La Consigliera comunale Alessia Facchin, insieme a tutti i membri della lista “Borghi per la Fortezza”, ha presentato una mozione in Consiglio Comunale che chiede la chiusura immediata del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Gradisca d’Isonzo e l’abolizione di tutti i CPR presenti sul territorio nazionale.
La mozione è stata sottoscritta anche da consiglieri del Partito Democratico, Rifondazione Comunista e Al Centro le Persone.
L’iniziativa nasce dall’urgenza di mettere fine a un modello di detenzione amministrativa ritenuto disumano, fallimentare e pericoloso.
La comunità gradiscana ha manifestato più volte la propria contrarietà all’insediamento di grandi strutture detentive per migranti, come evidenziato in precedenti deliberazioni del Consiglio Comunale.
Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura ha recentemente denunciato la natura repressiva dei CPR italiani, evidenziando gravi violazioni dei diritti umani, come la somministrazione massiccia di psicofarmaci e trattamenti degradanti.
A rafforzare la richiesta della Consigliera Facchin e dei gruppi consiliari firmatari, arriva anche il comunicato congiunto delle cinque sigle sindacali – Siulp, Silf, Fp-Cgil, Sappe e Uil-Pa – che evidenziano le condizioni di lavoro insostenibili per il personale impiegato nel centro e la crescente pericolosità di una struttura che ormai non garantisce più sicurezza né dignità, né per gli operatori né per i trattenuti.
“La detenzione amministrativa non è una soluzione – dichiara Facchin – è un sistema fallimentare che produce esclusione, violenza e degrado.
La nostra comunità non può più tollerare questa presenza che mina la convivenza e i valori fondamentali della nostra Costituzione”.
Con la mozione, il Consiglio Comunale chiede:
- La chiusura immediata del CPR di Gradisca d’Isonzo e l’abolizione dei CPR in Italia.
- Una revisione radicale delle politiche migratorie, puntando su accoglienza, regolarizzazione e inclusione sociale.
- Verifiche urgenti di agibilità e sicurezza sulla struttura, per tutelare lavoratori e trattenuti.
- Campagne di sensibilizzazione in collaborazione con associazioni, sindacati, organizzazioni per i diritti umani e movimenti solidali.