Il Senato e l’Europa

A questo Senato quali strumenti vengono attribuiti per essere "la locomotiva dell’Italia in Europa"? Sono strumenti vaghi e di scarsa concretezza, due costanti che caratterizzano tutta la riforma.

 

Sap­pia­mo che la rifor­ma dice quel­lo che cia­scu­no vuol sen­tir­si dire. Ad esem­pio, se vuoi che il Sena­to rap­pre­sen­ti le auto­no­mie sono infat­ti que­ste ad eleg­ge­re i sena­to­ri, ma se vuoi un Sena­to elet­to dai cit­ta­di­ni ti diran­no che la rifor­ma pre­ve­de anche que­sto. Del resto la stes­sa rela­zio­ne con cui il Gover­no ave­va pre­sen­ta­to la rifor­ma dice­va che que­sto era il Sena­to del­le auto­no­mie, ma anche del­le garan­zie… Ma in real­tà – ce lo dico­no sem­pre più spes­so – que­sto è anche il Sena­to dell’Europa, nel sen­so che da qui pas­se­ran­no d’ora in poi i rap­por­ti tra lo Sta­to e l’Unione euro­pea. Miglio­ran­do, natu­ral­men­te. Inu­ti­le precisarlo.

Addi­rit­tu­ra si leg­ge tal­vol­ta che final­men­te con­te­re­mo di più in Euro­pa. Gra­zie al Sena­to, ovviamente.

Ma allo­ra a que­sto Sena­to qua­li stru­men­ti ven­go­no attri­bui­ti per esse­re la loco­mo­ti­va dell’Italia in Europa?

Le novi­tà sono con­te­nu­te in tre articoli.

L’art. 55 pre­ve­de che «Il Sena­to del­la Repub­bli­ca […] con­cor­re […] all’esercizio del­le fun­zio­ni di rac­cor­do tra lo Sta­to, gli altri enti costi­tu­ti­vi del­la Repub­bli­ca e l’Unione euro­pea. Par­te­ci­pa alle deci­sio­ni diret­te alla for­ma­zio­ne e all’attuazione degli atti nor­ma­ti­vi e del­le poli­ti­che dell’Unione euro­pea […] Valu­ta le poli­ti­che pub­bli­che e l’attività del­le pub­bli­che ammi­ni­stra­zio­ni e veri­fi­ca l’impatto del­le poli­ti­che dell’Unione euro­pea sui ter­ri­to­ri».

L’art. 70, tra le leg­gi che riman­go­no per­fet­ta­men­te bica­me­ra­li (cioè da appro­va­re nel­lo stes­so testo da par­te del­la Came­ra e del Sena­to), inse­ri­sce quel­la «che sta­bi­li­sce le nor­me gene­ra­li, le for­me e i ter­mi­ni del­la par­te­ci­pa­zio­ne dell’Italia alla for­ma­zio­ne e all’attuazione del­la nor­ma­ti­va e del­le poli­ti­che dell’Unione euro­pea».

L’articolo 80, dopo ave­re affi­da­to alla sola Came­ra dei depu­ta­ti il com­pi­to di appro­va­re la leg­ge per auto­riz­za­re la rati­fi­ca dei trat­ta­ti inter­na­zio­na­li, rimet­te a Came­ra e Sena­to quel­lo di appro­va­re leg­gi che auto­riz­za­no la rati­fi­ca dei trat­ta­ti rela­ti­vi all’appartenenza dell’Italia all’Unione euro­pea.

Ora, il risul­ta­to è anzi­tut­to la gene­ri­ca attri­bu­zio­ne di un com­pi­to di «rac­cor­do» (ter­mi­ne natu­ral­men­te del tut­to gene­ri­co) tra i diver­si livel­li di gover­no e l’Unione euro­pea. Come que­sto dovreb­be esse­re fat­to? E soprat­tut­to in che modo il Sena­to potreb­be far­lo più di ora che eser­ci­ta tut­te le fun­zio­ni che in base al dirit­to dell’Unione euro­pea e alla nostra leg­ge sul­la par­te­ci­pa­zio­ne del­l’I­ta­lia alla for­ma­zio­ne e all’at­tua­zio­ne del­la nor­ma­ti­va e del­le poli­ti­che del­l’U­nio­ne euro­pea (n. 234 del 2012) sono attri­bui­te alle Came­re, facen­do que­sto – come noto – in con­di­zio­ni di pari­tà con la Came­ra dei depu­ta­ti, essen­do­ci il bica­me­ra­li­smo perfetto?

