Giornata mondiale delle api: cosa sono gli sfalci tardivi e perché aiutano gli impollinatori

il ministero dell'ambiente francese si è impegnato nel 2010 a mettere in atto una sperimentazione che mirava a esaminare differenti modalità di gestione delle pertinenze verdi a fine di migliorare l'attrattività delle zone lungo le vie di comunicazione per gli insetti impollinatori.

di Sil­via Rossini

Da mol­ti anni si osser­va un feno­me­no di ecces­so di mor­ta­li­tà del­le colo­nie di api. La rare­fa­zio­ne in cer­ti habi­tat del­le loro risor­se ali­men­ta­ri, pol­li­ne e net­ta­re pro­dot­ti dai fio­ri con­tri­bui­sce al decli­no degli inset­ti impol­li­na­to­ri. In alcu­ne con­di­zio­ni, le par­ti ver­di potreb­be­ro costi­tui­re uno spa­zio favo­re­vo­le agli inset­ti impol­li­na­to­ri e di con­se­guen­za par­te­ci­pa­re alla loro pre­ser­va­zio­ne. In que­sto con­te­sto di inde­bo­li­men­to e di ecces­so di mor­ta­li­tà del­le colo­nie di api, dovu­ti in par­te a una man­can­za di risor­se ali­men­ta­ri, il mini­ste­ro del­l’am­bien­te fran­ce­se si è impe­gna­to nel 2010 a met­te­re in atto una spe­ri­men­ta­zio­ne che mira­va a esa­mi­na­re dif­fe­ren­ti moda­li­tà di gestio­ne del­le per­ti­nen­ze ver­di a fine di miglio­ra­re l’at­trat­ti­vi­tà del­le zone lun­go le vie di comu­ni­ca­zio­ne per gli inset­ti impol­li­na­to­ri. Lan­cia­ta dal­la dire­zio­ne del­le infra­strut­tu­re e dei tra­spor­ti, que­sta spe­ri­men­ta­zio­ne è sta­ta con­dot­ta per tre anni su più di 250 km di rete stra­da­le non in con­ces­sio­ne, ripar­ti­ta su sei dire­zio­ni inter­di­par­ti­men­ta­li del­le stra­de (i dipar­ti­men­ti cor­ri­spon­do­no cir­ca alle nostre pro­vin­ce, ma sono ammi­ni­stra­ti­va­men­te più impor­tan­ti del­le regio­ni). Si trat­ta­va da un lato di adat­ta­re le moda­li­tà di manu­ten­zio­ne del­le par­ti a ver­de al fine di favo­ri­re la fio­ri­tu­ra di pian­te pro­pi­zie agli inset­ti impol­li­na­to­ri, d’al­tra par­te di pro­ce­de­re alla semi­na di spe­cie mel­li­fe­re. L’a­na­li­si dei risul­ta­ti del­la spe­ri­men­ta­zio­ne dura­ta 3 anni su più tron­chi del­la rete stra­da­le nazio­na­le non dati in con­ces­sio­ne ha dimo­stra­to un rea­le inte­res­se di tale gestio­ne di sfal­cio tar­di­vo. In effet­ti, anche se doves­se esse­re più diver­si­fi­ca­ta, la pro­du­zio­ne flo­rea­le è mol­to più abbon­dan­te se si pra­ti­ca lo sfal­cio tar­di­vo, soprat­tut­to tra i mesi di mag­gio e giu­gno. Il risul­ta­to è che que­ste zone, sfal­cia­te tar­di­va­men­te, sono sta­te ogget­to di attrat­ti­vi­tà mag­gio­re da par­te degli inset­ti impol­li­na­to­ri, che han­no potu­to tro­va­re più risor­se ali­men­ta­ri. Nel qua­dro del pia­no nazio­na­le di azio­ne, “Fran­ce, ter­re de pol­li­ni­sa­teurs” pre­sen­ta­to nel con­si­glio dei mini­stri del 20 mag­gio 2015, diver­se misu­re faro sono sta­te pre­sen­ta­te al gran­de pub­bli­co, tra cui soprat­tut­to un’a­zio­ne con­cer­nen­te la pra­ti­ca di sfal­cio tar­di­vo adot­ta­ta da alcu­ne dire­zio­ni inter­di­par­ti­men­ta­li del­le stra­de, in segui­to alla spe­ri­men­ta­zio­ne. Gli altri ope­ra­to­ri di infra­strut­tu­re sono invi­ta­ti a svi­lup­pa­re nel­lo stes­so modo que­ste pra­ti­che favo­re­vo­li agli inset­ti. Di fat­to, tut­ti i comu­ni pro­ce­do­no allo sfal­cio tar­di­vo del­le pro­prie aree verdi.

