Il tentativo di Fratelli d’Italia di abolire il reato di tortura è un grave attacco ai diritti umani

di Mat­teo Piri­si – Pos­si­bi­le LuMaCa

Il dise­gno di leg­ge pre­sen­ta­to dal­la depu­ta­ta di Fra­tel­li d’I­ta­lia Imma Vie­tri per abro­ga­re gli arti­co­li 613-bis e 613-ter del codi­ce pena­le, che puni­sco­no il rea­to di tor­tu­ra, rap­pre­sen­ta un gra­ve attac­co ai dirit­ti uma­ni e alla giustizia.

Il rea­to di tor­tu­ra è sta­to intro­dot­to in Ita­lia nel 2017, dopo ben 30 anni di ritar­do rispet­to agli obbli­ghi assun­ti dal­l’I­ta­lia nel 1988 con la rati­fi­ca del­la Con­ven­zio­ne ONU del 1984 con­tro la tor­tu­ra. L’art. 4 di que­sta Con­ven­zio­ne pre­ve­de l’ob­bli­go per gli sta­ti di legi­fe­ra­re affin­ché qual­sia­si atto di tor­tu­ra sia espli­ci­ta­men­te e imme­dia­ta­men­te con­tem­pla­to come rea­to nel dirit­to pena­le inter­no. La leg­ge ita­lia­na del 2017 è sta­ta un pas­so impor­tan­te per adem­pie­re a que­sti obbli­ghi e per veni­re incon­tro alle richie­ste del­la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le. Tut­ta­via, ades­so Fra­tel­li d’I­ta­lia ha pre­sen­ta­to un dise­gno di leg­ge per abro­ga­re l’art. 613 bis e 613 ter del codi­ce pena­le, giu­sti­fi­can­do que­sta bril­lan­te pro­po­sta con pre­oc­cu­pa­zio­ni riguar­dan­ti l’effetto del rea­to di tor­tu­ra sul lavo­ro del­le for­ze dell’ordine. 

Per chia­ri­re le per­ples­si­tà infon­da­te di Fra­tel­li D’I­ta­lia riguar­do all’ar­ti­co­lo 613 bis del codi­ce pena­le basta leg­ge­re la nor­ma. Sono espli­ci­ta­men­te esclu­si i casi di sof­fe­ren­za cau­sa­ta da “misu­re legit­ti­me limi­ta­ti­ve o pri­va­ti­ve dei dirit­ti”. Le pre­oc­cu­pa­zio­ni sono quin­di ingiu­sti­fi­ca­te e pre­te­stuo­se, e ser­vo­no solo a invia­re l’inquietante mes­sag­gio che le per­so­ne pri­va­te del­la liber­tà per­so­na­le – per qual­sia­si moti­vo, anche in atte­sa di giu­di­zio – devo­no sof­fri­re, e devo­no sof­fri­re non poco. Nel­la visio­ne di Fra­tel­li D’Italia alle for­ze del­l’or­di­ne è con­sen­ti­to tut­to, anche – per usa­re le paro­le del codi­ce – “agi­re con cru­del­tà” e pro­vo­ca­re ai dete­nu­ti “acu­te sof­fe­ren­ze fisi­che” o “un veri­fi­ca­bi­le trau­ma psi­chi­co”. Non sor­pren­de che espo­nen­ti del­lo stes­so par­ti­to pro­pon­ga­no di toglie­re la patria pote­stà alle madri con­dan­na­te. Que­sta pro­po­sta pri­va di uma­ni­tà è un peri­co­lo­so pre­ce­den­te per i dirit­ti fon­da­men­ta­li, pro­prio come l’a­bo­li­zio­ne del rea­to di tor­tu­ra. In una socie­tà demo­cra­ti­ca, è essen­zia­le garan­ti­re la pro­te­zio­ne dei dirit­ti di tut­ti, com­pre­si quel­li del­le per­so­ne pri­va­te del­la liber­tà e dei loro figli.

L’e­li­mi­na­zio­ne degli arti­co­li 613 bis e 613 ter sul rea­to di tor­tu­ra avreb­be due con­se­guen­ze nega­ti­ve: da un lato, ren­de­reb­be meno gra­vi e tal­vol­ta giu­sti­fi­ca­bi­li gli abu­si com­mes­si dal­le for­ze del­l’or­di­ne con­tro le per­so­ne pri­va­te del­la loro liber­tà; dal­l’al­tro, met­te­reb­be l’I­ta­lia in con­flit­to con gli obbli­ghi inter­na­zio­na­li assun­ti da ormai 35 anni e man­de­reb­be un mes­sag­gio pre­oc­cu­pan­te alla comu­ni­tà inter­na­zio­na­le che cer­ca di com­bat­te­re la tor­tu­ra. Se il dise­gno di leg­ge fos­se appro­va­to, rap­pre­sen­te­reb­be un gra­ve pas­so indie­tro per la giu­sti­zia ita­lia­na. Dal momen­to che l’I­ta­lia è impe­gna­ta nel­la lot­ta con­tro la tor­tu­ra e gli abu­si dei dirit­ti uma­ni insie­me alla mag­gior par­te del­la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le, l’e­li­mi­na­zio­ne di que­ste leg­gi sareb­be un segna­le nega­ti­vo per que­ste lot­te impor­tan­ti e un cat­ti­vo esem­pio per altri pae­si, soprat­tut­to quel­li in cui il ricor­so alla tor­tu­ra è diffuso. 

Spe­ria­mo che il buon­sen­so e il rispet­to dei dirit­ti uma­ni pre­val­ga­no, e che que­sto dise­gno di leg­ge ven­ga respin­to dal Par­la­men­to. Un’altra giu­sti­zia è Possibile.

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