La via all’integrazione: ius soli, diritto di voto, sponsorship

nuovi italiani pd Il mon­do non si è fer­ma­to mai un momen­to, anzi chi lo abi­ta gira vor­ti­co­sa­men­te sem­pre più, alla ricer­ca di con­di­zio­ni miglio­ri per la vita, quan­do non in fuga dal­le emer­gen­ze del­la guer­ra, del­la dit­ta­tu­ra, del­la teo­cra­zia. Que­sto impo­ne solu­zio­ni dal pun­to di vista del­la liber­tà del cul­to, una poli­ti­ca vera­men­te paci­fi­sta, isti­tu­ti di demo­cra­zia sovra­na­zio­na­le, la redi­stri­bu­zio­ne del red­di­to per far fron­te alle nuo­ve pover­tà in una chia­ve rias­su­mi­bi­le nel­la paro­la inte­gra­zio­ne. Dev’es­se­re il man­tra che ‑accan­to alla cer­tez­za dei dove­ri e del­la leg­ge, che tute­li la sicu­rez­za di tut­ti i cit­ta­di­ni- accom­pa­gna ogni pro­gram­ma di ispi­ra­zio­ne pro­gres­si­sta, e che nel­la sini­stra di Giu­sep­pe Civa­ti assu­me anche tre con­no­ta­zio­ni con­cre­te: cam­bia­men­to nel­l’at­tri­bu­zio­ne del­la cit­ta­di­nan­za, attra­ver­so lo ius soli; dirit­to di voto per gli immi­gra­ti alle ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve; intro­du­zio­ne del­la figu­ra giu­ri­di­ca di spon­sor­ship.

Schermata 2013-11-22 alle 15.58.52 Le recen­ti pole­mi­che, non nuo­ve peral­tro, riguar­do il mas­sic­cio afflus­so di inte­re comu­ni­tà loca­li di ori­gi­ne stra­nie­ra al tes­se­ra­men­to (e poi alle pri­ma­rie) del PD, non devo­no disto­glie­re l’at­ten­zio­ne dal fat­to che anche in Ita­lia occor­ra appli­ca­re il prin­ci­pio “No taxa­tion without repre­sen­ta­tion”: ovve­ro anche i cit­ta­di­ni stra­nie­ri, che risie­da­no legal­men­te nel nostro Pae­se e che con­tri­bui­sca­no col pro­prio impie­go alla fisca­li­tà gene­ra­le, devo­no poter sce­glie­re i pro­pri rap­pre­sen­tan­ti nel­le ammi­ni­stra­zio­ni loca­li, le più vici­ne ai biso­gni di ogni gior­no. E non in una sor­ta di assem­blea paral­le­la riser­va­ta ai migran­ti, ben­sì nei con­si­gli comu­na­li uffi­cia­li, con l’o­biet­ti­vo di ridur­re le distan­ze anco­ra esi­sten­ti tra il sen­so di appar­te­nen­za dei new­co­mer e far­ne dei cit­ta­di­ni respon­sa­bi­li a tut­ti gli effet­ti, con one­ri e ono­ri. Man­dan­do così defi­ni­ti­va­men­te al mace­ro i decen­ni bui in cui le idee leghi­ste, spes­so e volen­tie­ri diven­ta­te patri­mo­nio di tut­ta la destra e non solo, han­no det­ta­to leg­ge in Italia.

immigrato_lavoro Dei cin­que milio­ni di per­so­ne di ori­gi­ne non ita­lia­na, che oggi vivo­no e lavo­ra­no nel nostro Pae­se, garan­ten­do il 9% del get­ti­to fisca­le, oltre un milio­ne è nato e cre­sciu­to qui, sen­za poter­si dire ita­lia­no. Eppu­re que­sti cit­ta­di­ni di secon­da gene­ra­zio­ne non han­no spes­so mai cono­sciu­to la nazio­ne di ori­gi­ne dei geni­to­ri, par­la­no la nostra lin­gua, han­no le stes­se abi­tu­di­ni dei loro coe­ta­nei ita­lia­ni da gene­ra­zio­ni, ma non egua­li dirit­ti. Dal­lo ius san­gui­nis si deve così pas­sa­re allo ius soli, qua­le siste­ma di con­ces­sio­ne del­la cit­ta­di­nan­za: chi è nato in Ita­lia, dev’es­se­re ita­lia­no. E così, anche per chi arri­va da adul­to, devo­no esse­re ridot­ti e sem­pli­fi­ca­ti i tem­pi e le incom­ben­ze per otte­ne­re la cit­ta­di­nan­za ita­lia­na su base volon­ta­ria. Le buo­ne pra­ti­che espe­ren­zia­te in tal sen­so a livel­lo loca­le devo­no diven­ta­re in que­sta manie­ra un para­dig­ma per tut­ta la mac­chi­na sta­tua­le del­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne. Più ita­lia­ni signi­fi­ca cit­ta­di­ni più con­sa­pe­vo­li: il Par­ti­to Demo­cra­ti­co in tal sen­so ha can­di­da­to e fat­to eleg­ge­re cit­ta­di­ni nati nel­le nazio­ni pove­re del­l’A­fri­ca, e una di que­ste, la dot­to­res­sa Céci­le Kyen­ge, è oggi mini­stro per l’in­te­gra­zio­ne: a lei vada tut­to il sup­por­to uti­le a cam­bia­re poli­ti­che fal­li­men­ta­ri e anti-umane.

Calcio:Kyenge,Nazionale modello dell'Italia di domani L’attuale nor­ma­ti­va ren­de qua­si impos­si­bi­le entra­re rego­lar­men­te in Ita­lia sen­za ali­men­ta­re sac­che di lavo­ro nero, sfrut­ta­men­to e cri­mi­na­li­tà che nuoc­cio­no al siste­ma socia­le ed eco­no­mi­co nel suo com­ples­so. Si deve inci­de­re sul­la pro­gram­ma­zio­ne e la revi­sio­ne del­le pro­ce­du­re in modo da pro­muo­ve­re l’ingresso rego­la­re, favo­ri­re l’integrazione e la coe­sio­ne socia­le, amplia­re la dura­ta del per­mes­so di sog­gior­no. Per valo­riz­za­re il capi­ta­le uma­no dei migran­ti è indi­spen­sa­bi­le ren­de­re più agi­le il rico­no­sci­men­to dei tito­li di stu­dio, la pos­si­bi­li­tà di iscri­ver­si agli ordi­ni pro­fes­sio­na­li se in pos­ses­so dei tito­li, la pos­si­bi­li­tà di entra­re nel­le poli­ti­che atti­ve del lavo­ro come lavo­ra­to­ri qua­li­fi­ca­ti. È quin­di neces­sa­rio pre­ve­de­re l’introduzione del­la figu­ra del­lo spon­sor e la pos­si­bi­li­tà di con­ce­de­re rego­la­riz­za­zio­ni “dedi­ca­te” sul­la base di requi­si­ti più fles­si­bi­li (red­di­to e lavo­ro sta­bi­le, col­le­ga­men­ti fami­lia­ri, dura­ta del sog­gior­no, assen­za di con­dan­ne pena­li). Miglio­ri sono le con­di­zio­ni di vita che offria­mo a que­ste per­so­ne, miglio­re sarà il loro rap­por­to con gli altri ita­lia­ni e con lo Sta­to che voglia­mo anda­re a governare.

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I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.