Il quarto Congresso di Possibile, dedicato a Marco Tiberi

Si è aperto il quarto Congresso di Possibile, e vogliamo dedicarlo a un amico che non c’è più e sulla cui voce e sulla cui intelligenza abbiamo fatto così tanto affidamento le scorse volte. Marco Tiberi ci avrebbe messo a posto con poche parole, andando al cuore delle cose, anche quelle che ancora non avevamo pensato.

Si è aper­to il quar­to Con­gres­so di Pos­si­bi­le, e voglia­mo dedi­car­lo a un ami­co che non c’è più e sul­la cui voce e sul­la cui intel­li­gen­za abbia­mo fat­to così tan­to affi­da­men­to le scor­se vol­te. Mar­co Tibe­ri ci avreb­be mes­so a posto con poche paro­le, andan­do al cuo­re del­le cose, anche quel­le che anco­ra non ave­va­mo pen­sa­to. Ricor­dan­do­ci di non per­de­re di vista le cose impor­tan­ti, di uni­re i pun­ti per sve­la­re la for­ma del­le cose che sta­va­mo facendo. 

Que­sta era sta­ta la sua for­mu­la per un altro dei con­gres­si di Pos­si­bi­le: “unia­mo i pun­ti”, orgo­glio­sa­men­te poli­ti­ci, fat­ti di que­stio­ni rea­li, di idee, di pro­po­ste con­cre­te e pro­get­ti effet­ti­va­men­te rea­liz­za­bi­li. Ma sem­pre con la gran­de liber­tà di sape­re che pos­sia­mo per­met­ter­ci di rischia­re: non aven­do ren­di­te di posi­zio­ne, non doven­do vive­re di strategie.

Ognu­no e ognu­na di noi può esse­re uno di quei pun­ti e può esser­lo ogni lot­ta che voglia­mo com­bat­te­re, che voglia­mo por­ta­re al cen­tro del dibat­ti­to oggi per­ché ci sia un futu­ro in cui con­ti­nuar­la, que­sta linea che uni­sce i pun­ti. Cli­ma, pro­gres­si­vi­tà, patri­mo­nia­le, abbia­mo chia­ma­to tre di quei pun­ti, bel­li gros­si. Non abbia­mo mai smes­so di insi­ste­re e di aggiun­ger­ne altri. Voglia­mo che anche que­sto Con­gres­so sia un’occasione per far­lo, insie­me a chi vor­rà unir­si a noi, pun­to dopo punto. 

Uno dei per­so­nag­gi di Mar­co si chie­de­va per­ché tut­ti aves­se­ro smes­so di “rifiu­ta­re la real­tà in nome di qual­co­sa di miglio­re, un po’ magi­co, un po’ rivo­lu­zio­na­rio”. Caro Pep­pe Bor­to­ne, fac­cia­mo un pat­to: inve­ce di rifiu­tar­la, la real­tà, con­ti­nue­re­mo a lot­ta­re per­ché diven­ti lei miglio­re, un po’ magi­ca, un po’ rivoluzionaria!

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