Dopo la tragedia della Marmolada è completamente franata la facciata costruita ad hoc dalla politica italiana sul tema della transizione Ecologica ed Energetica.
Che il clima e la difesa della Natura non fossero una priorità per il “governo dei migliori” è stato abbastanza evidente nel momento in cui hanno trasformato il Ministro dell’ambiente nella succursale di Confindustria.
In più, siamo immersi nella narrazione tossica sul climate change costruita ad hoc in questi anni che continua imperterrita, con frequenti ospitate sui tg e nei talk show di negazionisti del clima, oppure con titoli giornalistici fuori da ogni logica e fuori dal buon senso.
Aggiungiamoci anche l’ipocrisia di alcuni esponenti politici italiani di maggioranza e opposizione che emerge in questi giorni sono pronti a “pregare” per le vittime, ma che nel recente passato hanno votato contro ogni decisione volta a contrastare i cambiamenti climatici.
La Comunità Scientifica non sa più in quale lingua parlare per farsi ascoltare da una politica nazionale ed europea che invece continua a balbettare e rinviare ogni decisione. E in tanto il tempo passa e i danni dei cambiamenti climatici sono sempre più intensi e gravi e soprattutto aumentano a ritmi vertiginosi.
Dare la colpa a Greta Thunberg e ai “gretini” o concentrarsi sulla “imprevedibilità” di un evento come quello della Marmolada in queste ore è diventato sport nazionale per coprire i ritardi culturali di un governo e di una maggioranza politica che non vuole mettere il clima in cima alle priorità da affrontare.
Le avvisaglie e i segnali che le conseguenze del climate change fossero arrivati alle nostre latitudini erano abbastanza evidenti già negli scorsi anni, eppure si è continuamente deliberato in direzione opposta non preoccupandosi minimamente delle conseguenze.
Gli appelli, le manifestazioni e le richieste giunte da più parti, soprattutto dai ragazzi e dalle ragazze che hanno riempito le piazze di tutto il mondo, chiedendo un cambio di rotta sono stati miseramente ignorati.
Il clima fa paura ma il pressapochismo con cui la politica italiana – “volete la pace o i condizionatori” – affronta queste tematiche fa ancora più paura.
Stiamo consegnando alle generazioni future un pianeta dove la vita sarà fortemente segnata dai danni derivanti dal cambiamento climatico, da una perdita spaventosa di biodiversità e dall rischio di conflitti decisamente maggiore rispetto ad oggi.
Nemmeno la siccità che sta mettendo in crisi il settore agricolo e gli ecosistemi acquatici di fiumi e laghi è riuscita a ribaltare le priorità dell’agenda politica di Governo e forse non lo farà nemmeno questa tragedia.
Il “sistema Montagna” è un sistema fortemente in crisi. Non esiste solo il problema dello scioglimento dei ghiacciai: ci sono tutta una serie di decisioni che andrebbero ripensate e riviste, ma invece il nulla.
Le Olimpiadi Milano Cortina sono pensate e progettate come se il cambiamento climatico non esistesse. Consumo di suolo, piste da innevare artificialmente con enormi quantità di acqua che sta diminuendo, impianti di risalita da potenziare per salire piú in alto… anche se rispetto a 20 anni in cima piove molto meno e soprattutto nevica pochissimo.
Tutti segnali ignorati puntualmente e danni altrettanto ignorati.
Esistono momenti storici dove i Sapiens hanno imparato a leggere in maniera accorta il verificarsi di determinati avvenimenti, purtroppo questo non è uno di quei momenti.
Si metta il clima e la lotta al cambiamento climatico in cima alla lista delle priorità.
Dobbiamo prendere delle decisioni, ora, prima che sia troppo tardi.
I bambini del Centro Estivo dove lavoro, i miei e i nostri nipoti si meritano un mondo migliore.
Oggi, dipende da noi.