Il #governodellemigliori: la certificazione Equal pay per la parità retributiva

Per tut­to il mese di mar­zo ci dedi­che­re­mo a trat­ta­re le miglio­ri poli­ti­che sull’uguaglianza di gene­re pra­ti­ca­te in Euro­pa, nor­me che in Ita­lia fati­ca­no a tro­va­re spa­zio nel dibat­ti­to pub­bli­co ma che in altri Pae­si sono già realtà.

Voglia­mo ini­zia­re con una pro­po­sta dedi­ca­ta alla ridu­zio­ne del #Gen­der­Pay­Gap, la dispa­ri­tà sala­ria­le tra uomi­ni e don­ne, per­ché nes­su­na azio­ne per con­tra­sta­re il diva­rio e la vio­len­za di gene­re può rite­ner­si effi­ca­ce se a mon­te non si risol­vo­no le gran­dis­si­me disu­gua­glian­ze in tema eco­no­mi­co e lavorativo.

La vio­len­za eco­no­mi­ca è la pri­ma for­ma di vio­len­za ed è anco­ra trop­po sottovalutata.

Pro­prio in quest’ottica si muo­ve la nor­ma­ti­va del gover­no bri­tan­ni­co che ha isti­tui­to una cer­ti­fi­ca­zio­ne Equal Pay: tra­mi­te un por­ta­le i dato­ri di lavo­ro con più di 250 dipen­den­ti sono obbli­ga­ti a pub­bli­ca­re annual­men­te un report con dati sul­le dif­fe­ren­ze donne/uomini sul­la paga ora­ria, sul­la pre­sen­za di ogni gene­re in ogni quar­ti­le di paga ora­ria, sui paga­men­ti di even­tua­li bonus e sul­la con­si­sten­za degli stes­si. Il por­ta­le con­sen­te di fare un con­fron­to fra i diver­si anni (dall’anno fisca­le 2016/2017) e fra diver­si dato­ri di lavoro.

Que­sti dati ven­go­no tenu­ti in con­si­de­ra­zio­ne inter­na­men­te per pren­de­re le oppor­tu­ne con­tro­mi­su­re per col­ma­re il diva­rio sala­ria­le (ren­de­re i ruo­li api­ca­li più attrat­ti­vi per entram­bi i gene­ri, favo­ri­re un’equa valu­ta­zio­ne del­le assun­zio­ni e pro­mo­zio­ni…), sia ester­na­men­te (per l’accesso a finan­zia­men­ti pub­bli­ci, ad esem­pio). Dal­lo scor­so anno fisca­le è que­sto siste­ma di cer­ti­fi­ca­zio­ne è affian­ca­to anche da una misu­ra­zio­ne obbli­ga­to­ria dell’Etnicity Pay Gap. Pur­trop­po, cau­sa pan­de­mia, per l’anno fisca­le 2019/2020 e 2020/2021, que­sti report non sono obbli­ga­to­ri, ma gran par­te dei dato­ri di lavo­ro han­no comun­que aderito.

Leg­gi la pro­po­sta di Pos­si­bi­le per la pari­tà retributiva.

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