Il Tribunale federale svizzero rinvia nuovamente la decisione sullo sblocco delle somme sequestrate alla famiglia Riva e custodite in Svizzera, quel 1,3 miliardi di euro del Gruppo siderurgico Ilva.
Se in Italia, infatti, le parti hanno trovato un accordo, in Svizzera la cose non sembrano risolte.
La procedura è sospesa fino al 31 marzo prossimo, la seconda sospensione dopo la prima di novembre 2016, nonostante l’accordo raggiunto tra le Procure di Milano, di Taranto e la famiglia Riva a dicembre scorso. E’ stata, a quanto pare, la stessa famiglia Riva ad aver chiesto nuovamente la sospensione dell’accordo.
A questo punto, almeno per il momento, salta tutto il programma sul quale il Governo aveva costruito l’iter di privatizzazione, di messa a norma e quant’altro riguardante lo stabilimento di Taranto.
Appare chiaro, quindi, che il Governo ha costruito una strategia su un assunto assolutamente incerto.
Come si potrà tenere Taranto ancora in ostaggio di un futuro che sembra sempre più precario dal punto di vista giuridico, produttivo, ambientale e sanitario?
Non è forse arrivato il momento di affrontare con serietà ed una volta per tutte la questione Ilva, in tutte le sue sfaccettature e dare risposte solide e definitive ad una città in sofferenza e ai suoi migliaia di operai? Taranto ha diritto a decisioni concrete, non a nuovi, continui rinvii.
Antonia Battaglia