Grillo utilizza il caso Amri per colpire tutti gli stranieri

Data la mancanza di collaborazione della Tunisia, né Italia né Germania sono riuscite a espellere Amri. Ora Grillo dice un'ovvietà, ma scadendo nel populismo secondo il quale dovremmo proteggerci dalle migrazioni.

Se si dice di non esse­re né di destra né di sini­stra (il che spes­so nascon­de l’es­se­re di destra), è neces­sa­rio sol­le­ti­ca­re lo sto­ma­co di entram­be le ani­me, a momen­ti alter­ni. Non è un caso, per­ciò, che il com­men­to di Bep­pe Gril­lo alla noti­zia del­l’uc­ci­sio­ne di Anis Amri, auto­re del­l’at­ten­ta­to di Ber­li­no, abbia quel­l’im­pron­ta lì, chia­ra­men­te di destra, lega­ta alla peg­gior pro­pa­gan­da, distan­te dal­la real­tà e — di con­se­guen­za — con­trad­di­to­ria per definizione.

Il tito­lo è già tut­to un pro­gram­ma: «Ora è il momen­to di pro­teg­ger­ci». Dopo aver rin­gra­zia­to i due poli­ziot­ti ita­lia­ni che han­no inter­cet­ta­to l’at­ten­ta­to­re que­sta not­te (un rin­gra­zia­men­to anche da par­te nostra), Gril­lo si lan­cia nel­l’in­vet­ti­va più sem­pli­ce: tut­to «que­sto acca­de per­chè la situa­zio­ne migra­to­ria è ormai fuo­ri con­trol­lo. Nel 2015 con gli sbar­chi sono arri­va­ti in 153.842, i richie­den­ti asi­lo sono sta­ti 83.970, 71.000 sono sta­ti esa­mi­na­ti e il 55% di que­sti han­no rice­vu­to dinie­go: dove sono fini­ti loro e quel­li non esa­mi­na­ti e che non han­no fat­to richie­sta? L’I­ta­lia e l’Eu­ro­pa sono un cola­bro­do».

Sia­mo di fron­te a una serie di argo­men­ti asso­lu­ta­men­te stru­men­ta­li. In pri­mo luo­go, il nume­ro degli sbar­chi del 2015 è infe­rio­re sia agli sbar­chi del 2014 che agli sbar­chi del 2016 (descri­ven­do un feno­me­no strut­tu­ra­le e non emer­gen­zia­le, per­ciò), ma a Gril­lo fa mol­to como­do cita­re il 2015 per­ché nel 2015 non era anco­ra atti­vo l’ap­proc­cio “hotspot” e di con­se­guen­za su mol­ti migran­ti che vole­va­no pro­se­gui­re ver­so il nord euro­pa l’I­ta­lia chiu­de­va un occhio: que­sti non face­va­no doman­da di asi­lo e pro­se­gui­va­no nel pro­prio cam­mi­no. Una bel­la fet­ta del­la dif­fe­ren­za tra per­so­ne sbar­ca­te e richie­den­ti asi­lo nel 2015 nasce da que­sto equi­vo­co. Al momen­to, inve­ce, tut­te le per­so­ne che arri­va­no sul­le nostre coste ven­go­no regi­stra­te (con tan­to di impron­te, e apren­do nume­ro­se cri­ti­ci­tà sul rispet­to dei dirit­ti) e a tut­te con­vie­ne fare richie­sta d’a­si­lo, per­ché non han­no altro modo di per­ma­ne­re rego­lar­men­te in Ita­lia, dato che gli ingres­si per lavo­ro sono di fat­to bloc­ca­ti dal­la Bos­si-Fini, la qua­le non fa altro che river­sa­re sul­le richie­ste d’a­si­lo e nel­l’ir­re­go­la­ri­tà anche per­so­ne che sono venu­te in Ita­lia per cer­ca­re legit­ti­ma­men­te lavo­ro.

I nume­ri sono dav­ve­ro fuo­ri con­trol­lo? In Tur­chia sono pre­sen­ti 2,5 milio­ni di pro­fu­ghi, in Paki­stan 1,6 milio­ni, in Liba­no (un pae­se pic­co­lis­si­mo) oltre un milio­ne. La Ger­ma­nia, nel 2015, ha rice­vu­to 476mila doman­de d’a­si­lo, l’Un­ghe­ria 177mila, la Sve­zia 162mila, l’Au­stria 88mila. L’I­ta­lia 84mila, come dice Gril­lo. Dal­l’I­ta­lia inve­ce sono espa­tria­ti alme­no 101mila ita­lia­ni nel 2014, che si sono iscrit­ti all’A­na­gra­fe dei resi­den­ti all’estero. Alme­no, appun­to, per­ché la sola Ger­ma­nia nel 2014 ha rice­vu­to 70mila ingres­si di ita­lia­ni per ricer­ca lavo­ro.

