Il sistema di reclutamento della scuola italiana? Un colabrodo

Dobbiamo salvare l’abilitazione, salvarla e difenderla con le unghie e coi denti; con essa difendiamo i diritti dati ai lavoratori perché possano trasformarsi in interessi degli studenti e non di questa o quella parte politica.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Le piaz­ze pie­ne di docen­ti pre­ca­ri che chie­do­no tute­la per il pro­prio per­cor­so ver­so l’insegnamento da trop­pi anni non si con­ta­no più, ma anche tra col­le­ghi è diven­ta­to dif­fi­ci­le capi­re le vicen­de­vo­li ragio­ni di pro­te­sta e disillusione.

Ci sono, attual­men­te, una deci­na di tipo­lo­gie diver­se di pre­ca­ri: ver­reb­be da sor­ri­der­ne incre­du­li se non fos­se dram­ma­ti­co e rap­pre­sen­ta­ti­vo di un mec­ca­ni­smo che da tem­po ha smes­so di funzionare.

Il siste­ma di reclu­ta­men­to è diven­ta­to ormai un cola­bro­do, anche gra­zie all’arroganza dell’impianto del­la “Buo­na Scuo­la” che ha fat­to un’operazione social­men­te e poli­ti­ca­men­te gra­vis­si­ma: ha deru­bri­ca­to il tito­lo di abi­li­ta­zio­ne a tito­lo di specializzazione.

Nel tito­lo di abi­li­ta­zio­ne, infat­ti, era ricom­pre­sa quell’autonomia di azio­ne e di pen­sie­ro che la L. 107/15 ha svi­li­to, desti­tuen­do la pro­fes­sio­na­li­tà del cor­po docen­te e ridu­cen­do­la a man­sio­ni impie­ga­ti­zie, al ser­vi­zio di un diri­gen­te che sce­glie e dispo­ne e di una “clien­te­la” (stu­den­ti e fami­glie) cui offri­re ser­vi­zi soddisfacenti.

Il per­cor­so di abi­li­ta­zio­ne dei docen­ti — così come ad esem­pio quel­lo di un medi­co che si lau­rea, si abi­li­ta, fa il con­cor­so e solo suc­ces­si­va­men­te si spe­cia­liz­za, otte­nen­do così una qua­li­fi­ca aggiun­ti­va — pre­ve­de­va via via il for­mar­si di una con­sa­pe­vo­lez­za del­la pro­pria pro­fes­sio­na­li­tà e l’acquisizione degli stru­men­ti che ne con­sen­ti­va­no la realizzazione.

Sen­za in clas­se non si entra, o per­lo­me­no non si entra tranquilli.

Dob­bia­mo sal­va­re l’abilitazione, sal­var­la e difen­der­la con le unghie e coi den­ti; con essa difen­dia­mo i dirit­ti dati ai lavo­ra­to­ri per­ché pos­sa­no tra­sfor­mar­si in inte­res­si degli stu­den­ti e non di que­sta o quel­la par­te poli­ti­ca.

La scuo­la deve esse­re auto­no­ma, libe­ra, indi­pen­den­te, fuo­ri dagli inte­res­si di par­te.

E deve esse­re lai­ca, nel sen­so più ampio: toglie­re l’abilitazione ha infat­ti spa­lan­ca­to le por­te alle scuo­le pri­va­te, che potran­no reclu­ta­re, sen­za più osta­co­li, attin­gen­do anche tra colo­ro che sono sta­ti respin­ti ai con­cor­si statali.

Ci vor­reb­be un dise­gno di leg­ge che met­tes­se insie­me tut­te le for­ze dell’arco par­la­men­ta­re come uni­ca, pos­si­bi­le solu­zio­ne ad un fra­zio­na­men­to sem­pre mag­gio­re del cor­po docen­te (e di tut­ta la comu­ni­tà edu­can­te) di que­sto Pae­se, ci vor­reb­be che si smet­tes­se di trat­ta­re la Scuo­la come un ves­sil­lo pro­pa­gan­di­sti­co, che si smet­tes­se di stru­men­ta­liz­za­re que­sta o quel­la cate­go­ria di docen­ti per faci­li pro­mes­se che nul­la han­no a che fare con una visio­ne lun­ga di una Scuo­la per tut­ti e tutte.

La fram­men­ta­zio­ne che vive la scuo­la – così come la sani­tà e il mon­do del lavo­ro- è una chia­ra rap­pre­sen­ta­zio­ne di una demo­cra­zia che si sfa­ri­na e si coa­gu­la intor­no agli inte­res­si di parte. 

Quest’anno sono sta­te auto­riz­za­te 57000 assun­zio­ni, ma sono solo 37000 i docen­ti che han­no fir­ma­to il con­trat­to a tem­po inde­ter­mi­na­to. Per­ché gli altri 20000 non sono sta­ti nominati?

Sap­pia­mo che le cau­se sono mol­te­pli­ci e rien­tra­no tut­te nel­la far­ra­gi­no­si­tà del mec­ca­ni­smo di reclu­ta­men­to, sem­pre più osta­co­la­to da ricor­si e sen­ten­ze, come sap­pia­mo che sia­mo giun­ti al para­dos­so per cui il Miur ha rinun­cia­to a pre­sen­ta­re una memo­ria difen­si­va per riven­di­ca­re la legit­ti­mi­tà del ban­do nei mol­te­pli­ci ricor­si che lo met­to­no in discus­sio­ne, pare per man­can­za di risor­se (fon­ti parlamentari).

Un siste­ma alla can­na del gas, ormai, in cui il Miur non rie­sce nem­me­no più ad oppor­si ai ricor­si­fi­ci.

Il Mini­stro Bus­set­ti chia­ri­sca alle miglia­ia di docen­ti abi­li­ta­ti come inten­de dar loro la pos­si­bi­li­tà di spen­de­re il tito­lo che lo stes­so Mini­ste­ro ha indi­vi­dua­to come stra­da cer­ta per la sta­bi­liz­za­zio­ne; indi­chi que­sta stra­da pre­sto, per­ché il rispet­to per la pro­fes­sio­na­li­tà dei suoi inse­gnan­ti non resti solo una bel­la fra­se da ripe­te­re come un disco rot­to ad ogni intervista.

Eula­lia Grillo

per il Comi­ta­to Scuo­la di Pos­si­bi­le[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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