I coglioni si sono rotti

“Gli italiani non sono coglioni” ha tuonato il segretario del PD qualche giorno fa. Dal suo punto di vista, invece, bisognerebbe augurarsi di sì. Si dovrebbe sperare che gli italiani non abbiano già capito che questo governo è nato per via di una congiuntura irripetibile, per un fenomeno quasi paranormale che ha visto casualmente coincidere per una volta gli interessi personali di Renzi con quelli del Paese.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]“Gli ita­lia­ni non sono coglio­ni” ha tuo­na­to il segre­ta­rio del PD qual­che gior­no fa. Dal suo pun­to di vista, inve­ce, biso­gne­reb­be augu­rar­si di sì. Si dovreb­be spe­ra­re che gli ita­lia­ni non abbia­no già capi­to che que­sto gover­no è nato per via di una con­giun­tu­ra irri­pe­ti­bi­le, per un feno­me­no qua­si para­nor­ma­le che ha visto casual­men­te coin­ci­de­re per una vol­ta gli inte­res­si per­so­na­li di Ren­zi con quel­li del Pae­se. Even­to che è già pas­sa­to, tipo come­ta di Hal­ley, e che non si ripresenterà. 

Sareb­be bene che gli ita­lia­ni fos­se­ro dei coglio­ni, per­ché così non vedreb­be­ro che il nuo­vo Pre­si­den­te del Con­si­glio somi­glia ter­ri­bil­men­te a quel­lo che c’era pri­ma, la pochet­te può tor­na­re uti­le per l’agnizione, con la dif­fe­ren­za che pri­ma era sedi­cen­te avvo­ca­to del popo­lo e ades­so difen­de sol­tan­to se stes­so e il suo nuo­vo, sor­pren­den­te sta­tus di statista. 

Sareb­be bene che gli ita­lia­ni fos­se­ro dei coglio­ni, per­ché così non si accor­ge­reb­be­ro che “il Gover­no più di sini­stra del­la sto­ria” ha fat­to una finan­zia­ria qua­lun­que, di soprav­vi­ven­za. Del Gover­no stes­so, però, non del Pae­se. I meno coglio­ni, tra l’altro, avran­no nota­to che tut­ti i tavo­li, le con­ver­gen­ze, gli sfor­zi uni­ta­ri del­le sini­stre pro­tei­for­mi han­no sor­ti­to come uni­co effet­to quel­lo di far pren­de­re un mini­ste­ro ad Articolo1. 

Insom­ma, sareb­be bel­lo se fos­si­mo dei coglio­ni e non aves­si­mo la per­ce­zio­ne di quan­to tut­to intor­no a noi sia fra­gi­le, peri­co­lan­te, deca­den­te, come in un film di Viscon­ti ma con atto­ri scar­si e brut­ti costu­mi. Stia­mo appe­si agli equi­li­bri inter­ni di par­ti­ti al col­las­so che rap­pre­sen­ta­no sol­tan­to loro stes­si. Si cer­ca di fer­ma­re le destre arre­tran­do, come i rus­si con Napo­leo­ne, in atte­sa di un inver­no che que­sta vol­ta non arri­ve­rà per­ché intan­to del cli­ma non se ne occu­pa nes­su­no

E dopo poco più di un mese ecco­ci qui a chie­der­ci anco­ra quan­to dure­rà que­sto gover­no appe­na nato e già in ago­nia. Con­vie­ne tener­si pron­ti e pre­ten­de­re una fase com­ple­ta­men­te diver­sa, cam­bia­re discor­si, fare tut­ta un’altra cosa. L’unico par­ti­to che lo chie­de è Pos­si­bi­le. Lo stru­men­to che si è dato e che met­te a dispo­si­zio­ne di tut­te e tut­ti è il Fir­ma­men­to. 

Lo pos­so­no usa­re le per­so­ne che i coglio­ni se li sono rotti.

Mar­co Tibe­ri[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.