Nei giorni scorsi il ministro maldestro Salvini aveva diramato un tweet dai toni trionfalistici, pubblicando senza ritegno nome e cognome di un giovane richiedente asilo gambiano, il primo ad essere colpito dal suo micidiale decreto.
Questa la sequenza: richiesta di asilo — reato di resistenza a pubblico ufficiale — trasmissione immediata degli atti alla commissione territoriale — diniego della protezione internazionale — carcere — espulsione.
Ma il decreto micidiale si è inceppato come un’arma da fuoco qualunque e il “pericoloso” migrante “espulso” e’ ancora qui.
Prima del decreto aveva un permesso di soggiorno che gli consentiva di vivere alla luce del sole, lavorare in regola, integrarsi.
Ora non ha più il permesso di soggiorno ma un decreto di espulsione in mano che gli ordina di lasciare l’Italia entro 7 giorni: con quali mezzi, con quale passaporto, con quali soldi?
Anche se volesse lasciare l’Italia spontaneamente, non potrebbe farlo e così quello che fino a ieri era un migrante integrato oggi è un irregolare che per pagarsi il biglietto di ritorno dovrebbe lavorare in nero magari per qualche caporale e sfruttatore nostrano.
Un capolavoro di demenza securitaria, oltre che di repellente disumanità: ma si sa, l’importante è la propaganda.
Che funzionerà finché ci saranno media compiacenti, Parlamento silente e asservito, funzionari scodinzolanti, cittadini indifferenti.