[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’emergenza sanitaria è tutt’altro che conclusa: come sottolinea il virologo Crisanti, in questi giorni le cifre del contagio sono pressappoco le stesse del primo giorno di lockdown. E soprattutto in Piemonte il trend è preoccupante: scavalcata l’Emila Romagna, siamo diventati la seconda regione per numero di infetti, dietro la Lombardia.
La ripresa delle attività, quindi, deve necessariamente essere subordinata alla nostra capacità di dotarci di adeguati strumenti di
indagine e intervento tempestivo, per tutelare la salute di chi viene contagiato e stroncare sul nascere lo sviluppo di nuovi focolai (leggi: tamponi e medicina di territorio).
Tuttavia la riapertura, qualunque sia la data suggerita per essa dall’andamento della pandemia, va progettata ora. Con un duplice obiettivo:
- incentivare, non solo consentire, il commercio al dettaglio;
- salvaguardare la salute delle/dei titolari delle attività, delle/dei loro dipendenti, della clientela, della collettività.
Per raggiungere questo traguardo abbiamo individuato cinque azioni fondamentali.
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Il Piemonte verso la Fase 3: facciamo spazio
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