I fatti di San Donato e la questione della cittadinanza

I fatti di S. Donato Milanese e i conseguenti editoriali e commenti però confermano che non c’è stata abbastanza informazione sul punto. Perché in tanti plaudono alle dichiarazioni dello stesso Salvini, che prefigura la revoca della cittadinanza all’autista responsabile del rapimento collettivo dei ragazzi se verrà imputato di terrorismo, e di Di Maio su una possibile acquisizione della stessa cittadinanza per i ragazzi, nati in Italia ma figli di immigrati, che hanno salvato i compagni.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quando abbia­mo pen­sa­to di divul­ga­re con­te­nu­to e con­se­guen­ze del cosid­det­to decre­to Sal­vi­ni, anche det­to decre­to sicu­rez­za (si ciao) e immi­gra­zio­ne,  ne “Il capi­ta­le disu­ma­no”, l’intento era pro­prio di ren­der­ne note tut­te le con­se­guen­ze più bece­re, scien­ti­fi­ca­men­te stu­dia­te per lucra­re consenso.

I fat­ti di S. Dona­to Mila­ne­se e i con­se­guen­ti edi­to­ria­li e com­men­ti però con­fer­ma­no che non c’è sta­ta abba­stan­za infor­ma­zio­ne sul pun­to. Per­ché in tan­ti plau­do­no alle dichia­ra­zio­ni del­lo stes­so Sal­vi­ni, che pre­fi­gu­ra la revo­ca del­la cit­ta­di­nan­za all’autista respon­sa­bi­le del rapi­men­to col­let­ti­vo dei ragaz­zi se ver­rà impu­ta­to di ter­ro­ri­smo, e di Di Maio su una pos­si­bi­le acqui­si­zio­ne del­la stes­sa cit­ta­di­nan­za per i ragaz­zi, nati in Ita­lia ma figli di immi­gra­ti, che han­no sal­va­to i compagni.

Ma non sono ini­zia­ti­ve estem­po­ra­nee, è la filo­so­fia del decreto.

E’ scrit­to nel decre­to infat­ti che la cit­ta­di­nan­za ita­lia­na acqui­si­ta è revo­ca­bi­le a segui­to di una con­dan­na defi­ni­ti­va per atti di ter­ro­ri­smo. Ed è sem­pre scrit­to nel decre­to che uno spe­cia­le per­mes­so di sog­gior­no pos­sa esse­re attri­bui­to allo stra­nie­ro che abbia com­piu­to atti di par­ti­co­la­re valo­re civi­le.

La cit­ta­di­nan­za o anche solo il pre­mes­so di sog­gior­no non sono dirit­ti che ven­go­no acqui­si­ti in pre­sen­za di deter­mi­na­te con­di­zio­ni. La cit­ta­di­nan­za e il per­mes­so di sog­gior­no sono gen­ti­li con­ces­sio­ni, per que­sto revo­ca­bi­li.

Lo stra­nie­ro è sem­pre un poten­zia­le ter­ro­ri­sta, per­ché solo all’italiano “acqui­si­to”, in caso di ter­ro­ri­smo, vie­ne pre­fi­gu­ra­ta la revo­ca del­la cit­ta­di­nan­za, ed è l’aspetto più gra­ve del­la nor­ma, quel­lo media­ti­co, visto che un ter­ro­ri­sta dovreb­be esse­re incar­ce­ra­to indi­pen­den­te­men­te dal­la cit­ta­di­nan­za e non è cer­to una misu­ra pre­ven­ti­va effi­ca­ce (qua­le ter­ro­ri­sta, che non si spa­ven­ta di fron­te all’ergastolo, rece­de dal suo pro­po­si­to per la per­di­ta del­la cit­ta­di­nan­za?), ma solo propaganda.

Il pun­to è affron­ta­to con estre­ma pre­ci­sio­ne nel ricor­so del­la regio­ne Pie­mon­te alla Cor­te Costituzionale:

“..il solo elen­co di que­sti gra­vis­si­mi cri­mi­ni, acco­sta­to alla con­di­zio­ne di stra­nie­ro, ha un impat­to per­for­ma­ti­vo mol­to evi­den­te nel­la costru­zio­ne del­lo ste­reo­ti­po del­lo stra­nie­ro peri­co­lo­so cri­mi­na­le: sono gli stra­nie­ri, bisbi­glia insi­nuan­te il legi­sla­to­re (rec­tius il Gover­no pro tem­po­re abu­san­do dei pote­ri di decre­ta­zio­ne) all’orecchio spa­ven­ta­to dei suoi poten­zia­li elet­to­ri, a por­re nor­mal­men­te in esse­re tali effe­ra­ti com­por­ta­men­ti! Egli tut­ta­via li ras­si­cu­ra: ‘Noi trat­te­re­mo diver­sa­men­te i cit­ta­di­ni stra­nie­ri da quel­li ita­lia­ni, per­ché i pri­mi non smet­to­no di esse­re peri­co­lo­si nep­pu­re quan­do, dopo infi­ni­te peri­pe­zie cui li costrin­gia­mo, sono riu­sci­ti a rag­giun­ge­re il tra­guar­do del­la cittadinanza!”.

Ugual­men­te, la con­ces­sio­ne del­la cit­ta­di­nan­za per atti di par­ti­co­la­re valo­re civi­le con­fer­ma que­sta impo­sta­zio­ne. Se è vero che il decre­to pre­ve­de solo la con­ces­sio­ne di un per­mes­so di sog­gior­no, è anche vero che stia­mo par­lan­do di ragaz­zi nati in Ita­lia che otter­reb­be­ro comun­que la cit­ta­di­nan­za al com­pi­men­to del­la mag­gio­re età, ragaz­zi che, i fat­ti lo han­no dimo­stra­to, sono già ita­lia­ni a tut­ti gli effet­ti, com­ple­ta­men­te inte­gra­ti, addi­rit­tu­ra poten­zia­li vit­ti­me di un seque­stra­to­re che vole­va appun­to col­pi­re l’Italia, non i Pae­si di ori­gi­ne dei loro geni­to­ri. Ragaz­zi che non dovreb­be­ro esse­re costret­ti a sal­va­re i com­pa­gni per otte­ne­re quel­lo che spet­te­reb­be loro di dirit­to, se fos­si­mo un Pae­se normale.

Dice Di Maio che lo ius soli non è in agen­da. Ma è un’agenda mise­ra­bi­le, scol­le­ga­ta dal­la real­tà, che i fat­ti di S. Dona­to Mila­ne­se han­no reso evidente.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.