Alla fine anche Bolsonaro sembra capitolare sulle politiche ambientali: nella lettera spedita a Biden prima dell’insediamento (sebbene abbia atteso oltre un mese prima di riconoscerne la vittoria) apre ad un cambio di politica ambientale, rispetto all’Amazzonia. La traumatica fine dell’era Trump ha sgonfiato la vela dei sovranisti che ora, alla chetichella, si stanno riposizionando. Lo abbiamo visto anche in questi ultimi giorni in Italia, quanto pesi perdere la sponda di un alleato alla Casa Bianca.
Così a Planalto per ricucire con Washington sono pronti a rimettere in discussione (quasi obbligati) anni di politiche ambientali sciagurate (e criminali) che hanno consentito di profanare la foresta pluviale da cui dipende il destino delle future generazioni. La deforestazione e gli incendi potrebbero portare al collasso l’Amazzonia, insieme al Pianeta, entro il 2064 (questo lo scenario prospettato dallo studio pubblicato dalla rivista ‘Environment: Science and Policy for Sustainable Development’). Il Brasile ora si dice impegnato a rispettare gli accordi di Parigi e che per fare ciò ha presentato nuovi obiettivi nazionali. Per mantenere buoni i rapporti col suo principale partner commerciale ora dovrà veramente difendere l’Amazzonia, non basta rivendicarne la sovranità. Dietro l’angolo c’è la possibilità che Biden appoggi misure restrittive verso i paesi che violano gli standard ambientali in sede OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio).
Bolsonaro che vede anche il consenso sul suo governo colare a picco (principalmente a causa del disastro nel fronteggiare la pandemia) non può permettersi altri passi falsi, per sopravvivere è pronto a repentine inversioni di marcia. Potremmo presto vedere un nuovo super ministero Verdeoro per la Transizione ecologica, come il MITECO che in Spagna esiste dal 2018, come quello francese o come il superministero green che sembra dover nascere col prossimo governo Draghi. Certo finchè stiamo alle dichiarazioni, ai proclami, alle lettere d’intenti, sembrano tutti bravissimi, poi però saranno attesi dalla prova dei fatti. Per Bolsonaro varrà il monitoraggio satellitare dei roghi, per i sovranisti italiani che sono diventati greenissimi (prima di verde c’era solo fazzoletto) varrà la prova del PNRR: fra pochi mesi sapremo se il verde delle intenzioni si sarà già sbiadito.