Laura Puppato è nota al grande pubblico della politica per aver partecipato alle primarie per la candidatura alla premiership dell’anno scorso. Quella con avversarsi come Renzi, Bersani, Vendola e Tabacci. Ma è anche tanto tanto altro. La sua passione per la politica comincia sin da piccola, quando incomincia ad occuparsi e preoccuparsi di chi le è accanto e di cosa le è attorno, quando incomincia a “sentire l’impulso di difendere i valori e l’intero globo terracqueo”.
L’impegno per il pacifismo, che nasce all’inizio degli anni ’70, arriva fino al giorno d’oggi, nella battaglia contro l’eccesso di spesa del programma F35: “Assieme ad altri, dopo un’utile, rigorosa e seria analisi, abbiamo assunto una decisione di aperta contrarietà alla prosecuzione di quel progetto”. Ma non solo: c’è l’esperienza forte in ex-Jugoslavia, durante la guerra che va dal ’91 al ’95. “Mi sono sempre dedicata alla rappresentanza. Ho fatto la rappresentante di classe e poi anche quella dei genitori, passando per la difesa dell’ambiente, che ho conosciuto ed imparato ad amare con l’impegno in WWF. Infine ho lottato anche in campo sindacale.”
La candidatura a sindaco nasce proprio dal mondo dell’associazionismo. Laura forma una lista civica assieme ad altri, dedicata a contrastare le politiche distruttive dell’amministrazione leghista di Montebelluna, nel lontano 2001: quello che allora era L’Ulivo decide, a sorpresa, vista la sua popolarità e la sua grande capacità di contatto con la società civile, di appoggiarla. E’ un trionfo: in una città tra le più ricche d’Italia, da sempre di centrodestra, la Puppato diventa “sindaca”. “No, oggi non lo rifarei: difficile ricreare quella squadra, difficile rimettere in campo quello spirito indomito: durante il mio primo difficilissimo mandato ho dato tutto. E posso dire d’aver avuto ottimi risultati, a dispetto di quelle vecchie volpi della politica che mi consigliavano di temporeggiare: mi ha aiutato, nell’amministrazione, la mia esperienza di piccola imprenditrice, che ti rende capace di creare sinergia tra pubblico e privato”.
Poi arriva il 2012, e per Laura, poco abituata a “tessere trame”, una sfida nuovissima, quasi impossibile: “Mancava completamente nel dibattito nazionale una visione femminile, era indispensabile coprire questo vuoto far uscire una voce diversa, inserire anche la componente femminile nella battaglia politica tutta maschile per la conquista della premiership”. Non è un’esperienza semplice: schiacciata dal superpotere mediatico dei concorrenti, soprattutto dei due “maschi” del Pd, si difende con un’ondata civica di sostenitori sparsi in tutta Italia. Il risultato sarà di assoluta buona politica, nonostante i numeri: “Questa scalata ha dato più forza all’impresa e a chi ci ha creduto. E ha dimostrato credo che il Pd è l’unico partito capace di lasciare una porta aperta ai più tenaci e ai diversi.”
“L’esperienza in Senato è incominciata con tre traumi: il risultato di febbraio, che avevo previsto in una lettera a Bersani; la bocciatura di Prodi; la scelta delle larghe intese. Confesso di aver pensato di dimettermi: è doloroso metterci tutto per cambiare tutto senza riuscire a farlo, e senza neanche riuscire a spiegare le cose positive che cerchiamo di fare in questo governo, che non può però portare nessuna azione profonda.” E ancora: “Purtroppo c’è una quota rilevante di parlamentari, anche nel Pd, che hanno perso contatto con i loro obiettivi, con la realtà: si sono arroccati nel palazzo e non sanno più cos’è la politica con la P maiuscola, quella del realizzare.”
Perché Civati? “Perchè è il compagno di tante battaglie, perché siamo in sintonia su tante questioni, tutt’altro che marginali, non solo di contenuto, ma anche di metodo politico: stiamo affrontando di petto il problema della credibilità. E poi perché ha saputo capire in anticipo l’ascesa del M5S, un sintomo importante, e perché ha compreso che anche l’Italia ha il suo petrolio, in superficie: la nostra storia, archeologia, architettura, il nostro stupendo paesaggio, il made in Italy.”
Scrive d’altronde così, Laura Puppato, nel suo libro-intervista in prossima uscita: “Confido nella donna come figura capace di guardare non all’utile immediato ma alle scelte necessarie per un futuro vero. Una donna non sceglierebbe mai l’uovo rispetto alla gallina. Oggi c’è effettivamente bisogno della gallina che ai massimi livelli e’ preservare il pianeta e conquistare diritti di vita vera per tutti.”
#civoti 15: Laura Puppato