[vc_row][vc_column][vc_column_text]Siamo in settembre e si torna sui banchi di scuola, alcuni hanno già iniziato ieri, nei prossimi giorni comincerà l’anno scolastico in tutte le regioni italiane. Con la scuola torna alla ribalta la questione dei vaccini, anche a causa di un emendamento al decreto milleproroghe che ribadisce l’obbligo vaccinale. Di fatto un vero e proprio dietrofront del governo, che assicura la frequenza scolastica a coloro che presenteranno entro il 10 marzo 2019 la dichiarazione sostitutiva (soggetta per legge alla verifica di veridicità).
Nulla di fatto, nonostante in campagna elettorale (e già da molto prima) si fosse cavalcato il tema in lungo e in largo, facendo cattiva informazione (eufemismo) creando tanta confusione e allarmismo in un ambito, quella della salute, che dovrebbe rimanere prevelantemente sul piano del dibattito accademico. Il populismo, invece, si nutre delle paure e le alimenta a sua volta, producendo quello a cui avete assistito negli ultimi anni sui vaccini: il caos.
La confusione creata ad arte e l’allarmismo lasciano strascichi. Il caso del morbillo ne è un esempio.
Il 2018 è stato l’anno record in Europa per il numero di casi di morbillo, dei 53 paesi che fanno capo all’Oms europea sono sette quelli ad aver superato le mille persone contagiate, fra cui l’Italia (battuta solo dall’Ucraina in questa poco invidiabile classifica).
Zsuzsanna Jakab, direttore regionale per l’Europa, ha affermato che c’è un drammatico aumento delle infezioni e dei focolai e ha chiesto a tutti i paesi di implementare misure ampie e immediate per diminuire la diffusione della malattia.
Il bilancio fatto dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sui casi del 2017 ci colloca anche quello al secondo posto, per numero di casi, dietro solo alla Romania.
Dai dati emerge che l’87% dei casi, di cui è noto lo stato vaccinale, si è verificato in persone non vaccinate. Il 47% dei casi colpisce bambini sotto i 5 anni. Con 30 decessi segnalati in tutta Europa.
Qui si trova il cortocircuito dell’allarmismo e della propaganda populista.
Nel frattempo Salvini accusa gli immigrati di portare in Italia malattie infettive, come nel caso delle affermazioni tranchant rilasciate a SkyTg24 (quando la Lega si faceva chiamare ancora Lega Nord): «La tubercolosi e la scabbia non arrivano dalla Finlandia. Purtroppo con una sanità arretrata in Nordafrica questa gente riporta malattie che avevamo sconfitto da anni».
In Gran Bretagna l’estate è stata particolarmente rovente, non solo per motivi (di cambiamenti) climatici, ma per via della dichiarazione di emergenza nazionale da parte dell’agenzia per la salute a causa del raddoppio dei casi di morbillo rispetto al 2017, malattia spesso ‘importata’ dai britannici che tornano dopo aver visitato il nostro Paese. Un quarto dei casi totali in Europa si verifica in Italia. Il Collegio Reale dei medici ha dichiarato: «È scoraggiante se consideriamo quanto eravamo vicini a sradicare completamente questa malattia». La stampa britannica ha puntato il dito contro Lega e M5S accusandoli di aver alimentato campagne di scetticismo verso i vaccini. Ricordando come anche in Francia, dove i populisti del Front National hanno portato avanti una campagna di rifiuto del’opinione medica, le vaccinazioni siano in calo e il morbillo in aumento.
Non è certo un buon biglietto da visita per un Paese che vede nel turismo una delle principali industrie. In Italia il 49% dei turisti sono stranieri, la maggior parte sono europei, i turisti del Regno Unito erano al quinto posto per numero di arrivi e al terzo per numero di presenze (dati 2015). Non si tratta solo di un danno economico e d’immagine ma di una spaventosa ironia, quella che vede Salvini accusare i migranti di portare malattie dall’Africa e i turisti stranieri tornare dalle vacanze in Italia con malattie praticamente debellate nel proprio paese.
Stefano Artusi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]