Idea: perché non torniamo al famoso foglio Excel?

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Le spa­taf­fia­te — altri­men­ti det­te pip­po­ni — non sono cer­to una novi­tà di assem­blee, dire­zio­ni, e di tut­te quel­le occa­sio­ni di par­ti­to che l’at­tua­le segre­ta­rio, quan­do non lo era, defi­ni­va “stan­chi ritua­li”. La ten­den­za non è muta­ta, anzi, se pos­si­bi­le ha cono­sciu­to nuo­ve vet­te con un api­ce nel­la Dire­zio­ne Nazio­na­le del Pd di gio­ve­dì scor­so: due ore cir­ca di dire­zio­ne, del­le qua­li più di un’o­ra e un quar­to occu­pa­te da rela­zio­ne intro­dut­ti­va e repli­ca del segre­ta­rio pre­mier (e tut­ti gli altri rele­ga­ti nei minu­ti rima­nen­ti). Un record di ora­to­ria, ma i con­te­nu­ti? Dif­fi­ci­le dir­lo, a ripen­sar­ci sov­vie­ne una sor­ta di ottun­di­men­to: c’e­ra ovvia­men­te il 40,8 per cen­to, gli 80 euro, il rin­gra­zia­men­to ai sena­to­ri-non-par­te­ci­pan­ti per­ché impe­gna­ti in aula a silu­ra­re se stes­si (sic!), e poi Israe­le e Pale­sti­na e i cri­stia­ni per­se­gui­ta­ti, le rifor­me, le date, i mil­le gior­ni. Una bat­tu­ta su Tavec­chio e la Feder­cal­cio, a un cer­to punto.
Ecco, restia­mo alle cita­zio­ni cal­ci­sti­che: “tut­to mol­to bel­lo”, come direb­be Piz­zul, però così si fa un po’ di fatica.

Allo­ra, una pro­po­sta: per­ché non tor­nia­mo al famo­so foglio Excel? La pro­po­sta era del­lo stes­so Ren­zi quan­do era “solo” segre­ta­rio, e quin­di non può non tro­va­re il suo favo­re: il foglio Excel, non i “docu­men­to­ni” fumo­si dai qua­li non si capi­sce nien­te, così era sta­to det­to per incal­za­re il gover­no Let­ta, appe­na pri­ma di scal­zar­lo e del for­tu­na­to (per alcu­ni) hash­tag #enri­co­stai­se­re­no.

E il foglio excel si com­po­ne di colon­ne, giu­sta­men­te: una colon­na per le cose da fare, una per chi le deve fare, una per la data entro cui van­no fat­te. Chia­ro, puli­to, sem­pli­ce, veri­fi­ca­bi­le: mol­to meglio dei docu­men­to­ni. Ma anche del­le spa­taf­fia­te con­ti­nue. Sul­le date ci sareb­be già da dire, rispet­to agli annun­ci di que­sti mesi, il count­do­wn di Vali­gia Blu in que­sto è impla­ca­bi­le. Ma anche il chi e il cosa, a que­sto pun­to, non si capi­sco­no mica tan­to bene.

Quin­di, dice­va­mo: nes­su­na pole­mi­ca stru­men­ta­le, stia­mo al meri­to del­le que­stio­ni. Ci per­met­tia­mo di indi­ca­re tre filo­ni, dicia­mo così.

Pri­mo, il gover­no: qua­li rifor­me, in che ordi­ne, con qua­li mag­gio­ran­ze, con qua­li coper­tu­re, e con qua­le oriz­zon­te tem­po­ra­le. Qua­li prov­ve­di­men­ti per rilan­cia­re l’e­co­no­mia, con la reces­sio­ne ormai con­cla­ma­ta e non dai gufi, ma dagli orga­ni­smi pre­po­sti, posto che se i famo­si 80 euro ven­go­no oggi giu­di­ca­ti meno uti­li di un pan­ni­cel­lo cal­do, è for­te­men­te in dub­bio che la tra­sfor­ma­zio­ne del Sena­to in dopo­la­vo­ro dei con­si­glie­ri regio­na­li pos­sa far di meglio come sti­mo­lo all’e­co­no­mia del Pae­se. Qua­le poli­ti­ca indu­stria­le, quin­di, e poi tut­to il resto: “velo­ci” e “del fare”, si era det­to, bene, fac­cia­mo­lo, velo­ce­men­te, e a que­sto pro­po­si­to ci per­met­tia­mo di ricor­da­re come pic­co­lo esem­pio tra cen­ti­na­ia pos­si­bi­li che giu­sto a gen­na­io il segre­ta­rio incal­za­va il Pre­si­den­te del Con­si­glio — nel­l’ul­ti­mo perio­do in cui le due figu­re non cor­ri­spon­de­va­no — per una leg­ge sui dirit­ti del­le cop­pie di fat­to. Di cui poi non si è più avu­ta noti­zia, quan­do le due figu­re si sono accor­pa­te in una sola: e dire che sareb­be sta­to leci­to atten­der­si il contrario.

