Fase 2: come si adeguerà il mondo del lavoro?

Il dado è trat­to: la cosid­det­ta Fase 2 si avvie­rà il 4 mag­gio. Ma come si ade­gue­rà il mon­do del lavo­ro? L’allentamento del­le restri­zio­ni, decre­ta­to per avvia­re la ripre­sa del­le atti­vi­tà eco­no­mi­che e socia­li, ripor­te­rà infat­ti al lavo­ro – secon­do le sti­me di Vit­to­rio Colao, capo del­la task for­ce Fase 2 coro­na­vi­rus – 2,7 milio­ni di per­so­ne, le qua­li si aggiun­go­no a colo­ro che, in pie­na emer­gen­za, han­no con­ti­nua­to a lavo­ra­re nel­le atti­vi­tà con­si­de­ra­te essen­zia­li dai Decre­ti del Pre­si­den­te del Con­si­glio dei Mini­stri e nel­le impre­se che han­no comu­ni­ca­to ai Pre­fet­ti la volon­tà di pro­se­gui­re la pro­pria pro­du­zio­ne, auto­cer­ti­fi­can­do di svol­ge­re atti­vi­tà fun­zio­na­li ad assi­cu­ra­re la con­ti­nui­tà del­le filie­re e dei ser­vi­zi di pub­bli­ca uti­li­tà ed essen­zia­li. La pro­spet­ti­va di pro­va­re a ripren­de­re una vita un po’ più nor­ma­le e di riat­ti­va­re l’economia deve esse­re però per­se­gui­ta con la mas­si­ma pru­den­za. In que­sto sen­so ci pare sia oppor­tu­no valo­riz­za­re atten­ta­men­te il tema del­la sicu­rez­za sui luo­ghi di lavo­ro. Il 24 apri­le è sta­to aggior­na­to il “Pro­to­col­lo con­di­vi­so di rego­la­men­ta­zio­ne del­le misu­re per il con­tra­sto e il con­te­ni­men­to del­la dif­fu­sio­ne del virus Covid-19 negli ambien­ti di lavo­ro” che con­tie­ne le linee gui­da con­di­vi­se tra il Gover­no e le par­ti socia­li per age­vo­la­re le impre­se nell’adozione di pro­to­col­li di sicu­rez­za anti-con­ta­gio, ovve­ro­sia per il con­tra­sto e il con­te­ni­men­to del­la dif­fu­sio­ne del virus COVID 19 negli ambien­ti di lavo­ro. Lo sco­po di tale docu­men­to è quel­lo di con­sen­ti­re la pro­se­cu­zio­ne dell’attività lavo­ra­ti­va sot­to ade­gua­ti mec­ca­ni­smi di sal­va­guar­dia del­la salu­te dei lavo­ra­to­ri e quin­di di tut­ti i cit­ta­di­ni. E infat­ti il pro­to­col­lo par­te dal coin­vol­gi­men­to del dato­re di lavo­ro (DL) e dei rap­pre­sen­tan­ti dei lavo­ra­to­ri per la sicu­rez­za (RLS), figu­re d’obbligo all’interno dell’azienda, fino ad arri­va­re a con­si­de­ra­re anche il tema del tra­sfe­ri­men­to casa-azien­da. Rite­nia­mo tut­ta­via neces­sa­rio ana­liz­za­re il docu­men­to in modo da indi­vi­duar­ne pre­gi, difet­ti e man­can­ze. Il ruo­lo asse­gna­to alle azien­de è quel­lo di crea­re le con­di­zio­ni per un ambien­te di lavo­ro che ridu­ca al mini­mo le occa­sio­ni di con­ta­gio. Si pre­ve­de per­ciò il con­trol­lo del per­so­na­le che acce­de nel­le sue aree così da indi­vi­dua­re situa­zio­ni poten­zial­men­te peri­co­lo­se e indi­riz­zar­le al cor­ret­to trat­ta­men­to sani­ta­rio. A tale riguar­do non è pre­vi­sto però un obbli­go al con­trol­lo del­la tem­pe­ra­tu­ra cor­po­rea, cosa che ci sem­bra una gra­ve man­can­za. Rile­via­mo comun­que che que­sto è un argo­men­to cri­ti­co, per­ché coin­vol­ge il tema del­la tute­la dei dati sen­si­bi­li, per i qua­li la nor­ma­ti­va asse­gna la respon­sa­bi­li­tà del­la gestio­ne al medi­co com­pe­ten­te, lascian­do aper­ta la stra­da per una auto­di­chia­ra­zio­ne di auto­tu­te­la da par­te del lavo­ra­to­re. Men­tre l’indicazione per l’interruzione del­la sor­ve­glian­za sani­ta­ria perio­di­ca ten­de a eli­mi­na­re una pre­zio­sa occa­sio­ne di ulte­rio­re moni­to­rag­gio. Gli ambien­ti di lavo­ro saran­no ade­gua­ta­men­te igie­niz­za­ti, sani­fi­ca­ti e dota­ti di deter­gen­ti per uso indi­vi­dua­le e di dispo­si­ti­vi di pro­te­zio­ne indi­vi­dua­li (DPI) con­for­mi alle indi­ca­zio­ni dell’Organizzazione Mon­dia­le del­la Sani­tà. Ven­go­no con­tin­gen­ta­ti gli spa­zi comu­ni. Valu­tia­mo sia neces­sa­rio però un appro­fon­di­men­to cir­ca il trat­ta­men­to del micro­cli­ma esti­vo in quan­to i siste­mi di con­di­zio­na­men­to, con con­se­guen­ti movi­men­ta­zio­ne dell’aria, potreb­be­ro gene­ra­re poten­zia­li­tà di con­ta­gio in caso di pre­sen­ze plu­ri­mi di addet­ti nel­lo stes­so loca­le. L’organizzazione del lavo­ro, den­tro e fuo­ri l’azienda, assu­me un ruo­lo fon­da­men­ta­le. Le inte­se che han­no con­dot­to e con­dur­ran­no a tran­si­to­rie ride­fi­ni­zio­ni del modus ope­ran­di sono cen­tra­li. Abbia­mo visto orga­niz­za­zio­ni, di gran­di dimen­sio­ni, che si sono già rimo­del­la­te in modo signi­fi­ca­ti­vo, ma vor­rem­mo che que­sta occa­sio­ne potes­se esse­re il pri­mo pas­so ver­so l’applicazione vera del decre­to legi­sla­ti­vo 81/2008, con­si­sten­te in una seria ado­zio­ne del Docu­men­to di Valu­ta­zio­ne dei Rischi (DVR) e del Docu­men­to Uni­co per la Valu­ta­zio­ne dei Rischi Inter­fe­ren­zia­li (DUVRI), ele­va­ti dal tri­ste ruo­lo di eser­ci­zio di let­te­ra­tu­ra che trop­po spes­so rive­sto­no. L’ultimo fron­te sul qua­le le azien­de pos­so­no svol­ge­re un ruo­lo fon­da­men­ta­le è quel­lo che riguar­da spa­zi e ora­ri di lavo­ro. Occor­re un’azione che coor­di­ni la rimo­du­la­zio­ne degli spa­zi fisi­ci (meno per­so­ne nel­lo stes­so spa­zio) con gli ora­ri di lavo­ro e di acces­so al lavo­ro (ora­ri, tur­ni, tra­spor­ti). Que­sto è cer­ta­men­te l’esercizio più dif­fi­ci­le. Dove sono sta­te adot­ta­te le moda­li­tà di lavo­ro “agi­le” (smart wor­king, tele­la­vo­ro), que­ste devo­no con­ti­nua­re a per­ma­ne­re, pro­prio per ren­de­re più age­vo­li gli uti­liz­zi di spa­zi e tra­sfe­ri­men­ti; appli­can­do­le però in via pre­fe­ren­zia­le ai lavo­ra­to­ri fra­gi­li (con pato­lo­gie pre­gres­se) o al per­so­na­le supe­rio­re a limi­ti di età con­cor­da­ti (50 o 55 anni), come pre­vi­sto dal Docu­men­to INAIL SARS-COV2 dell’aprile 2020. Il tema del tra­sfe­ri­men­to ver­so il posto di lavo­ro diven­ta quin­di essen­zia­le per ridur­re le occa­sio­ni di con­tat­to e di con­ta­gio. Quan­to sug­ge­ri­to dal pro­to­col­lo “… andreb­be­ro incen­ti­va­te for­me di tra­spor­to ver­so il luo­go di lavo­ro con ade­gua­to distan­zia­men­to fra i viag­gia­to­ri e favo­ren­do l’uso del mez­zo pri­va­to o di navet­te” risul­ta sostan­zial­men­te erra­to. Il ser­vi­zio pub­bli­co deve esse­re inve­ce incen­ti­va­to a tute­la dei viag­gia­to­ri (temo­scan­ner otti­ci, con­ta­per­so­ne digi­ta­li, etc.) e si deve coglie­re l’occasione per ripen­sa­re le nostre cit­tà realizzando:

