero. Per questo dobbiamo rafforzare la partecipazione politica e istituzionale a livello provinciale e territoriale, creando strumenti concreti affinché le nuove generazioni possano incidere sulle decisioni che riguardano il loro futuro.
La povertà è un tema di cui si parla sempre meno, come se fosse scomparsa, ma la realtà è ben diversa. Nelle grandi città come nelle province, sempre più persone sono costrette a vivere in condizioni di precarietà economica, senza accesso a servizi essenziali, con salari insufficienti e un costo della vita in continua crescita. La giunta Rocca ignora queste realtà, preferendo una politica che premia pochi privilegiati e lascia indietro chi è più fragile. Noi dobbiamo riportare al centro del dibattito politico la lotta alla povertà, con misure concrete di sostegno al reddito, accesso a case popolari dignitose e servizi sociali realmente inclusivi.
Come ha detto Alexandria Ocasio-Cortez: “Il cambiamento richiede coraggio.” E il coraggio è contagioso. E fare la cosa giusta significa difendere chi non ha voce, costruire un futuro in cui nessuno debba scegliere tra dignità e sopravvivenza.
E quando parliamo di diritti non possiamo ignorare le battaglie per l’uguaglianza e l’inclusione. Il Lazio ha visto, negli anni passati, passi avanti importanti per la tutela delle persone LGBT+, con l’istituzione del servizio contro le discriminazioni e la promozione di politiche di inclusione.
Oggi tutto questo è a rischio, sotto attacco da parte di una maggioranza regionale che non ha esitato a ostacolare il Pride, a ridurre i fondi per le politiche di contrasto alla violenza di genere, a ignorare la necessità di un reale sostegno alle famiglie arcobaleno. Noi non faremo un passo indietro: vogliamo una regione che garantisca diritti per tutte e tutti, che riconosca e valorizzi le diversità, che costruisca comunità più aperte e solidali.
Come ha dichiarato Marine Tondelier, leader Europe Écologie Les Verts la sera dei risultati elettorali delle elezioni parlamentari: “Stanotte, la giustizia sociale ha vinto. Stanotte, la giustizia ambientale ha vinto. Stanotte, il popolo ha vinto. E tutto è solo all’inizio.”
Questo è esattamente il nostro obiettivo: non essere una presenza simbolica, ma la forza trainante di un cambiamento reale.
Mai come oggi serve essere profondamente europeisti, e la nostra visione è quella di un’Europa unita e politica, federalista, che sia un faro di pace e progresso. Il progetto visionario del Manifesto di Ventotene, che difendiamo e rivendichiamo, è oggi più che mai attuale. Perché l’Europa deve diventare una vera federazione, capace di rispondere con decisione alle sfide globali, alle emergenze ambientali e sociali, ma anche alle minacce autoritarie che provengono all’interno e dall’esterno dei suoi confini.
In questo contesto, è fondamentale ricordare che la difesa dei diritti umani e della democrazia non è una battaglia di parte, ma un impegno che deve vedere tutti uniti. Le gravi minacce che arrivano da paesi come l’Ungheria, che ha ormai dimostrato la sua natura illiberale, e l’aggressione russa all’Ucraina, ci impongono di costruire un’Europa più forte, capace di difendere i suoi valori fondamentali.
Inoltre, non possiamo restare indifferenti alla tragedia che si sta consumando in Palestina. Il genocidio di un popolo intero deve essere una chiamata urgente alla pace e alla giustizia. È nostro dovere alzare la voce e chiedere una fine immediata delle violenze, la tutela dei diritti del popolo palestinese e un impegno diplomatico internazionale per fermare questa carneficina. La pace in Palestina non è solo una causa per il Medio Oriente, è una battaglia per tutti noi, per la dignità di ogni essere umano.
Come ha affermato Terry Reintke, co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo: “L’Unione Europea—nonostante tutte le sue mancanze—è ancora il più grande progetto di pace di questo continente.”
E noi siamo qui per farlo, con determinazione e visione.
È fondamentale rafforzare il nostro rapporto, costruire spazi di confronto stabili tra Possibile ed Europa Verde e lavorare insieme per ampliare le alleanze con tutte quelle realtà che condividono con noi la necessità di un cambiamento radicale. Dobbiamo essere la voce di chi oggi non ha rappresentanza, di chi subisce le disuguaglianze, di chi chiede un’alternativa credibile e determinata.
Voglio chiudere questo intervento con un saluto e un ringraziamento ai Giovani Europeisti Verdi, che rappresentano un motore fondamentale per il futuro dell’ecologismo politico e della battaglia generazionale.
Costruiamo insieme il futuro che vogliamo. Non c’è più tempo per aspettare, è il momento di agire.
Grazie e buon lavoro agli organi che saranno eletti oggi!