Un fallimento sotto vari aspetti, per tutti i soggetti in campo; un’esperienza irreversibile e unica, “una sconfitta che pesa su tutti” dopo la quale, sia la rappresentanza politica, sia le dinamiche di piazza, non sono state più le stesse. I manifestanti del G8, quelle 300.000 persone, cittadini e cittadine singoli, associazioni, movimenti, partiti, sindacati, ecc. e le loro istanze, sono stati di volta in volta “confusi” tra i ruoli delle vittime e quelle dei “casseur”, e sono scomparsi nelle narrazioni emergenti degli scontri di piazza e delle violenze alla Diaz e alla caserma di Bolzaneto, senza soluzione di continuità. Invisibili, ignorati, loro e le loro istanze. E la rete delle associazioni, dei movimenti che si erano incontrati a Genova, sconvolta dagli eventi, ha allargato le sue maglie e ha visto quelle istanze disperdersi in mille rivoli, sentieri, percorsi, storie di impegni e disimpegni diversi. Dopo 20 anni, sembrava possibile anzi “necessario” riallacciare il filo di un discorso schiacciato dall’impatto degli eventi di Genova: di fronte alla crisi climatica planetaria, con le disuguaglianze cresciute a dismisura, esacerbate dalla crisi pandemica, e la consapevolezza che non aver ascoltato allora le istanze portate dalla rete delle associazioni e dei movimenti che a Genova si erano dati appuntamento per rappresentare ai grandi del pianeta che “un altro mondo era possibile”, sembrava finalmente giunto il momento di raccogliere di nuovo quella rete, per ritrovare, analizzando le motivazioni di allora e confrontandosi sull’accaduto, le ragioni di oggi, le battaglie e le sfide globali che ci attendono, a partire da quella climatica. Amnesty International si era fatta promotrice e coordinatrice di questa necessità, proponendo alla fondazione di Palazzo Ducale, una 4 giorni di eventi che dal 18 al 21 luglio, gli stessi giorni del G8 di 20 anni fa, sulle istanze e i valori che le cancellate metalliche, prima, e le violenze innescate poi, avevano tenuto fuori dalla “zona rossa” venti anni prima. Il sindaco di Genova però a quanto pare non concorda su questa necessità e a seguito di un incontro con rappresentanti della rete che si sta occupando dell’organizzazione degli eventi, e di Palazzo Ducale, comunica che concederebbe un solo giorno, il 21 luglio ( a fronte di una disponibilità già esplicitata da Palazzo Ducale per l’intero periodo previsto) e che non intende concedere il patrocinio se all’interno della rete sono compresi movimenti o partiti politici; partiti ai quali, in base all’art. 49 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Tutti i partiti, tranne uno: quello fascista che, notoriamente, non consentiva ai cittadini e alle cittadine di associarsi liberamente, e che, come noto non esprimeva i sindaci, ma i podestà. E non è tutto, perché non solo il sindaco di nuovo sancisce una nuova “zona rossa” che blinderà il Ducale per 3 giorni su 4 impedendo la libera e democratica associazione della cittadinanza, ma dichiara inoltre che ogni manifestazione prevista a Genova in quel periodo e antecedente il 21 Luglio, dovrà essere sottoposta al vaglio del comitato per la sicurezza. A parer del sindaco questo passaggio ulteriore è motivato da “evidenti motivi che tutti i genovesi capiscono”. Si, noi capiamo: capiamo che quella tecnica di “sospensione della democrazia” per evitare scontri, è la stessa che abbiamo vissuto sulla nostra pelle 20 anni fa ed è la stessa che inevitabilmente, quegli scontri potrebbe crearli esattamente come vent’anni fa. Perciò inizieremo, e continueremo, sino al 21 luglio e oltre, perché un altro mondo non solo è possibile, ma è più che mai necessario Proprio oggi a Genova si parte con la presentazione di “Genova, Vent’anni dopo”, libro edito da People che Giovanni Mari, giornalista genovese del Secolo XIX, ha scritto liberando un dolore trattenuto dentro di sé per vent’anni per ciò che era accaduto intorno al vertice del G8 di Genova nel 2001. La presentazione si terrà l’11 maggio alle 19.00 al Teatro della Tosse, con Giovanni Mari, Giuseppe Civati e Andrea Pennacchi (qui tutti i dettagli per partecipare). Siete invitati tutte e tutti. I Comitati Genovesi di Possibile Comitato Le Formiche Comitato Genova Terrà e Libertà
Congresso 2024: regolamento congressuale
Il congresso 2024 di Possibile si apre oggi 5 aprile: diffondiamo in allegato il regolamento congressuale elaborato dal Comitato Organizzativo.