I referendum ignorati 

Correva l’anno 2008: tramite un referendum il 95% dei sappadini recatisi alle urne chiese il passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli. Fu il 78% di tutti gli iscritti alle liste elettorali, che comprendono anche i residenti all’estero, che costituiscono parte integrante nel calcolo del quorum applicabile.

La con­fe­ren­za dei capi­grup­po in Sena­to ha deci­so di rin­via­re anco­ra la trat­ta­zio­ne del dise­gno di leg­ge per il pas­sag­gio del Comu­ne di Sap­pa­da dal Vene­to al Friu­li Vene­zia Giu­lia. Come comi­ta­to friu­la­no di Pos­si­bi­le, in que­sto fran­gen­te ci sem­bra dove­ro­sa una rifles­sio­ne su Sap­pa­da e Cin­to Cao­mag­gio­re, che dopo otto e die­ci anni dal­la cele­bra­zio­ne dei refe­ren­dum aspet­ta­no anco­ra il pro­prio ricon­giun­gi­men­to alla Regio­ne auto­no­ma Friu­li Vene­zia Giulia.

Rico­struia­mo le vicen­de. Cor­re­va l’anno 2008: tra­mi­te un refe­ren­dum il 95% dei sap­pa­di­ni reca­ti­si alle urne chie­se il pas­sag­gio di Sap­pa­da dal Vene­to al Friu­li. Fu il 78% di tut­ti gli iscrit­ti alle liste elet­to­ra­li, che com­pren­do­no anche i resi­den­ti all’estero, che costi­tui­sco­no par­te inte­gran­te nel cal­co­lo del quo­rum appli­ca­bi­le. Due anni pri­ma, nel 2006, si era svol­ta una con­sul­ta­zio­ne ana­lo­ga tra i cit­ta­di­ni di Cin­to Cao­mag­gio­re. Il 90% dei votan­ti (il 60% degli iscrit­ti alle liste elet­to­ra­li) chie­se il pas­sag­gio al ter­ri­to­rio ammi­ni­stra­ti­vo del Friu­li. Cin­to, come Sap­pa­da, fa anco­ra par­te del Vene­to. Altri quat­tro comu­ni del man­da­men­to di Por­to­grua­ro vota­ro­no affer­ma­ti­va­men­te al pas­sag­gio in Friu­li: San Miche­le, Teglio, Pra­mag­gio­re e Grua­ro. Ebbe­ro tut­ti per­cen­tua­li attor­no all’85–90% di sì, sen­za però rag­giun­ge­re quel dop­pio quo­rum neces­sa­rio. Il risul­ta­to non fu dovu­to alla man­can­za di par­te­ci­pa­zio­ne del­la comu­ni­tà loca­le, che si con­fer­mò sem­pre mol­to alta; ad influi­re furo­no anco­ra i resi­den­ti all’estero, che in que­sti comu­ni sono mol­to nume­ro­si. Ma sap­pia­mo bene che per vota­re, un’i­ta­lia­no resi­den­te in Argen­ti­na sareb­be dovu­to tor­na­re appo­sta nel pae­se dei pro­pri non­ni; non è dif­fi­ci­le imma­gi­na­re la dif­fi­col­tà. Nono­stan­te ciò, il quo­rum fu sfio­ra­to per un soffio.

C’è da chie­der­si che cosa spin­ga tut­ti que­sti comu­ni a chie­de­re il pas­sag­gio dal Vene­to al Friu­li. Non si trat­ta, come alcu­ni sosten­go­no in manie­ra sem­pli­ci­sti­ca, di inte­res­si esclu­si­va­men­te eco­no­mi­ci, dovu­ti alla volon­tà di ade­ri­re ad una regio­ne a sta­tu­to spe­cia­le. Le ragio­ni van­no piut­to­sto cer­ca­te nel sen­so di appar­te­nen­za alla comu­ni­tà regio­na­le friu­la­na. Esso è anco­ra for­te nono­stan­te sia­no pas­sa­ti mol­ti anni dal­la crea­zio­ne del­l’as­set­to attua­le. In ter­mi­ni geo­gra­fi­ci non c’è nes­su­na bar­rie­ra natu­ra­le che sepa­ra Por­to­grua­ro da Por­de­no­ne e, dal Medioe­vo sino al XIX seco­lo, que­sti comu­ni sono sem­pre sta­ti con­nes­si mol­to più al Friu­li che alla Sere­nis­si­ma; il lega­me si mani­fe­sta dal pun­to di vista socia­le ed eco­no­mi­co, ma soprat­tut­to lin­gui­sti­co e cul­tu­ra­le. I cit­ta­di­ni di Sap­pa­da e Cin­to si sen­to­no friu­la­ni. Fan­no par­te dei comu­ni con pre­sen­za di mino­ran­ze lin­gui­sti­che: quel­la cim­bra a Sappada/Plodn e quel­la friu­la­na a Cinto/Cint. Ricor­dia­mo che i moti­vi dell’autonomia ammi­ni­stra­ti­va e poli­ti­ca del Friu­li sono da ricer­car­si pro­prio nel­la con­si­sten­te pre­sen­za di mino­ran­ze (in mol­ti casi mag­gio­ran­ze) lin­gui­sti­che. Si trat­ta di ricon­giun­ge­re comu­ni friu­la­ni (che sono vene­ti solo per la buro­cra­zia) alla regio­ne che sen­to­no propria.

Ales­san­dro Minisini

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