Idee per il futuro della mobilità in Italia, #primadeldiluvio

Il sistema dei trasporti italiano è dominato dal trasporto su strada sia per i passeggeri che per le merci. Oltre il 60% degli spostamenti delle merci viaggia su TIR ed oltre il 60% di persone che si muove ogni giorno lo fa con la propria auto. Questo determina emissioni inquinanti nell’aria, il 26% di emissioni di gas serra, 3419 morti sulle strade e 246.000 feriti nel 2015, con la perdita di salute e benessere. Con 61 auto ogni 100 abitanti le nostre meravigliose città sono un garage a cielo aperto e la congestione rallenta gli spostamenti.

Ospi­tia­mo il secon­do con­tri­bu­to per deli­nea­re una stra­te­gia #pri­ma­del­di­lu­vio, quel­lo vero. A cura di Anna Donati.

I pre­ce­den­ti post:

Pri­ma del dilu­vio (quel­lo vero)

Rifiu­ti zero, ma anche mol­to di più, #pri­ma­del­di­lu­vio

 

Il siste­ma dei tra­spor­ti ita­lia­no è domi­na­to dal tra­spor­to su stra­da sia per i pas­seg­ge­ri che per le mer­ci. Oltre il 60% degli spo­sta­men­ti del­le mer­ci viag­gia su TIR ed oltre il 60% di per­so­ne che si muo­ve ogni gior­no lo fa con la pro­pria auto. Que­sto deter­mi­na emis­sio­ni inqui­nan­ti nell’aria, il 26% di emis­sio­ni di gas ser­ra, 3419 mor­ti sul­le stra­de e 246.000 feri­ti nel 2015, con la per­di­ta di salu­te e benes­se­re. Con 61 auto ogni 100 abi­tan­ti le nostre mera­vi­glio­se cit­tà sono un gara­ge a cie­lo aper­to e la con­ge­stio­ne ral­len­ta gli spo­sta­men­ti.

Per cam­bia­re stra­da ser­vo­no azio­ni di bre­ve (2020), medio (2030) e lun­go perio­do (2050) su tre ambi­ti, secon­do le linee gui­da euro­pee: rispar­mia­re traf­fi­co (avoid), il rie­qui­li­brio moda­le ver­so siste­mi a bas­so impat­to (shift) e miglio­ra­re le tec­no­lo­gie dei vei­co­li per ridur­re le emis­sio­ni (impro­ve).

Per rispar­mia­re traf­fi­co ser­ve inter­ve­ni­re sul­la cit­tà e l’urbanistica per avvi­ci­na­re resi­den­za, lavo­ro, stu­dio e ser­vi­zi per le per­so­ne al fine di ridur­re le per­cor­ren­ze e ren­de­re age­vo­li anche gli spo­sta­men­ti a pie­di, con la bici­clet­ta ed il tra­spor­to pub­bli­co. Anche lo svi­lup­po del­lo smart wor­king aiu­ta a ridur­re l’obbligo degli spo­sta­men­ti quo­ti­dia­ni e pen­do­la­ri­smo. Per il tra­spor­to mer­ci va ripen­sa­to il siste­ma di pro­du­zio­ne e distri­bu­zio­ne del­le mer­ci più lega­to al km zero, alla pros­si­mi­tà ed i distret­ti, al com­mer­cio ed al det­ta­glio den­tro i quar­tie­ri e le cit­tà, inve­ce dei gran­di cen­tri com­mer­cia­li ester­ni alla cit­tà e basa­ti sull’uso dell’auto pri­va­ta. Anche la con­di­vi­sio­ne del vei­co­lo con la sha­ring mobi­li­ty - che si è affac­cia­ta negli ulti­mi anni anche in Ita­lia — è una buo­na solu­zio­ne per spo­star­si con meno vei­co­li in cir­co­la­zio­ne e sosta, con l’obiettivo di ridur­re le auto di pro­prie­tà ed inve­ce con­di­vi­de­re il ser­vi­zio con un vei­co­lo pulito.

Il secon­do filo­ne di lavo­ro riguar­da il rie­qui­li­brio moda­le ver­so siste­mi a bas­so impat­to ambien­ta­le come l’autobus, il tram, il filo­bus, la metro­po­li­ta­na, il tre­no subur­ba­no, che oggi sono usa­ti solo per il 12% degli spo­sta­men­ti ogni gior­no. Ma per aumen­ta­re e miglio­ra­re que­sti ser­vi­zi biso­gna inve­sti­re per rea­liz­za­re nuo­ve reti tram­via­rie, per offri­re ser­vi­zi con tre­ni metro­po­li­ta­ni, ammo­der­na­re ed acqui­sta­re nuo­vi auto­bus e tre­ni pen­do­la­ri, incre­men­ta­re le risor­se per i con­trat­ti di ser­vi­zio (taglia­te inve­ce dal 2000 al 2015 del 15%).

Anche aumen­ta­re chi oggi uti­liz­za la bici­clet­ta (3%) e si spo­sta a pie­di (16%) è essen­zia­le per miglio­ra­re la vita nel­le cit­tà: ser­vo­no piste e cor­sie cicla­bi­li, amplia­men­to di spa­zi pedo­na­li, Zone 30 e pro­get­ti di rige­ne­ra­zio­ne urba­na che met­ta­no insie­me riqua­li­fi­ca­zio­ne dei quar­tie­ri e mobi­li­tà soste­ni­bi­le.   Anche la logi­sti­ca urba­na del­le mer­ci va rior­ga­niz­za­ta e deve ser­vi­re la cit­tà ed il com­mer­cio con vei­co­li a bas­se emis­sio­ni. Tut­te que­ste stra­te­gie devo esse­re inclu­se nei Pia­ni Urba­ni per la Mobi­li­tà Soste­ni­bi­le, che devo­no esse­re adot­ta­te dal­le Ammi­ni­stra­zio­ni loca­li secon­do le Linee Gui­da europee.

Nel tra­spor­to mer­ci devo­no ces­sa­re gli aiu­ti all’autotrasporto men­tre sono i siste­mi alter­na­ti­vi a bas­se emis­sio­ni che van­no incen­ti­va­ti come il cabo­tag­gio via mare, lo svi­lup­po del­la por­tua­li­tà, il tra­spor­to fer­ro­via­rio e l’intermodalità tra que­sti siste­mi sostenibili.

Infi­ne il ter­zo filo­ne (impro­ve) deve riguar­da­re il miglio­ra­men­to del­le tec­no­lo­gie dei mez­zi di tra­spor­to: vale per l’auto pri­va­ta, il vei­co­lo in con­di­vi­sio­ne, per gli auto­bus, per i tre­ni usa­ti sul­le linee non elet­tri­fi­ca­te, sui TIR che tra­spor­ta­no le mer­ci su stra­da. Biso­gna pun­ta­re sui vei­co­li elet­tri­ci da ener­gie rin­no­va­bi­li, sul bio­me­ta­no avan­za­to (da scar­ti ali­men­ta­ri e rifiu­ti), sull’idrogeno, con un mix di car­bu­ran­ti e tec­no­lo­gie che ridu­ca­no le emis­sio­ni inqui­nan­ti sia duran­te l’uso che nel ciclo di costru­zio­ne e smal­ti­men­to dei vei­co­li. Ser­vo­no pro­get­ti di ricer­ca ed una stra­te­gia pub­bli­ca di lun­go perio­do che sap­pia orien­ta­re il siste­ma indu­stria­le ed il siste­ma di servizi.

Anna Dona­ti

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