Fermare gli sbarchi non è razzismo? Ancora?

Quando si parla di “fermare gli sbarchi” mescolando le carte con l’accoglienza, e ancor peggio con la pandemia, si è probabilmente razzisti (asintomatici, per carità, ma il test è sempre lo stesso: leggeremmo le stesse cose se i profughi fossero biondi norvegesi?) e altrettanto probabilmente in mala fede. 

Lo han­no sem­pre soste­nu­to pri­ma di tut­to Sal­vi­ni, Melo­ni, Fon­ta­na e tut­ta la peg­gio­re destra ita­lia­na. Ma lo dice­va anche Ren­zi, pri­ma di cam­bia­re leg­ger­men­te regi­stro, e oggi ce lo ripe­te sul mag­gior quo­ti­dia­no nazio­na­le, il Cor­rie­re, Aldo Caz­zul­lo.   Ma non solo, per­ché pro­prio Sal­vi­ni (come ave­va fat­to a suo tem­po con Ren­zi) ne fa un meme e lo dif­fon­de sui suoi pro­fi­li social.  https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1283770145228369920

Fer­ma­re gli sbar­chi non è razzismo.

(…) Per poter­ne discu­te­re libe­ra­men­te, dob­bia­mo innan­zi­tut­to libe­rar­ci da un ricat­to mora­le inac­cet­ta­bi­le. Esse­re con­tro gli sbar­chi, com­bat­te­re gli sca­fi­sti, soste­ne­re la chiu­su­ra del­le rot­te ille­ga­li nel Medi­ter­ra­neo e il con­trol­lo dell’immigrazione, non signi­fi­ca esse­re raz­zi­sti. Cer­to, il raz­zi­smo esi­ste. Nel­la socie­tà, e pure tra i poli­ti­ci. L’allarme immi­gra­zio­ne è sta­to stru­men­ta­liz­za­to e usa­to a fini pro­pa­gan­di­sti­ci, con toni a vol­te inac­cet­ta­bi­li e for­za­tu­re che non han­no gio­va­to. Ma non è scrit­to da nes­su­na par­te che si deb­ba acco­glie­re chiun­que voglia veni­re in Ita­lia. Van­no accol­ti i lavo­ra­to­ri di cui si ha biso­gno e che si pos­so­no inte­gra­re; anche con i ricon­giun­gi­men­ti fami­lia­ri. 

Le vite uma­ne van­no sal­va­te; sem­pre. Ma un Pae­se ha il dirit­to e il dove­re di difen­de­re le pro­prie fron­tie­re, di sta­bi­li­re chi può entra­re e chi no. A mag­gior ragio­ne se sono fron­tie­re euro­pee. A mag­gior ragio­ne se è un Pae­se inde­bo­li­to e impo­ve­ri­to da una pan­de­mia, in cui è tut­to­ra com­pli­ca­to fare un tam­po­ne.   

Che fati­ca dover rispon­de­re sem­pre le stes­se cose, ma di fron­te all’ennesima distor­sio­ne media­ti­ca non ci si può sot­trar­re. L’artifizio reto­ri­co, quel­lo del ricat­to mora­le inac­cet­ta­bi­le, è sem­pre lo stes­so, per­ché nes­su­no ha mai det­to che dob­bia­mo “acco­glie­re tut­ti” e soprat­tut­to non tut­ti voglio­no esse­re accol­ti qui. Quan­do si par­la di sbar­chi non si par­la di acco­glien­za defi­ni­ti­va, sono due cose com­ple­ta­men­te diver­se. Quin­di, sì, quan­do si par­la di “fer­ma­re gli sbar­chi” mesco­lan­do le car­te con l’accoglienza, e ancor peg­gio con la pan­de­mia, si è pro­ba­bil­men­te raz­zi­sti (asin­to­ma­ti­ci, per cari­tà, ma il test è sem­pre lo stes­so: leg­ge­rem­mo le stes­se cose se i pro­fu­ghi fos­se­ro bion­di nor­ve­ge­si?) e altret­tan­to pro­ba­bil­men­te in mala fede.  Gli “sbar­chi” sono per­so­ne che han­no dirit­to a che sia esa­mi­na­ta la loro posi­zio­ne ai sen­si dell’art. 10 com­ma 3 del­la Costi­tu­zio­ne (sì, c’è scrit­to da qual­che par­te, Caz­zul­lo) e quin­di dob­bia­mo non solo sal­var­li ma anche assi­ster­li e ope­ra­re que­sta veri­fi­ca, che una clas­se poli­ti­ca più sag­gia e lun­gi­mi­ran­te, che usci­va da una guer­ra mon­dia­le, ha sta­bi­li­to come neces­sa­ria e indefettibile:

Lo stra­nie­ro, al qua­le sia impe­di­to nel suo pae­se l’ef­fet­ti­vo eser­ci­zio del­le liber­tà demo­cra­ti­che garan­ti­te dal­la Costi­tu­zio­ne ita­lia­na, ha dirit­to d’a­si­lo nel ter­ri­to­rio del­la Repub­bli­ca secon­do le con­di­zio­ni sta­bi­li­te dal­la leg­ge.  

E ne par­lia­mo pro­prio ora, quan­do il Par­la­men­to vota il rifi­nan­zia­men­to del­la guar­dia costie­ra libi­ca, quel­la che a nostre spe­se ripor­ta i migran­ti nei lager libi­ci, dove ven­go­no tor­tu­ra­ti, stu­pra­ti e ucci­si, a pro­po­si­to di dirit­ti uma­ni. Poi ci sareb­be anche l’art. 32 pri­mo com­ma quel­lo che dice:

La Repub­bli­ca tute­la la salu­te come fon­da­men­ta­le dirit­to del­l’in­di­vi­duo e inte­res­se del­la col­let­ti­vi­tà, e garan­ti­sce cure gra­tui­te agli indi­gen­ti. 

Dirit­to dell’individuo, non del cit­ta­di­no ita­lia­no, a tute­la del­la col­let­ti­vi­tà. Se sbar­ca un mala­to lo curia­mo, per­ché lo dice sem­pre la Costi­tu­zio­ne. Solo suc­ces­si­va­men­te si può ragio­na­re sul lavo­ro e sul­le poli­ti­che migra­to­rie (a pro­po­si­to, quan­do man­ca­va l’insalata sul­la tavo­la qual­che mese fa quel­li sopra cita­ti era­no mol­to più dia­lo­gan­ti) ma pri­ma ven­go­no i dirit­ti uma­ni, e sareb­be pro­prio ora di cam­bia­re la Bos­si Fini per con­sen­ti­re al nostro Pae­se di ripar­ti­re, per­ché abbia­mo visto mol­to bene che cer­ti lavo­ri non li voglia­mo pro­prio fare. Non le pia­ce la nostra Costi­tu­zio­ne e non le piac­cio­no i suoi prin­ci­pi fon­da­men­ta­li e loro eti­ca, Caz­zul­lo? Cam­bi Pae­se, lei non avrà pro­ble­mi. 

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