  • per­cor­si cicla­bi­li (con incen­ti­vi per gli acqui­sti di bici­clet­te musco­la­ri o a peda­la­ta assistita),
  • moda­li­tà di con­di­vi­sio­ne di auto e moto­ci­cli elettrici,
  • par­cheg­gi di inter­scam­bio fra mez­zi pub­bli­ci e privati.

Anche in que­sto caso esi­ste l’opportunità di uti­liz­za­re pro­fes­sio­na­li­tà indi­vi­dua­te nel­le azien­de medio gran­di attra­ver­so la figu­ra del “Mobi­li­ty Mana­ger”, il qua­le avreb­be il com­pi­to di gesti­re e otti­miz­za­re gli spo­sta­men­ti casa-lavo­ro dei dipen­den­ti attra­ver­so inter­ven­ti su ora­ri di lavo­ro e uti­liz­zo del mez­zo di tra­spor­to pri­va­to. In tal sen­so vedia­mo dun­que con favo­re la recen­te pro­po­sta del­la Mini­stra del­le Infra­strut­tu­re e dei Tra­spor­ti di ren­de­re obbli­ga­to­ria la figu­ra del “Mobi­li­ty Mana­ger” anche nel­le azien­de con alme­no 100 dipen­den­ti, abbas­san­do così la soglia mini­ma già pre­vi­sta per leg­ge. Riu­sci­rà il nostro siste­ma ad ade­guar­si? Il dub­bio riguar­da sia la pic­co­la impre­sa, spes­so non attrez­za­ta, nem­me­no cul­tu­ral­men­te, a con­si­de­ra­re la sicu­rez­za come ric­chez­za dell’azienda, sia l’impresa media e gran­de, spes­so incli­ne ad ade­guar­si con sem­pli­ci imbel­let­ta­men­ti e rispet­ti for­ma­li del­le leg­gi. Si trat­ta però di ave­re una volon­tà che deve par­ti­re dai più alti livel­li isti­tu­zio­na­li, da dimo­strar­si con il neces­sa­rio soste­gno eco­no­mi­co e con i dove­ro­si con­trol­li.   Giu­lia­no Gra­zia­ni Fran­co Bian­chi Bru­no Saccomanni

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