Il pia­no di azio­ne, poi, defi­ni­sce meglio qua­li sono le aree inte­res­sa­te allo sfal­cio tar­di­vo per i con­ces­sio­na­ri di infra­strut­tu­re e si trat­ta, oltre che del­le dipen­den­ze del­le vie di comu­ni­ca­zio­ne, anche di tut­ti i cam­pi non desti­na­ti a uso agri­co­lo, com­pre­si i ter­re­ni su cui si sten­do­no le reti elet­tri­che, del gas, gli aero­por­ti, i capan­no­ni, ecc, anche se temporanei.
 
Aggiun­ge inol­tre che la pri­ma azio­ne è reper­to­ria­re tut­te que­ste zone e suc­ces­si­va­men­te prov­ve­de­re a inte­gra­re l’a­zio­ne di sfal­cio tar­di­vo ad altre azio­ni a favo­re degli inset­ti impol­li­na­to­ri, qua­li l’ab­ban­do­no dei pesti­ci­di, la semi­na e la con­ser­va­zio­ne di flo­ra sel­va­ti­ca loca­le favo­re­vo­le agli inset­ti impol­li­na­to­ri, soprat­tut­to nel caso di can­tie­ri che pre­ve­da­no anche la rea­liz­za­zio­ne o siste­ma­zio­ne di spa­zi ver­di, il coin­vol­gi­men­to di altri atto­ri in que­sta azio­ne e la valu­ta­zio­ne socio eco­no­mi­ca di que­sta pratica.
 
Più in gene­ra­le, gli atto­ri sono invi­ta­ti a met­te­re in pra­ti­ca lo sfal­cio tar­di­vo per­ché favo­ri­sce la fio­ri­tu­ra. Inol­tre devo­no osser­va­re che le spe­cie intro­dot­te nel­la pian­tu­ma­zio­ne (non loca­li, che poi elen­ca­no) non sia­no noci­ve per gli inset­ti impol­li­na­to­ri e, nel caso, bandirle.
 

Il risul­ta­to di que­sta spe­ri­men­ta­zio­ne ini­zia­ta nel 2015 è ripor­ta­to il 18 mag­gio 2018 dal Mini­ste­ro del­l’e­co­lo­gia e del­la tran­si­zio­ne ener­ge­ti­ca il 18 mag­gio 2018, esa­mi­nan­do gli effet­ti del­lo sfal­cio tar­di­vo sul­la bio­di­ver­si­tà e sul ripo­po­la­men­to degli inset­ti impol­li­na­to­ri: Lo Sta­to deve esse­re di esem­pio nel­la pre­ser­va­zio­ne del­le spe­cie impol­li­na­tri­ci sel­va­ti­che: appli­che­rà pro­gres­si­va­men­te lo sfal­cio tar­di­vo sui 12000 km di stra­de nazio­na­li non date in con­ces­sio­ne e sui cam­pi fio­ri­ti sui ter­re­ni ver­di di com­pe­ten­za. Dopo una spe­ri­men­ta­zio­ne di 3 anni, que­sta buo­na pra­ti­ca ha mostra­to un aumen­to del 30% di diver­se spe­cie di inset­ti impol­li­na­to­ri. Que­sta spe­ri­men­ta­zio­ne dun­que va gene­ra­liz­za­ta. Gli altri gesto­ri (cioè le fer­ro­vie, la rete auto­stra­da­le, le pre­fet­tu­re, gli enti pro­prie­ta­ri del­le stra­de e dei cam­pi non dei pri­va­ti cit­ta­di­ni) sono sta­ti sol­le­ci­ta­ti ad appli­ca­re que­sta buo­na pra­ti­ca, par­ten­do dal­la gui­da appo­si­ta­men­te pub­bli­ca­ta. Que­sta azio­ne è inte­gra­ta nel pia­no nazio­na­le di azio­ne “Fran­ce, ter­re de pol­li­ni­sa­teurs” (Fran­cia, ter­ra di impol­li­na­to­ri”, pre­sen­ta­to nel Con­si­glio dei mini­stri il 20 mag­gio 2015. Il pia­no di azio­ne del­la dire­zio­ne del­le infra­strut­tu­re e dei tra­spor­ti a favo­re degli inset­ti impol­li­na­to­ri, insie­me alla dimi­nu­zio­ne del­l’u­so di pro­dot­ti fito­sa­ni­ta­ri (pia­no Eco­phy­to 2018) e alla lot­ta con­tro le spe­cie eso­ti­che infe­stan­ti, par­te­ci­pa a un pia­no glo­ba­le di pre­ser­va­zio­ne del­la bio­di­ver­si­tà lun­go le infra­strut­tu­re e le vie di comu­ni­ca­zio­ni. L’e­spe­ri­men­to di sfal­cio tar­di­vo a favo­re degli impol­li­na­to­ri sul­le dipen­den­ze ver­di del­la rete di vie di comu­ni­ca­zio­ne ha dimo­stra­to un for­te suc­ces­so per gli impol­li­na­to­ri selvatici.

 

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