[vc_row][vc_column][vc_column_text]La Commissione Lavori Pubblici e Ambiente del Senato ha approvato un emendamento bipartisan al decreto Sblocca Cantieri a firma di Lega, M5s, Pd e Forza Italia che prevede l’installazione delle telecamere in tutte le aule delle scuole di infanzia statali e paritarie e nelle case di cura.
Non di Possibile ribadiamo la nostra assoluta contrarietà alle telecamere a scuola: la misura ha un costo elevatissimo (5 milioni per il 2019 e 15 milioni per ogni anno dal 2020 al 2024, per un totale di 80 milioni di euro) e non risolve il problema di qualche sporadico, seppur grave, episodio di maltrattamento.
Riteniamo che i bambini e le bambine non debbano essere “difesi” dai loro insegnanti, come afferma il vicepremier Salvini, perché non stiamo parlando di criminali, ma di docenti che lavorano quasi sempre in condizioni proibitive, con un numero di alunni per classe impossibile che ne rende difficile la gestione e nessuna attenzione alle loro condizioni, anche in relazione all’età.
Una ricerca della CGIL funzione pubblica ci mette davanti a un dato che il ministro sembra ignorare: almeno il 50% delle lavoratrici degli asili nido e delle scuola d’infanzia è affetto da problemi fisici.
Inoltre, l’installazione di telecamere, comprometterebbe il rapporto pedagogico tra insegnanti e piccoli alunni, normalizzando l’idea di “controllo” delle maestre e minando la spontaneità dello scambio, che è la chiave della crescita nel processo di apprendimento in quella fascia di età.
Crediamo infine che gli 80 milioni previsti per le telecamere sarebbero meglio investiti per la formazione e l’aggiornamento per il personale e con interventi seri e strutturali sul fenomeno del burnout, che cresce col peggiorare delle condizioni di lavoro; l’abbassamento dell’età pensionabile dovrebbe essere esteso, così come si potrebbero prevedere forme di tutoraggio delle docenti più anziane, col doppio vantaggio di esonerarle dal rapporto diretto coi piccoli alunni in età avanzata e mettere la loro esperienza a disposizione delle colleghe più giovani.
Ma, si sa, fare propaganda costa meno e rende di più alle urne, perché preoccuparsi di migliorare la scuola?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]