[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1501755383855{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]COME FA IL COMUNE DI ROMA A INCASSARE I CANONI DI CONCESSIONE DA CONCESSIONARI DI CUI NON CONOSCE IL NOME?
Una situazione paradossale risulta da un’indagine a tavolino che chiunque può svolgere, utilizzando le informazioni fornite dal Comune stesso.
Immaginiamo che un cittadino sia interessato a conoscere la consistenza e le modalità d’utilizzo del patrimonio immobiliare di Roma Capitale e, per iniziare, scarichi dal sito ufficiale del Comune il documento “Immobili del patrimonio capitolino gestiti in regime di concessione”. Gli basta scorrere rapidamente l’elenco dei 792 immobili per essere assalito da un dubbio: come farà il comune di Roma a incassare i canoni di concessione da concessionari di cui non conosce il nome?
Infatti, il 55% (438 su 792) degli intestatari di concessione non è identificato, in quanto la relativa casella è vuota o riporta “OMISSIS”. E che cosa significa OMISSIS? Che non si conosce il nome oppure che quel dato viene considerato sensibile. E può mai essere considerato dato sensibile il destinatario di un bene pubblico?
Immaginiamo ora che il nostro ipotetico cittadino voglia farsi un’idea di quanto incassi il suo Comune dai canoni di concessione. Ma come fa se circa il 50% (391 su 792) dei canoni annui di concessione non sono specificati o sono indicati come “in lavorazione”?
Ma il nostro cittadino non si scoraggia. Vorrebbe almeno verificare se qualcuno di quei canoni di locazione che non è “in lavorazione” possa apparirgli congruo. L’occhio gli cade su due unità immobiliari situate in Piazza delle Muse (ai numeri 79 e 99 dell’elenco). Incuriosito inforca la moto e si reca in quella piazza anche perché così potrà usufruire di quel panorama mozzafiato che da lì si gode e che certamente godono i clienti del bar e del ristorante che gli sembra di poter identificare come intestatari delle concessioni (ovviamente OMISSIS nell’elenco). Al primo è attribuito un canone annuo di € 3.521,17 e al secondo di € 2.767,07. Gli sembrano un po’ pochini, ma lui non è un esperto.
E allora il cittadino sceglie a caso altri indirizzi. Si reca in via dei Campi Sportivi (in effetti via Ugo Ceccarelli che nessuno conosce) e trova il Centro Carabinieri Tevere, il Circolo Montecitorio e il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Saranno loro i destinatari delle concessioni? E quanto pagano? Si reca a Piazza della Marina dove s’imbatte nel Centro Artigiano Borghetto Flaminio. Immagina allora che si tratti della meritoria salvaguardia di attività tradizionali altrimenti destinate a scomparire e, invece, non vede altro che quattro carrozzieri e un’azienda di trasporti. Sempre in zona Flaminio tra gli OMISSIS crede d’identificare, in un bel villino detto la Casina del Curato o di Raffaello, l’Associazione Culturale Circolo della Pipa.
Il nostro cittadino è disorientato. Quanta varietà di destinatari del patrimonio immobiliare di Roma Capitale! Come si fa a farsi un’idea se mancano le informazioni? E allora si mette al computer e scrive alla Sindaca questa interrogazione:
“Cara Sindaca,
vorrei sapere:
- quale sia la sua valutazione sull’affidabilità, sulla completezza e sullo stato d’aggiornamento del documento “Immobili gestiti in regime di concessione”;
- se lei ritiene che sia conforme a elementari principi di trasparenza amministrativa il fatto che per percentuali così elevate di immobili del patrimonio capitolino gestiti in regime di concessione non siano disponibili gli intestatari delle concessioni medesime;
- se lei ritiene che sia conforme a elementari principi di trasparenza amministrativa il fatto che per percentuali così elevate di immobili del patrimonio capitolino gestiti in regime di concessione non siano disponibili i canoni delle concessioni medesime;
- quali provvedimenti ha adottato intende adottare affinché i cittadini possano disporre delle informazioni necessarie ad esercitare il proprio diritto di controllo sull’uso corretto degli immobili di proprietà di Roma Capitale.”
Ma poi gli viene un dubbio. Come fa un comune cittadino a presentare un’interrogazione al Sindaco? Va sul portale di Roma Capitale, clicca sulla sezione Amministrazione Trasparente che gli sembra quella giusta e trova nell’ordine: Disposizioni generali, Organizzazione, Consulenti e Collaboratori, Personale e altre diciotto voci e si scoraggia.
Il cittadino pensa quindi di rivolgere la stessa interrogazione al presidente del suo Municipio. Sta ancora aspettando una risposta.
A cura del Comitato Centopassi, Secondo Municipio, Roma[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]