Secon­do, il par­ti­to: anche in que­sto caso, ci per­met­tia­mo di ricor­da­re, di rivan­ga­re, che la pri­ma segre­te­ria fu nomi­na­ta in 24 ore, nel­l’en­tu­sia­smo gene­ra­le per il corag­gio e la rapi­di­tà. Ora inve­ce sia­mo alla ter­za o quar­ta Dire­zio­ne Nazio­na­le che vie­ne con­vo­ca­ta nel­la pro­spet­ti­va di annun­cia­re il nuo­vo ese­cu­ti­vo del Pd, poi pun­tual­men­te riman­da­to. Ma inten­dia­mo­ci: chis­se­ne­fre­ga dei nomi che entre­ran­no in segre­te­ria, e soprat­tut­to chis­se­ne del modo con cui rap­pre­sen­te­ran­no il vario­pin­to mosai­co del­le cor­ren­ti ren­zia­ne del­la pri­ma, del­la media e del­l’ul­ti­ma ora. Ci inte­res­sa inve­ce capi­re a che ser­ve que­sto par­ti­to, per­ché non pos­sia­mo cre­de­re che ser­va solo a con­fer­ma­re in Dire­zio­ne ciò che il Gover­no ha già deci­so a Palaz­zo Chi­gi, che poi è ciò che suc­ce­de da qual­che mese. Nel­la nostra inge­nui­tà, pen­sa­va­mo doves­se acca­de­re il con­tra­rio, che il par­ti­to ser­vis­se a mobi­li­ta­re demo­cra­ti­ca­men­te i cit­ta­di­ni, ela­bo­ra­re la pro­po­sta e così inci­de­re sul­l’a­gen­da di gover­no. Al momen­to, il par­ti­to lan­gue per ini­zia­ti­va e per par­te­ci­pa­zio­ne, e la sua famo­sa base è leg­ger­men­te meno atti­va del pub­bli­co a casa duran­te un talent, per­ché quel­lo alme­no vota a ogni diretta.

Ter­zo, la poli­ti­ca: in que­sto momen­to è in cor­so l’en­ne­si­mo incon­tro tra Pre­si­den­te del Con­si­glio e Sil­vio Ber­lu­sco­ni. Per l’en­ne­si­ma mes­sa a pun­to del famo­so Pat­to del Naza­re­no. Da tem­po chie­dia­mo di cono­scer­ne i det­ta­gli, ren­der­li pub­bli­ci ci sem­bra vera­men­te il mini­mo, e recen­te­men­te sia Ren­zi che i suoi soda­li han­no fat­to del­l’i­ro­nia sul pre­sun­to com­plot­ti­smo che si cele­reb­be die­tro que­sta richie­sta di tra­spa­ren­za. Ecco, l’i­ro­nia è sem­pre una bel­la cosa, ma trat­tan­do­si di un pat­to con Ber­lu­sco­ni vor­rem­mo far pre­sen­te che se voles­si­mo met­ter­ci noi a far bat­tu­te ne ver­reb­be­ro di mol­to più colo­ri­te, per cui, insom­ma: fate­ci sape­re. Maga­ri anche a riguar­do del­l’o­riz­zon­te del­le allean­ze, per­ché se il Pd va anche nei ter­ri­to­ri ver­so la rot­tu­ra con Sel e un rap­por­to sta­bi­le con Ncd, vor­rem­mo saper­lo e nel caso rego­lar­ci di conseguenza.

C’è tut­to ago­sto di mez­zo, i gior­na­li saran­no ben lie­ti di dedi­ca­re un pagi­no­ne cen­tra­le, dop­pio, al foglio Excel e al det­ta­glio del­le pro­po­ste in esse con­te­nu­te per il gover­no del­l’I­ta­lia nei pros­si­mi cen­to e per­ché no, anche nei pros­si­mi mil­le gior­ni (dopo­tut­to, in que­sti mesi, han­no pub­bli­ca­to cose ben più impro­ba­bi­li). Noi atten­dia­mo fidu­cio­si: e se malau­gu­ra­ta­men­te nul­la doves­se usci­re, in autun­no un foglio Excel con l’e­len­co del­le cose che ser­vo­no all’I­ta­lia, beh, lo fare­mo noi.

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