Pubblichiamo di seguito il testo dell’intervento che Pippo Civati ha pronunciato oggi pomeriggio a Firenze, ospite della manifestazione organizzata da Sinistra Italiana a sostegno del No al referendum costituzionale.
Non bisogna mai perdere la tenerezza, diceva qualcuno. Né la convinzione.
Non so se ci siano mucche in corridoio, elefanti a rischio eccitazione: so che bisogna votare No. Che è finita l’epoca del nì, del forse ma forse, del dipende vedremo.
E da questa piazza voglio fare un ultimo appello e faccio un nome per tutti: Pier Luigi, vieni con noi. Ti stiamo aspettando. Le bambole a furia di pettinarle sono tutte arruffate. E stanno perdendo la pazienza anche loro.
La Costituzione è superiore. Al resto, a tutto il resto. Al governo. All’Italicum. Non si scambia con niente e con nessuno. E la ditta è la Repubblica, la nostra.
Allineiamo le bambole e partiamo.
Un ministro oggi ha detto che se vince il no ci sarà una crisi politica ed economica senza precedenti.
Ora a parte che siamo già in una crisi politica ed economica senza precedenti, capisco che non se ne siano accorti, perché non la stanno affrontando, prendiamo sul serio l’argomento della fine del mondo. L’asteroide.
L’asteroide non è il no, sono le politiche sbagliate, una classe dirigente arrogante, che spaccia per nuovi vecchie soluzioni e inutili trucchi: l’asteroide non arriva da lontano, è dentro di voi.
Volete evitare una grande crisi? Non fate schifezze con la Costituzione italiana, diamo piuttosto un profilo costituzionale all’Europa, diamo un aiuto strutturale alle persone in difficoltà, facciamo pagare le tasse alle multinazionali, difendiamo la dignità del lavoro, facciamo studiare i nostri figli. Non buoni, voucher, concessioni: si chiamano diritti.
E visto che vogliono ridurre il numero dei politici, come dice la sciatta propaganda del sì, rispondiamo che vogliamo ridurre il numero degli impolitici, dare rappresentanza, sovranità, partecipazione. Non ridurle come fa questa ‘riforma’ che cambia è vero la Costituzione: per peggiorarla.
Meno politici vuol dire meno partecipazione. Il problema sono i senatori che restano, non quelli che tagliano.
Noi andremo dovunque a parlarne, a spiegare, a discutere anche nel merito: financo alla Leopolda, se vorranno, con un costituzionalista per parte, tempi chiari, le due visioni politiche a confronto in modo civile.
E mi raccomando: siamo e siate umani, umili, razionali.
Siate politici. Fatelo per voi stessi, fatelo per tutti.
E personalizzate voi: leggete il testo, portatelo con voi, sfidiamo insieme la propaganda con gli argomenti e con il protagonismo. Delle cittadine e dei cittadini della Repubblica italiana.
Prepariamo tempi migliori: che nascono da un no, come quel film. Il no non è il problema, è una parte della soluzione. E anche se non vogliamo fare paragoni con il Cile — o con il Venezuela (che capita anche questo) — i giorni dell’arcobaleno ci piacciono. Molto.
Che sia una campagna appassionata e documentata, leggera e rigorosa.