Imola: la nostra proposta per cambiare la città

Per i cittadini imolesi, Imola ha tutto, eppure negli ultimi anni le politiche attuate (o la loro assenza) hanno intaccato anche questa isola felice: l’ASL ha subito i peggiori danni, con personale ridotto, servizi limitati, ritardi inimmaginabili e spostamenti verso le ASL Bolognesi.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Per il mon­do, per anni Imo­la è sta­ta la cit­ta dell’autodromo, fin­ché c’era la For­mu­la 1. Quel­la di Dino Fer­ra­ri, di Vil­le­neu­ve, di Senna.

Ma Imo­la è mol­te altre cose: è cul­tu­ra, è una ASL auto­no­ma che i cit­ta­di­ni vor­reb­be­ro restas­se tale e venis­se raf­for­za­ta, è par­chi, è la Roc­ca, è il suo cir­con­da­rio di altre cit­ta­di­ne con un patri­mo­nio arti­sti­co e cul­tu­ra­le indi­scu­ti­bi­le, è un polo indu­stria­le e agri­co­lo di eccel­len­ze che da lavo­ro ad un’area ben più ampia del suo stes­so territorio.

Per i cit­ta­di­ni imo­le­si, Imo­la ha tut­to, eppu­re negli ulti­mi anni le poli­ti­che attua­te (o la loro assen­za) han­no intac­ca­to anche que­sta iso­la feli­ce: l’ASL ha subi­to i peg­gio­ri dan­ni, con per­so­na­le ridot­to, ser­vi­zi limi­ta­ti, ritar­di inim­ma­gi­na­bi­li e spo­sta­men­ti ver­so le ASL Bolognesi.

La disca­ri­ca è ormai un pro­ble­ma anno­so e rico­no­sciu­to, che le ammi­ni­stra­zio­ni comu­na­li han­no volu­ta­men­te igno­ra­to fino ad ora per lucra­re sull’aumento del mon­te rifiu­ti che inces­san­te­men­te con­ti­nua ad esser­vi tra­spor­ta­to anche da altre regio­ni. Eppu­re, stu­di e appro­fon­di­men­ti han­no dimo­stra­to la sua ina­de­gua­tez­za, l’obsolescenza e i rischi per la salu­te dei cit­ta­di­ni e per l’ambiente.

La cri­si ha col­pi­to anche Imo­la, dove non solo fab­bri­che o indu­strie di medie e pic­co­le dimen­sio­ni, ma per­si­no coo­pe­ra­ti­ve sto­ri­che ed appa­ren­te­men­te inos­si­da­bi­li sono fal­li­te o han­no ridot­to dra­sti­ca­men­te il per­so­na­le, men­tre si con­ti­nua­va a rac­con­ta­re la favo­la del “sia­mo un’isola feli­ce. Qui da noi va tut­to bene”.

Il cen­tro sto­ri­co vede ser­ran­de abbas­sa­te e car­tel­li alle vetri­ne con la scrit­ta “affit­ta­si” e “ven­de­si”, men­tre si amplia il par­co super ed iper­mer­ca­ti di ogni genere.

In que­sto, le respon­sa­bi­li­tà del PD e degli allea­ti in cari­ca all’amministrazione del­la cit­tà non sono tra­scu­ra­bi­li e si inse­ri­sco­no nel con­te­sto di pes­si­me rifor­me e leg­gi ema­na­te a livel­lo nazio­na­le che da sem­pre con­te­stia­mo aspramente.

Anche per que­ste ragio­ni, da oltre un anno abbia­mo avvia­to un pro­get­to di uni­tà a sini­stra che por­ti avan­ti un’idea di ammi­ni­stra­zio­ne del­la cit­tà coe­ren­te con i nostri valo­ri e atten­ta ai biso­gni e alla vita dei cittadini.

Ci abbia­mo lavo­ra­to con serie­tà ed impe­gno, ini­zial­men­te noi di Pos­si­bi­le, Sini­stra Ita­lia­na, PCI, d’accordo sull’avere pari digni­tà, con rispet­to l’uno degli altri, man­te­nen­do aper­te le pos­si­bi­li­tà di comu­ni­ca­zio­ne con tut­te le altre real­tà del­la sini­stra loca­le e con asso­cia­zio­ni pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio. Diver­sa­men­te dal­la loro base, i diri­gen­ti di MDP non han­no ade­ri­to a que­sto pro­get­to ed han­no scel­to di allear­si col PD, men­tre PRC ha recen­te­men­te deci­so di entra­re a fare par­te di que­sta avven­tu­ra.

Così, ora a Imo­la, stia­mo cor­ren­do con un can­di­da­to sin­da­co 30 enne e una lista gio­va­ne, con il 44% di pre­sen­ze fem­mi­ni­li, una lista che abbia­mo com­po­sto sen­za Cen­cel­li e sen­za nep­pu­re una mini­ma discus­sio­ne, nes­su­na obie­zio­ne, nes­sun pro­ble­ma, in un solo pome­rig­gio e in estre­ma serenità.

Abbia­mo un pro­gram­ma che abbia­mo scrit­to assie­me, divi­den­do­ce­lo per temi in base alle com­pe­ten­ze di chi ha gene­ro­sa­men­te accet­ta­to di dare un con­tri­bu­to e che è sta­to gui­da­to da un solo fil rou­ge: che fos­se di sini­stra, che fos­se per tut­ti, che pen­sas­se alla gen­te, ai biso­gni degli imo­le­si, non alle pol­tro­ne vacan­ti per i can­di­da­ti.

Del nostro comi­ta­to, i can­di­da­ti in lista sono tre: Pier­pao­lo Di Can­to, Gior­gio Mer­li­ni ed io. Il con­tri­bu­to e l’impegno che come Pos­si­bi­le abbia­mo mes­so in que­sto pro­get­to sono sta­ti e sono dav­ve­ro note­vo­li. Il rap­por­to di col­la­bo­ra­zio­ne e rispet­to instau­ra­to con le altre for­ze è un eccel­len­te risul­ta­to ed un buon auspi­cio per il futuro.

A pre­scin­de­re da quel­lo che sarà il risul­ta­to nel­le urne, quel che noi auspi­chia­mo è che que­sto meto­do ven­ga mutua­to anche a livel­lo regio­na­le, nazio­na­le, ovun­que: se si smet­te di pre­oc­cu­par­si del­le pol­tro­ne e del pote­re, se si supe­ra la logi­ca del­le spar­ti­zio­ni e si rico­min­cia a pre­oc­cu­par­si del­le per­so­ne, dei loro pro­ble­mi, dei loro biso­gni e dei loro dirit­ti, l’unità a sini­stra e, quin­di, la pos­si­bi­li­tà di por­tar­ne le istan­ze nel­le ammi­ni­stra­zio­ni è Pos­si­bi­le.

Ste­fa­nia Pernisa

Por­ta­vo­ce del Comi­ta­to Neville
di Castel San Pie­tro e Imo­la (BO)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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