Il viaggio è lunghissimo. Esco di casa alle 12.30, arriverò nella casa che mi ospiterà per i prossimi giorni solo 31 ore dopo. In traghetto ci affanniamo a cercare la migliore sistemazione possibile per la notte, tra i divanetti presi d’assalto da orde di ragazzi diretti in Grecia per la più classica vacanza di ferragosto.
Con me ci sono sono Vittorio, referente di grandissima esperienza di Hope For Children ONLUS, Valeria e Cosimo. Domani arriverà Valentina, altra referente di Hope, in questi giorni impegnata con i profughi bloccati al confine con l’Ungheria.
In traghetto incontriamo Martina e Molly, hanno 23 anni, arrivano da Padova. Martina abbraccia Vittorio, che ha conosciuto a Lesbo partecipando alle fasi di primissima accoglienza dei profughi, che in parole povere vuol dire trascinare fisicamente quei corpi sfiniti fuori dall’acqua, coprirli con una coperta termina e offrirgli un minimo ristoro, a partire da un sorriso di benvenuto. Martina mi racconta che appena mette insieme 100 euro prende il traghetto e va a dare una mano in Grecia. Molly, affascinata dall’impegno dell’amica, ha iniziato a seguirla.
Sono dirette al campo di Cherso, dove noi non andremo, perché, mi spiega Vittorio, di volontari per ora ne hanno a sufficienza. Martina nei pochi giorni che potrà rimanere vorrebbe cercare di spostare alcune famiglie che ha conosciuto nel precedente viaggio, in un campo dove i bambini possano stare meglio, dove “ci sia l’ombra”, perché anche l’ombra in alcune parti della nostra occidentalissima Europa, è un lusso.
Arrivati a Ikoumenitza stravolti dalla notte in bianco tra 600 ragazzi urlanti, prendiamo, non senza fatica, una macchina a nolo. Ikoumenitza è spettrale, sia per la giornata festiva e deserta, sia perché piena di edifici come carcasse: le insegne dei negozi sono ancora lì, come le targhe degli uffici, ma tutto all’interno è svuotato, circondato da cantieri di palazzi rimasti a metà.
Noleggio la macchina, mentre Vittorio guida il furgone pieno degli aiuti che abbiamo raccolto con i comitati di Possibile nelle Marche. Il viaggio verso Salonicco è lungo, più di 380 km su un’autostrada quasi deserta, tra gli altipiani brulli. Martina e Molly approfittano di un passaggio, anche loro sono dirette a Salonicco dove incontreranno degli amici che arrivano in aereo dalla Spagna, che come loro trascorreranno le ferie nei campi.
Arrivati a Salonicco ci sistemiamo nella casa che ci ospiterà per i prossimi giorni e a cena Vittorio ci illustra cosa faremo nei prossimi giorni ci spiega la situazione nei campi. Il racconto mi sconvolge, aspetterò domani per dare un volto, un suono, un odore, un colore a tutte le parole che ho ascoltato, sperando, ma non credendo fino in fondo che la realtà sia meno terribile. Lo saprò domani.