In Brasile provano a censurare le persone LGBT+. Senza riuscirci

Il Movi­men­to LGBT+ bra­si­lia­no è nato in un con­te­sto di gran­de repres­sio­ne socia­le, la Dit­ta­tu­ra Mili­ta­re degli anni ‘60–70-80, quan­do han­no ini­zia­to a esse­re pub­bli­ca­te rivi­ste aper­ta­men­te omo­ses­sua­li, il cui obiet­ti­vo prin­ci­pa­le era denun­cia­re la vio­len­za con­tro il popo­lo LGBT+. 

Dopo la fine di quel perio­do oscu­ro del­la sto­ria, lun­go i decen­ni suc­ces­si­vi, il movi­men­to ha otte­nu­to diver­se e impor­tan­tis­si­me con­qui­ste, che ades­so van­no dife­se da chi non vuo­le che sia­no più così soli­de e sicure. 

Nel 1985, il Con­si­glio Fede­ra­le di Medi­ci­na ha tol­to l’omosessualità dal­la sua lista di malat­tie e il ter­mi­ne “opzio­ne ses­sua­le” è sta­to sosti­tui­to da “orien­ta­men­to sessuale”.

L’unione civi­le sta­bi­le e il matri­mo­nio civi­le tra per­so­ne del­lo stes­so ses­so sono sta­ti lega­liz­za­ti nel 2013 dal Con­si­glio Nazio­na­le di Giustizia.

Le chi­rur­gie di Rias­se­gna­zio­ne Ses­sua­le, cono­sciu­te popo­lar­men­te come “cam­bia­men­to di ses­so”, sono auto­riz­za­te dal 2008 e garan­ti­te dal siste­ma pub­bli­co sani­ta­rio, pur con una lun­ghis­si­ma lista d’attesa.

Nel 2018, il Supre­mo Tri­bu­na­le Fede­ra­le ha auto­riz­za­to le per­so­ne tran­sgen­der a cam­bia­re nome sui docu­men­ti di identità.

Le cop­pie omoa­fet­ti­ve pos­so­no adot­ta­re un bam­bi­no o ado­le­scen­te attra­ver­so un pro­ces­so giu­di­zia­rio e l’adozione è rego­la­ta dal­lo Sta­tu­to del Bam­bi­no e dell’Adolescente, che impo­ne alcu­ne con­di­zio­ni, tra le qua­li la pro­va di sta­bi­li­tà finan­zia­ria e emo­zio­na­le nel­la famiglia.

L’ultima vit­to­ria è sta­ta otte­nu­ta a giu­gno di quest’anno, quan­do il Supre­mo Tri­bu­na­le Fede­ra­le ha deter­mi­na­to che la discri­mi­na­zio­ne per orien­ta­men­to ses­sua­le e iden­ti­tà di gene­re sia con­si­de­ra­ta rea­to e puni­ta dall’equivalente del­la Leg­ge Man­ci­no ita­lia­na, che pre­ve­de rea­ti di discri­mi­na­zio­ne per “raz­za, colo­re, etnia, reli­gio­ne e ori­gi­ne nazionale”.

Nono­stan­te que­ste gran­di con­qui­ste, nel Bra­si­le di oggi mol­ti dirit­ti LGBT+ non ven­go­no rispet­ta­ti: il Bra­si­le è anco­ra il Pae­se dove a livel­lo mon­dia­le ogni anno ven­go­no ucci­se più per­so­ne tran­ses­sua­li: un pae­se in cui il nume­ro di omi­ci­di cre­sce sem­pre più, con­fer­man­do la bas­sa aspet­ta­ti­va di vita del­le per­so­ne tran­ses­sua­li. 

I dirit­ti con­qui­sta­ti dovreb­be­ro esse­re assi­cu­ra­ti dal Gover­no Fede­ra­le, ma pur­trop­po non è quel­lo che sta suc­ce­den­do. Pri­ma di esse­re elet­to Pre­si­den­te del Bra­si­le, Jair Bol­so­na­ro ave­va già fat­to vede­re la sua omo­fo­bia, quan­do ha dichia­ra­to di “pre­fe­ri­re un figlio mor­to a un figlio omo­ses­sua­le”. Inol­tre, ha sem­pre dife­so la “fami­glia tra­di­zio­na­le” e la reli­gio­ne, igno­ran­do i dirit­ti LGBT+ nel suo pia­no di gover­no, met­ten­do in rischio il dirit­to di esi­ste­re di un seg­men­to del­la popo­la­zio­ne e legit­ti­man­do le vio­len­ze con­tro le minoranze. 

