“Conciliazione” è una parola rassicurante che però, per i docenti vittime degli errori dell’algoritmo durante le operazioni di mobilità, nasconde insidie, speranze e paure.
Ricordiamo che, come già più volte evidenziato nelle scorse settimane, il Miur ha indicato quella della conciliazione come unica via possibile per sanare le anomalie scaturite dall’applicazione del misterioso algoritmo sulla mobilità.
In questi giorni, infatti, stiamo assistendo alla sfilata dei docenti, suddivisi per ordine di scuola, che si presentano alle convocazioni degli Ambiti Territoriali Provinciali di tutta Italia; l’Amministrazione propone loro una possibile soluzione per riparare alle anomalie del sistema e il docente può accettare o rifiutare e procedere, nel caso, con un ricorso.
Ma come faranno gli Uffici Provinciali a sanare questi errori? A quale organico attingeranno per creare nuovi posti su cui traghettare i docenti malcapitati?
Spiace dover constatare che saranno anche i precari a farne le spese; infatti il Ministero dispone che vengano utilizzati i posti “vacanti e disponibili” per distribuirvi i docenti rimasti senza una titolarità e questo andrà ad assottigliare l’organico a disposizione per le nuove assunzioni.
In tutto questo, saltano all’occhio i dati delle conciliazioni: per la scuola primaria ne sono state presentate 4000 ed accolte 2640, per la secondaria di I° grado ne sono state accolte 300 su 1200 mentre per la secondaria di II° grado, secondo il Miur, non ci sono stati errori, pertanto nessuna istanza di conciliazione è stata accolta. Forse sapevano, i tecnici del Ministero, che non ci sarebbe stato il tempo materiale di procedere? Difficile spiegarsi, altrimenti, la magia di una procedura perfetta su un ordine di scuola a fronte di migliaia di errori sugli altri.
Possibile da tempo rileva la mancanza di trasparenza che sta alla base della mobilità straordinaria della Legge 107; quali sono i criteri che determinano la presa in carico di una parte delle istanze di conciliazione e non di altre? Perché i docenti che se la vedessero rifiutare non hanno diritto ad una motivazione? Come risponde il Ministero dell’aggravio di spesa sociale che deriverà dalla scelta di andare in giudizio cui molti docenti saranno costretti?
Tutte queste domande non hanno sinora trovato risposte; già dai primi errori sulla scuola primaria abbiamo chiesto, insieme a tutte le organizzazioni sindacali e ad altre forze politiche, che venisse reso pubblico l’algoritmo e rifatte tutte le operazioni; sarebbe bastata la volontà di procedere in questa direzione per un risultato che legittimasse senza alcuna opacità i trasferimenti sul territorio nazionale.
Ora quindi gli Uffici Scolastici Territoriali e Regionali sono affogati da un sovraccarico abnorme di lavoro; alle conciliazioni seguiranno infatti le operazioni di mobilità annuale — assegnazioni provvisorie ed utilizzazioni- ed infine le assunzioni.
Il buon senso, pur davanti ai notevoli ritardi che derivano dalla mobilità, è mancato ancora a questo Ministero quando, nell’incontro di ieri pomeriggio con le organizzazioni sindacali, ha rifiutato di rinviare la presa di servizio per coloro che attendono gli esiti delle assegnazioni provvisorie; capiterà quindi che un docente di Palermo, che è stato trasferito a Milano ma che ha chiesto il riavvicinamento per il prossimo anno, debba andare a programmare la sua attività didattica a Milano per la prima metà di settembre, quando poi con grandi probabilità non sarà lui a seguire i ragazzi di quella scuola. Questo spostamento, che avverrà per migliaia di docenti interessati con notevoli aggravi di spesa per viaggio, vitto e alloggio fuori sede, non giova davvero a nessuno e si sarebbe potuto evitare con una indicazione ministeriale che fosse coerente con l’eccezionalità delle operazioni in corso.
In questa analisi teniamo per ultime, non certo in ordine di importanza, le ricadute che questa macchina infernale determinerà sulla didattica e sugli alunni i quali avranno programmazioni delle attività didattiche fatte da insegnanti che a metà settembre verranno spostati. Inizieranno l’anno scolastico senza una parte del corpo docente, quella dei neoassunti, considerato inoltre che anche il 12% dei docenti della scuola secondaria terminerà il concorso entro il 15 settembre.
«Buon Anno Scolastico», dirà sorridendo il Ministro Giannini, tra due settimane esatte.