Cer­ta­men­te, la leg­ge potreb­be affi­da­re al Sena­to qual­che spe­ci­fi­ca fun­zio­ne, ma cer­ta­men­te non potreb­be esclu­de­re l’unica Came­ra che rap­pre­sen­ta la nazio­ne, e cioè la Came­ra dei depu­ta­ti, dal­la par­te­ci­pa­zio­ne alla for­ma­zio­ne del dirit­to dell’Unione e tan­to più alla sua attua­zio­ne. Anzi, da que­sto pun­to di vista, lad­do­ve vi fos­se biso­gno di una leg­ge, sareb­be il Sena­to a tro­var­si in una posi­zio­ne di svan­tag­gio, in quan­to per la gene­ra­li­tà del­le leg­gi (e in par­ti­co­la­re per quel­le non bica­me­ra­li) l’ultima paro­la spet­ta alla Came­ra. Nel pro­ce­di­men­to legi­sla­ti­vo il Sena­to man­ter­reb­be la posi­zio­ne attua­le sol­tan­to in rela­zio­ne alla leg­ge «che sta­bi­li­sce le nor­me gene­ra­li, le for­me e i ter­mi­ni del­la par­te­ci­pa­zio­ne dell’Italia alla for­ma­zio­ne e all’attuazione del­la nor­ma­ti­va e del­le poli­ti­che dell’Unione euro­pea» (come l’attuale leg­ge 234 del 2012), secon­do l’articolo 70, com­ma 1, e ai Trat­ta­ti, secon­do l’articolo 80.

Come si vede, quin­di, al di là del­le affer­ma­zio­ni dell’articolo 55 sul­la fun­zio­ne «di rac­cor­do», nel­la Costi­tu­zio­ne non tro­via­mo nul­la di con­cre­to. Anzi, il gene­ra­le inde­bo­li­men­to del Sena­to si riscon­tra cer­ta­men­te anche in rela­zio­ne al ruo­lo di attua­zio­ne del dirit­to dell’Unione.

D’altronde, come al soli­to, non han­no nes­sun riscon­tro i gene­ri­ci paral­le­li che ven­go­no fat­te con altre “secon­de came­re” stra­nie­re. Anche in que­sto caso, l’accostamento – come sem­pre impro­prio – è fat­to spes­so con il Bun­de­srat. Infat­ti, la Costi­tu­zio­ne tede­sca fis­sa attri­bu­zio­ni e dà stru­men­ti mol­to più spe­ci­fi­ci (ad esem­pio l’obbligo di esse­re infor­ma­to dal Gover­no sugli affa­ri euro­pei; il suo coin­vol­gi­men­to quan­do la que­stio­ne sia di com­pe­ten­za dei Lan­der; la espres­sa pre­vi­sio­ne che la col­la­bo­ra­zio­ne dei Lan­der alla legi­sla­zio­ne e all’amministrazione del­la fede­ra­zio­ne e negli affa­ri dell’Unione euro­pea avvie­ne attra­ver­so il Bun­de­srat; e addi­rit­tu­ra il fat­to che per le que­stio­ni rela­ti­ve all’U­nio­ne euro­pea il Bun­de­srat può isti­tui­re una came­ra euro­pea le cui deli­be­ra­zio­ni val­go­no come deli­be­ra­zio­ni del­lo stes­so), del tut­to assen­ti – come dimo­stra­to con lo spe­ci­fi­co rife­ri­men­to alle nor­me sopra ripor­ta­te – nel testo del­la rifor­ma ita­lia­na, che anco­ra una vol­ta si carat­te­riz­za per la sua gene­ri­ci­tà e scar­sa concretezza.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Riforma Bernini del sistema universitario: mobilitiamoci

Avrai pro­ba­bil­men­te sen­ti­to par­la­re del­la rifor­ma del siste­ma uni­ver­si­ta­rio volu­ta dal­la mini­stra Ber­ni­ni e dal mini­ste­ro del­la ricer­ca. Come saprai, seb­be­ne la rifor­ma nasca come

Udine, 14 ottobre: in piazza per la Palestina

Abbia­mo appre­so con delu­sio­ne la scel­ta del Sin­da­co di Udi­ne di con­ce­de­re il patro­ci­nio, pre­ce­den­te­men­te nega­to, alla par­ti­ta Ita­lia — Israe­le che si dispu­te­rà a