Ades­so, dopo l’elezione di Bol­so­na­ro, ini­zia­no a veder­si mol­to chia­ra­men­te atti di cen­su­ra con­tro la visi­bi­li­tà del­le per­so­ne LGBT+: il mese scor­so, l’Assessore Spe­cia­le alla Cul­tu­ra del Mini­ste­ro del­la Cit­ta­di­nan­za, Hen­ri­que Pires, ha lascia­to Il posto, dopo che Jair Bol­so­na­ro ha cen­su­ra­to film e serie LGBT+, vie­tan­do finan­zia­men­ti fede­ra­li per que­sto tipo di pro­du­zio­ni. Secon­do l’ex-Assessore, non ci devo­no esse­re “fil­tri” nell’attività culturale.

Anche Il Gover­na­to­re del­lo Sta­to di San Pao­lo, in un atto omo­fo­bo e cen­so­re, ha ordi­na­to di rac­co­glie­re tut­ti i libri didat­ti­ci del­le scuo­le pub­bli­che che con­te­ne­va­no edu­ca­zio­ne ses­sua­le e con­te­nu­ti che pote­va­no rife­rir­si alla fan­to­ma­ti­ca “ideo­lo­gia gen­der”. Tale misu­ra, dopo l’analisi del Pub­bli­co Mini­ste­ro, che ha valu­ta­to il con­te­nu­to del mate­ria­le e la spe­sa del­lo Sta­to nel dover rifa­re libri per miglia­ia e miglia­ia di stu­den­ti, è sta­ta però riget­ta­ta.

Con un atti­mo simi­le, qual­che gior­no fa, il Sin­da­co di Rio de Janei­ro, Mar­ce­lo Cri­vel­la, ave­va ordi­na­to di rimuo­ve­re un fumet­to degli Aven­gers dal Festi­val del Libro, per­ché con­te­ne­va un’immagine di un bacio tra due uomi­ni con la giu­sti­fi­ca­zio­ne di dover pro­teg­ge­re i nostri gio­va­ni e figli da “con­te­nu­ti non adat­ti ai minori”.

Per for­tu­na sono sta­te tan­te le pro­te­ste con­tro que­sta cen­su­ra: il Supre­mo Tri­bu­na­le Fede­ra­le ha dichia­ra­to l’atto ille­ga­le, i fumet­ti sono anda­ti esau­ri­ti in meno di un’ora e la foto del bacio è sta­ta pub­bli­ca­ta sul­la pri­ma pagi­na di uno dei più gran­di gior­na­li bra­si­lia­ni: Folha de São Pau­lo

Si sen­te sem­pre più for­te il ten­ta­ti­vo di toglie­re i dirit­ti già con­qui­sta­ti dal­la comu­ni­tà LGBT in Bra­si­le, ma si sen­te anche una resi­sten­za, sia all’interno del pae­se che all’estero, con­tro un modo di pen­sa­re ormai auto­ri­ta­rio e medioevale. 

La diver­si­tà c’è dap­per­tut­to: lot­ta­re con­tro le liber­tà e i dirit­ti indi­vi­dua­li è una vio­len­za estre­ma. Vede­re un bacio omos­ses­sua­le, al con­tra­rio di quel­lo che sosten­go­no i con­ser­va­to­ri, non sti­mo­la una bam­bi­na o un bam­bi­no a esse­re omos­ses­sua­le. Sti­mo­la l’empatia, for­se, l’accettazione del­la diver­si­tà e la com­pren­sio­ne che l’amore si sen­te e deve esse­re vis­su­to e rispet­ta­to in tut­te le sue for­me: aspet­ti che anco­ra a trop­pi, pur­trop­po, sfug­go­no e dan­no fastidio.

 

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