Ma tor­nia­mo a Amri. Sbar­ca­to in Ita­lia nel feb­bra­io 2011 sen­za docu­men­ti, dichia­rò di esse­re mino­ren­ne (pur non essen­do­lo) garan­ten­do­si un’ac­co­glien­za miglio­re e facen­do richie­sta d’a­si­lo. Il 24 otto­bre, ospi­te di un cen­tro di acco­glien­za, minac­cia e pic­chia, insie­me ad altri, il custo­de del cen­tro, per poi dare fuo­co a dei mate­ras­si. Amri vie­ne con­dan­na­to a quat­tro anni di deten­zio­ne, distin­guen­do­si anche in que­sta cir­co­stan­za per com­por­ta­men­ti vio­len­ti. Le auto­ri­tà ita­lia­ne dispon­go­no per­ciò l’e­spul­sio­ne, ma que­sta non avvie­ne, e per un moti­vo sem­pli­ce: non si tro­va l’ac­cor­do con le auto­ri­tà tuni­si­ne, le qua­li sosten­go­no che Amri non sia un cit­ta­di­no tuni­si­no. Tut­to ciò dimo­stra le dif­fi­col­tà nel­l’e­se­gui­re i rim­pa­tri, soprat­tut­to in casi in cui nes­su­na del­le par­ti (l’e­spul­so e lo sta­to di ori­gi­ne) ha inte­res­se nel­l’e­se­cu­zio­ne del prov­ve­di­men­to. Lo stes­so pro­ble­ma vie­ne riscon­tra­to dal­la Ger­ma­nia: vie­ne emes­so un prov­ve­di­men­to di espul­sio­ne, ma Amri non vie­ne rim­pa­tria­to per le mede­si­me ragioni.

In un con­te­sto in cui non c’è modo di entra­re rego­lar­men­te in Ita­lia per ricer­ca di lavo­ro, e in cui le espul­sio­ni dovu­te al riget­to del­la doman­da d’a­si­lo sono sia dif­fi­ci­li da ese­gui­re che nume­ro­se, ecco l’al­za­ta di inge­gno popu­li­sta di Gril­lo, da scri­ve­re a carat­te­ri cubitali:

Chi ha dirit­to di asi­lo resta in Ita­lia, tut­ti gli irre­go­la­ri devo­no esse­re rim­pa­tria­ti subi­to a par­ti­re da oggi.

Faci­le a dir­si ma dif­fi­ci­le — a vol­te impos­si­bi­le — a far­si, esat­ta­men­te come dimo­stra il caso di Amri! Il prov­ve­di­men­to di espul­sio­ne era sta­to emes­so sia dal­l’I­ta­lia che dal­la Ger­ma­nia, ma la Tuni­sia ha fat­to — in buo­na o in cat­ti­va fede — tut­to il pos­si­bi­le per non ren­der­lo ese­gui­bi­le.

Al con­tra­rio, dob­bia­mo fare in modo che chi vuo­le cer­ca­re lavo­ro in Ita­lia pos­sa far­lo in manie­ra rego­la­re (maga­ri con un per­mes­so di ricer­ca lavo­ro, come avvie­ne ovun­que), ridu­cen­do così la mas­sa di richie­ste d’a­si­lo da esa­mi­na­re e di con­se­guen­za i dinie­ghi. E anche nel caso in cui si per­ve­nis­se a un dinie­go, per­ché non con­ce­de­re un per­mes­so di ricer­ca lavo­ro a una per­so­na che maga­ri si è inte­gra­ta bene  dopo un anno — e rot­ti — di per­ma­nen­za nei cen­tri di accoglienza?

Que­sto sì che per­met­te­reb­be di ridur­re nume­ri­ca­men­te i prov­ve­di­men­ti di espul­sio­ne e per­ciò di lavo­rar­ci con mag­gio­ri ener­gie per­ché sia­no resi effet­ti­vi. Il resto è solo popu­li­smo, che non fa altro che il gio­co di chi vuo­le che vi sia­no per­so­ne che sono costret­te a vive­re al di fuo­ri del­la lega­li­tà, con il rischio che rica­da­no in zone di ille­ga­li­tà, che sia lo sfrut­ta­men­to nei cam­pi, che sia­no per­cor­si di radicalizzazione.

L’ul­ti­ma con­si­de­ra­zio­ne riguar­da il fat­to che di Amri tut­ti sape­va­no tut­to, e che era sta­to segna­la­to in più e più occa­sio­ni. Sape­va­no tut­to sia il gover­no ita­lia­no che quel­lo tede­sco che, addi­rit­tu­ra, il gover­no ame­ri­ca­no. Il NY Times ha scrit­to che Amri rien­tra­va nel­la “no fly list” degli Sta­ti Uni­ti, che ave­va fat­to ricer­che onli­ne su come costrui­re una bom­ba e che era entra­to in con­tat­to alme­no una vol­ta con lo Sta­to isla­mi­co. E’ que­sta, d’al­tra par­te, la stra­da per com­bat­te­re il ter­ro­ri­smo, non di cer­to asso­ciar­lo ai movi­men­ti migra­to­ri, che dovrem­mo gesti­re meglio, è vero. Altro­ché pro­teg­ger­ci, come dice Grillo.

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