Quando scatta l’ora legale, ma di legale c’è solo l’orologio, è possibile porre per un giorno la legalità al centro del dibattito pubblico affinché diventi tema centrale delle politiche pubbliche ogni giorno dell’anno.
Per riflettere, proporre, confrontarci, testimoniare, ricercare e promuovere la “legalità sommersa”.
Il giorno legale, anche quest’anno, è la tappa pubblica di cantiere normativo partecipato sulla riforma della giustizia, con particolare attenzione alle politiche di contrasto alla corruzione, in attuazione del Patto Repubblicano. Segnate in agenda, perciò, la data del 28 marzo 2015.
Sono cinque le azioni che riteniamo prioritarie:
- Contrasto alla corruzione: leggi giuste contro un fenomeno gravissimo.
Ogni giorno emergono episodi di corruzione nelle istituzioni, a tutti i livelli di governo. Come se Tangentopoli continuasse da oltre vent’anni: con “mafia capitale”, le vicende dell’Expo e del Mose, la P3 e la P4, per citare soltanto alcuni esempi. Contro tutto questo è necessario fornire strumenti più efficaci alle autorità incaricate di contrastare la corruzione. Questo deve avvenire sia sul piano delle prevenzione che su quello della repressione.
1.a) Prevenzione della corruzione
Va disciplinato il conflitto di interessi (situazione che riguarda tantissimi, in Italia, non solo uno) e costruito un “codice di comportamento della politica” (trasparenza nei finanziamenti pubblici e privati e nei bilanci dei partiti, procedure di nomina negli enti pubblici, selezione delle candidature alle elezioni (attraverso primarie disciplinate per legge), incandidabilità alle cariche pubbliche.
1.b.) Repressione della corruzione
Strumenti di indagine “rafforzati” sono già attivi nel campo del contrasto alla mafia. Gli stessi possono essere estesi, in maniera calibrata, ai reati legati alla corruzione (ad esempio, utilizzando per l’indagine agenti sotto copertura). Allo stesso modo, vanno introdotti incentivi per chi denuncia e collabora.
Va, poi, modificato l’apparato sanzionatorio dei reati di matrice corruttiva, non solo innalzando i minimi della pena detentiva, ma soprattutto introducendo efficaci sanzioni pecuniarie parametrate al profitto del reato.
- La lotta all’evasione per un fisco giusto
L’Italia rimane un Paese ad altissimo tasso di evasione fiscale che viene pagata dai cittadini onesti con tasse sempre più alte. Ecco allora che proponiamo una revisione delle aliquote che renda effettiva la progressività di cui all’articolo 53 della Costituzione, facendo sì, però, che sia pagato da tutti ciò che è dovuto, con sanzioni effettive per chi evade.
- Contro le leggi vergogna: reintrodurre il falso in bilancio e riformare la prescrizione
1.a.) falso in bilancio
Va riformata la disciplina e l’apparato sanzionatorio del falso in bilancio, rafforzandone l’effettività
1.b.) prescrizione: la legge Cirielli, debole con i forti e forte con i deboli, va abrogata
La prescrizione, nel processo penale, così com’è disciplinata ora, non funziona. O meglio, funziona fin troppo, uccidendo processi prossimi alla sentenza. Con un dispendio irrazionale di risorse, innocenti e vittime senza verità, e furbi impuniti. La prescrizione deve decorrere esclusivamente dal momento in cui si consuma il reato al momento in cui lo Stato esercita l’azione penale. Da quel momento in poi, va invece garantita la ragionevole durata del processo, attraverso altri strumenti che non conducano all’estinzione del reato.
- Lotta alle mafie, in Italia e in Europa
Da condurre anche con azioni legislative di dettaglio: con la revisione della disciplina sullo scioglimento degli enti locali per infiltrazione mafiose (da estendere ai consigli regionali); impegnandosi ad una migliore gestione dei beni confiscati e costituendo di un’autorità nazionale sulle cave.
Mafie, narcotraffico, corruzione e criminalità di impresa travalicano sempre più le frontiere nazionali: la Procura europea, di prossima costituzione, deve avere competenza su questi reati.
- Per una giustizia (civile e penale) sostenibile e sostenuta
Sostenibile, calmierando la “domanda di giustizia” con l’introduzione della possibilità di non esercitare l’azione penale in caso di fatti particolarmente tenui.
Sostenuta, perché bisogna investire sul servizio giustizia destinando più risorse, ma soprattutto razionalizzando la loro allocazione e dando trasparenza e centralità al Fondo Unico Giustizia.
Cinque priorità, più una: l’emersione della Legalità sommersa.
Prima e al di là di ogni norma: l’Italia è un Paese in cui la maggioranza dei cittadini, degli amministratori pubblici, degli imprenditori, dei professionisti onesti sono ostaggio di cricche, comitati d’affari, centri di potere illegale che alimentano e praticano ogni forma di corruttela. Il Giorno Legale dà voce, ascolto, dignità e prospettiva ad ognuno di loro.
Cinque priorità di politica normativa, quindi. Più una: che si pone prima e al di là di ogni norma. Perché la risposta che l’ordinamento può offrire con altre leggi alle violazioni della legge è, sempre, solo una parte della risposta, mai la sola risposta. Senza l’impegno dei cittadini che animano quotidianamente forme di reazione sociale, il contrasto all’illegalità diverrebbe un monopolio statuale destinato comunque a stravolgere i canoni della democrazia, perché per natura proiettato a prendere le forme di una reazione meramente autoritaria.
Il cantiere democratico della legalità è aperto.